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Franceschini: "Né Aventino né dimissioni. Li battiamo in aula", intervista di Andrea Carugati

“Questi due giorni hanno dimostrato che l`opposizione deve stare in aula, quando c`è lo scontro non si abbandonano i posti di combattimento”.
Una sconfitta totale della maggioranza, una resa incondizionata. Dopo due giorni di fuoco sono stati costretti a rinviare la prescrizione breve. Sono riusciti solo a dimostrare una volta di più qual è la loro vera priorità: Berlusconi e i suoi processi. I problemi del Paese vengono dopo». Dario Franceschini, presidente dei deputati Pd, risponde a l`Unità appena uscito dal Quirinale, dove è stato ricevuto dal presidente Napolitano insieme alla collega Anna Finocchiaro.

Cosa insegna questa due giorni di battaglia parlamentare rispetto al come fare opposizione? E una fase che richiede un di più di intransigenza?

«Non è una fase che richiede modalità diverse: un grande partito deve costantemente tenere insieme una parte propositiva e una di contrasto duro quando si vedono abusi totali come quelli di questi giorni: di fronte a tali violazioni delle regole l`opposizione deve diventare intransigente, senza timore che questo annacqui il messaggio riformista. E questo produce risultati: dopo due giorni di “fuoco” da parte nostra, ieri hanno rinviato le norme sulla prescrizione di cui solo mercoledì era stato chiesta con un voto l`anticipazione. Hanno gettato il Parlamento nel caos, dando al Paese l`immagine di una maggioranza che in cima a tutto mette i processi di Berlusconi: dal conflitto di attribuzione sul caso Ruby fino alla prescrizione. Se c`è tempo poi viene tutto il resto».

Nel Pd si è chiuso il dibattito sull`Aventino, cioè l`idea di abbandonare i lavori del Parlamento?

«È chiuso. Capisco che possa avere un effetto evocativo, ma di Aventino nella storia italiana ce n`è già stato uno, e mi pare che sia bastato. Da lì è partito il Ventennio fascista. Questi due giorni hanno dimostrato che l`opposizione deve stare in aula, quando c`è lo scontro non si abbandonano i posti di combattimento. E se l`opposizione combatte tutta unita, dall`Idv fino a Fli, i risultati arrivano. Se ce ne fossimo andati, Pdl e Lega avrebbero approvato la prescrizione breve in un`ora e mezzo. Finché io sarò capogruppo, il Pd starà in aula a combattere, usando tutti gli strumenti previsti dal regolamento». Esclude anche l`ipotesi di dimissioni di massa? «È un altro argomento evocativo, ma non abbiamo nessuna intenzione di lasciare campo libero a Berlusconi. Non scherziamo, e poi se ci dimettessimo subentrerebbero i non eletti. Siamo stati votati per fare opposizione, non bisogna farsi trascinare da ondate emotive. Di fronte ai rischi che corre la democrazia c`è bisogno sia del nostro lavoro in Aula sia di una mobilitazione civile e pacifica nel Paese. Non sono alternative, sono complementari».

Oggi nel Pd è riaffiorata l`iidea che con questi numeri il governo non finirà la legislatura…

«Lo diciamo dal 14 dicembre: hanno una maggioranza in grado di reggere solo sui “grandi eventi”, e cioè voti di fiducia e leggi ad personam. Su tutto il resto non sono in grado di garantire la presenza in aula dei membri del governo. Così condannano il Parlamento alla paralisi, non hanno più i numeri per affrontare i problemi del Paese». Si è discusso spesso delle presenze in aula dell`opposizione. A volte le assenze hanno salvato il governo… «Il nostro gruppo ha il record delle presenze, con una media oltre il 95%. Poi ci sono le malattie, o gli eventi imprevedibili. Ma sono orgoglioso di come si comportano i miei deputati. Nella maggioranza invece hanno i nervi a fior di pelle perché hanno capito che non ce le fanno a governare : mercoledì il ministro della Difesa che insulta il presidente della Camera e l`opposizione, ieri il ministro della Giustizia che scaglia il tesserino contro i banchi dell`opposizione…».

Torna a tirare aria di elezioni?

«Non dobbiamo ricominciare a parlare di alleanze. Per il momento basta che le opposizioni si muovano insieme in Parlamento e comincino a fare anche delle iniziative comuni nel Paese, coinvolgendo anche chi sta fuori dal Parlamento come Sel. A Cortona ho parlato di “Patto delle opposizioni”: di fronte ai rischi corre la democrazia deve prevalere l`idea che siamo in emergenza democratica. Cosa deve succedere ancora prima che ce ne accorgiamo?Quali altri abusi? Di fronte a un`emergenza, anche degli avversari, che forse torneranno ad esserlo, devono costruire un percorso comune».

Oggi pomeriggio (ieri, ndr) la Lega è sembrata andare per conto suo sull`ordine del giorno della Camera. Ha colto segni di “sganciamento” dal Pdl?

«Nessuno sganciamento. Nelle vicende fondamentali si dimostrano sempre servitori fedeli del Capo. Erano tutti in aula, compreso Bossi, a votare per una legge che non influisce solo sui processi di Berlusconi, ma sui reati comuni. Un incensurato che commette una rapina, un furto o una violenza carnale avrà uno “sconto” sulla prescrizio- ne. Alla faccia della sicurezza di cui si riempiono la bocca…».

Fine del dialogo sul federalismo fiscale?

«Su quel tema continuerà il nostro lavoro di merito per migliorare i decreti o almeno contenere il danno. Sono regole che riguardano il futuro del sistema Paese, non ci possiamo sottrarre».

L’Unità 01.04.11