Giorno: 6 Luglio 2010

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"Legge-bavaglio, il Csm verso un altro no contro il testo anche gli editori europei", di Liana Milella

Possibile un nuovo parere negativo col via libera del Quirinale, che intanto continua a smentire ogni trattativa ROMA – Anche il Csm sta riflettendo sull´opportunità di dire l´ultima parola sulle intercettazioni. Aggiornando un parere già molto polemico su disposizioni «irragionevoli». Ora le novità del Senato, «le criticità» per usare l´espressione di Napolitano, esigerebbero un nuovo esame. Una decisione che, se fosse confermata dalla presidente della sesta commissione Ezia Maccora, potrebbe risolversi nell´ennesima bocciatura di un ddl che ha sollevato pure le critiche degli editori europei («Ci saranno conseguenze irreversibili»). Al Csm, dove oggi Napolitano parteciperà al plenum per eleggere il nuovo presidente della Cassazione (sarà Ernesto Lupo), si ragiona su un parere la cui valenza sarebbe molto forte, visto che a presiedere il Consiglio e a dare il via libera alle relazioni è il capo dello Stato nella veste di presidente del Csm. Nel momento in cui il centrodestra “assedia” il Quirinale per sapere quali sono i punti critici e ottenere il via libera alle modifiche, il parere del Csm verrebbe letto come il “verbo” …

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"Pd: governo messo all´angolo irresponsabile blindare la manovra", di Giovanna Casadio

Bersani incontra Montezemolo. Idv: ora via anche Cosentino ROMA – Il Pd incassa una vittoria con le dimissioni di Brancher, ma deve prendere atto che le forzature del governo non finiscono mai. Sulla manovra economica, Berlusconi ha deciso di mettere la fiducia. «Una scelta di totale irresponsabilità – attacca Pier Luigi Bersani – Ognuno vede che questa manovra è da cambiare radicalmente. Noi abbiamo presentato proposte che non mutano i saldi. Questo è il modo con cui Berlusconi ammanetta la propria maggioranza mettendo il paese sempre più nei guai». Un segno ulteriore di «preoccupante debolezza». Indignazione quindi dei Democratici sulla manovra “blindata”, dopo la soddisfazione per avere ottenuto le dimissioni di Brancher. «Li abbiamo messi all´angolo, ora la maggioranza prenda atto di essere in crisi – aveva commentato il leader del Pd – Gli staremo col fiato sul collo». Ma nella strategia di Bersani ci sono anche colloqui e incontri per avere il polso dei possibili sviluppi della situazione politica. Per questo nei giorni scorsi ha incontrato Luca Cordero di Montezemolo: il presidente della Ferrari …

"Medici in sciopero: sanità a rischio Poliziotti sui tetti come gli operai", di Valentina Conte

Domani in piazza disabili e invalidi contro la stretta su pensioni e requisiti per l´accompagno ROMA – Tutti in piazza, nonostante il caldo. La manovra unisce come mai prima sigle, comparti, professioni nelle proteste che, nelle ore cruciali del passaggio in aula del testo emendato, confluiranno nelle piazze romane. Tutti i sindacati di polizia (anche quelli di destra) e degli altri settori del comparto difesa e sicurezza penalizzati dai tagli si incontrano oggi, nel pomeriggio, per decidere «azioni eclatanti» che potrebbero portare un gruppo di loro sui tetti di questure e prefetture, proprio come gli operai. Dopo lo sciopero degli scrutini, anche i Cobas della scuola tornano a protestare oggi, davanti al Senato, contro il blocco triennale degli scatti di anzianità e del contratto della scuola. L´Associazione distributori farmaceutici ha indetto per questa mattina un´assemblea straordinaria per contestare il taglio del 55% dei margini commerciali sui medicinali. I grossisti sono pronti a sospendere la distribuzione dei prodotti nelle farmacie. Domani è il turno dei disabili e degli invalidi in piazza Monte Citorio, fortemente penalizzati dall´elevazione …

"Roma, l'anatema del rettore Frati "Ricercatori fannulloni, via il 10%", di Caterina Pasolini

Contestazioni alla Sapienza. E contro i tagli esami “in notturna” “Il 30% dei ricercatori della facoltà di Giurisprudenza nulla ha prodotto nell’ambito della ricerca scientifica e in generale alla Sapienza il 10% dei ricercatori non ha prodotto nulla in 10 anni. Queste persone vanno cacciate dall’università. Molti rubano lo stipendio e non fanno nulla. Così siamo in parte corresponsabili delle decisioni dei governi”, tagli compresi quindi. Parole di fuoco quelle del rettore della Sapienza Luigi Frati che dopo aver criticato il blocco degli esami attuato per protesta ha anche annunciato di aver fatto una contestazione disciplinare ad un professore ex ministro perché aveva accettato incarichi extradisciplinari. Teatro delle accuse ai “fannulloni”, una conferenza stampa dei presidi delle facoltà umanistiche dell’ateneo riuniti per dire no ai tagli previsti dalla riforma Gelmini e dalla manovra finanziaria. Le sue parole, le accuse hanno provocato stupore e contestazioni aperte tra docenti e ricercatori che urlavano “vergogna” rivendicando la bontà delle azioni di lotta: esami a lume di candela o nei viali dell’ateneo a partire dal 13 luglio. “Queste azioni …

"Accuse assurde alle persone sbagliate il sistema è bloccato per colpa dei baroni", di Laura Mari

ROMA – «Ma come si fa a chiamare “fannulloni” persone che lavorano 14 ore al giorno, sette giorni su sette, senza riposare nemmeno di domenica? È semplicemente assurdo». A dirlo è il fisico Giovanni Amelino Camelia, ricercatore della università La Sapienza noto a livello internazionale e inserito due anni fa dalla rivista Discover Magazine, per le sue ricerche sulla meccanica quantistica e sulla relatività, fra sei ipotetici “eredi” di Albert Einstein. Il rettore della Sapienza Luigi Frati ha parlato di “ricercatori fannulloni, che rubano lo stipendio”. Non lo trova un po´ offensivo nei riguardi di chi, come lei, porta alta nel mondo la bandiera della ricerca? «Credo che all´università La Sapienza ci siano alcuni dei ricercatori più produttivi d´Italia e io di certo in quell´ateneo non sono una mosca bianca. Non capisco questi continui attacchi nei confronti dei ricercatori. Ormai li si considera responsabili di tutto: degli sprechi, del malfunzionamento degli atenei, del declino dell´università. Ma è chiaro che si punta il dito contro le persone sbagliate. Di certo a rubare lo stipendio non siamo …

Ma nel "suo" Veneto nessuno piange per Aldo, di Michele Brambilla

Reportage di MB INVIATO A BARDOLINO (Verona) L’ufficio di Aldo Brancher è ad Affi, sopra un grande centro commerciale. Sulla porta d’ingresso c’è una scritta: «Meno male che Silvio c’è». Ci riceve un signore che ci lascia sull’uscio: «Il signor Brancher? Non è qui. Lo abbiamo visto in tv impegnato in altri luoghi». Chiediamo almeno della fedele segretaria, Mary: «Non c’è neanche lei, è impegnata in Comune. Adesso mi scusi ma ho una telefonata in corso». La caccia al ministro dal ministero più breve della storia (è durato la metà del pontificato di un altro veneto illustre, Albino Luciani) prosegue a casa sua, a Cisano di Bardolino, sui colli. Una stradina dove appare, a un certo punto, una siepe immensa. In mezzo, un cancello. Sul citofono due campanelli. C’è scritto semplicemente «Azienda agricola» e «Rustico A. B.». Al primo non risponde nessuno. Al secondo una gentile voce femminile informa: «Il signor Brancher non c’è, non so se torna, non ha lasciato detto niente». Dal cancello si vede, molto in lontananza, il «rustico» e, sullo sfondo, …

"Il piano inclinato", di Ezio Mauro

È la legge di gravità che ha costretto infine Aldo Brancher a dimettersi ieri da ministro. Persino in Italia, non si può rimanere sospesi nel nulla governativo senza deleghe, senza ragioni politiche, senza giustificazioni istituzionali, appesi soltanto ad un’urgenza privata di salvaguardia dalla giustizia, per scappare al proprio giudice e all’uguaglianza costituzionale dei cittadini di fronte alla legge, secondo lo sperimentato modello Berlusconi. Per questa ragione il Premier è nudo, dopo le dimissioni di Brancher, davanti al sopruso tentato e non consumato. Il sistema – quell’insieme di regole, soggetti, diritti e doveri che reggono la Repubblica democratica – si può forzare fino a un certo punto, non oltre. Il Cavaliere ha toccato con mano questo confine: la sconfitta è pesante proprio perché è la prova di un’impotenza e la conferma che l’arbitrio ha un limite. Quel limite democratico che passa tra la tenuta delle istituzioni responsabili e la reazione della pubblica opinione. È un Cavaliere dimezzato quello che nomina Brancher ministro e poi lo ritira, svilendo il governo nelle porte girevoli di un triste vaudeville. …