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"Fare di tutto per ritrovare l'unità", di Pietro Spataro

Le divisioni tra i sindacati ci sono, è inutile nascondercelo. Ci sono a livello nazionale per quella serie di contratti separati che hanno provocato brutte ferite, e ci sono a Bologna dove gli insulti per l’accordo alla Fiera sono andati oltre ogni ragionevole misura. Insomma:le tensioni sono forti e ci vorrà tempo e pazienza per superarle. Ma nonostante tutto questo, la scelta della Cgil di festeggiare da sola il Primo Maggio ci sembra un errore. Senza entrare nel merito delle questioni, sulle quali torti e ragioni avranno modo di chiarirsi, siamo convinti che il valore dell’unità in un giorno come quello sia un bene supremo dapreservare.Nonera mai accaduto infatti, né a Bologna né altrove, che si arrivasse a tanto, anche nei momentipiù duri e difficili della vita del sindacato italiano. La Festa del Lavoro è la festa di tutti i lavoratori, è il simbolo della battaglia per la dignità e i diritti, è in qualche modo il cuore dell’articolo 1 della Costituzione: l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Decidere di festeggiarla in modo separato, prenotando preventivamente tutte le piazze di Bologna come ha fatto la Cgil, avrà l’effetto, sicuramente non voluto, di incrinare quella domanda di unità che nelle fabbriche e negli uffici è sicuramente più robusta che altrove. Un giornale come il nostro, che si chiama non a caso l’Unità, non vuole arrendersi a un esito così. Crediamo che nei prossimi giorni si debba fare di tutto, da ogni parte, per cercare di far tornare a parlare chi oggi non vuole parlarsi. È il momento del dialogo, è il momento di trovare ciò che (anche se poco) unisce e non quello che divide. È un impegno su cui deve misurarsi la Cgil certo, ma anche chi, come la Cisl, ha alzato il tono chiamando prefetto, questore e commissaria paventando possibili tensioni. C’è bisogno di fermarsi un attimo e di ritrovare i fili. Non vogliamo che la democratica Bologna diventi la città di una frattura. I lavoratori, tutti i lavoratori, si aspettano altro.

L’ Unità/Bologna 07.04.11

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“Da Corso Italia un tiepido via libera. PD: No alle divisioni”, di C. Visani

La Cgil nazionale conferma la scelta di celebrare in modo unitario il Primo Maggio ma non sconfessa la scelta di Bologna. Enrico Panini, segretario confederale responsabile dell’organizzazione, in una nota scrive che «quest’anno l’appuntamento nazionale unitario si celebrerà a Marsala », città simbolo dell’unità d’Italia, per ricordare «il ruolo che i lavoratori e le loro organizzazioni hanno svolto nella storia dell’Unità». Questa scelta unitaria per noi è importante – prosegue – pur consapevoli del fatto che stiamo attraversando una stagione difficile nei rapporti fra le organizzazioni. Per questa ragione in tutte le situazioni nelle quali esistono le condizioni unitarie la nostra organizzazione conferma il valore di questa decisione e la difende. Allo stesso modo però laddove esse non dovessero verificarsi, come è sempre stato, la Cgil sceglierà di celebrare la Festa del lavoro in modo autonomo». Molte le reazioni di ieri. C’è chi, come il presidente del comitato centrale della Fiom, Giorgio Cremaschi, plaude alla decisione della Cgil bolognese («la decisione andrebbe estesa in tutta Italia perchè il 1° Maggio unitario a cinque giorni dallo sciopero generale della Cgil è ipocrisia») e chi invece, come il presidente delle Acli, Francesco Murru, chiede al segretario della Camera del lavoro di ripensarci. «Torni sui suoi passi», dice esprimendo «la nostra volontà di festeggiare insieme a tutti la festa dei lavoratori, di partecipare ad una piazza plurale e rappresentativa di tutto il mondo del lavoro, e non solo della Cgil, altrimenti, nostro malgrado, anche noi non saremo presenti in Piazza Maggiore». Murru parla di una decisione che «sorprende e amareggia», ed esprime «malessere e disapprovazione per scelte e comportamenti che minano l’unità dei lavoratori bolognesi e peggiorano i rapporti tra le tre confederazioni sindacali». Piuttosto gelide le reazioni del Pd. «Il Primo maggio è la festa del lavoro e noi saremo impegnati ovunque per testimoniare a favore dei diritti dei lavoratori», dice il segretario Raffaele Donini. Poi auspica che la frattura sindacale si ricomponga e che non si vada a piazze divise: «Ad uno sciopero si può aderire o meno, ma quella è la festa dei lavoratori», osserva. Sulla stessa lunghezza d’onda è il candidato sindaco, Virginio Merola. «Credo che sia giusto chiedere di non rassegnarsi alle divisioni e cercare, in direzione ostinata e contraria, le ragioni di una necessaria e auspicabile unità», commenta. E dopo aver sottolineato «la sacrosanta libertà e autonomia» dei sindacati a decidere come organizzare le manifestazioni, ricorda che il 1° Maggio «è festa nazionale ed è la festa di tutti i lavoratori». D’accordo con Gruppi è il segretario della Fiom, Bruno Papignani: «Anche se la festa del 1° Maggio è di tutti i lavoratori – dice – in un momento in cui si firmano in tutta Italia contratti separati riteniamo che stare insieme sarebbe un atto di ipocrisia».

L’Unità 07.04.11