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"Ultimo sgambetto alle quote rosa ne uscirà una legge ridicola", di Gianna Fregonara

Sembrava fatta, ma la legge sulle quote rosa nei consigli di amministrazione delle società per azioni rischia di nuovo di saltare. All’ultimo minuto, quando ormai sembrava solo questione di giorni per l’approvazione finale, un emendamento del governo che recepisce le richieste già avanzate da Confindustria, banche e assicurazioni nei mesi scorsi manda all’aria il compromesso raggiunto faticosamente al Senato tra maggioranza e opposizione. Ufficialmente la politica è bipartisanamente d’accordo che lentamente e con cautela le quote vadano introdotte, sia nell’economia che nella politica (è di questi giorni una proposta per le quote riservate anche nelle elezioni amministrative). E dietro le quinte? Viene da chiedersi, chi ha paura delle quote rosa? Diamo per scontato quei cento-duecento uomini che dovranno cedere il loro posto alle donne. Ma evidentemente anche molti altri se l’ultima proposta avanzata dal governo che è sceso in campo ufficialmente per fermare il compromesso negoziato dai suoi parlamentari è che nel 2015 le donne siano il 10 per cento (una su dieci consiglieri, per piacere non chiamatele quote, chiamatele briciole), poi nel 2018 il 15 o al massimo il 20 per cento. E poi… e poi se la vedranno i nostri nipoti e le nostre nipoti. Perché non è possibile un confronto aperto su una questione che in tutta Europa è scontata? E davvero in Italia non ci sono cento o duecento donne, intellettuali, avvocatesse, manager, per ricoprire degnamente questi ruoli? Gli unici ad essere coerentemente contrari alle quote sono i radicali, e lo rivendicano. Negli altri partiti ci sono però molti che non le vogliono: una bella grana per le cordate e per le nomine pubbliche, tanto per cominciare. Ma essere apertamente contro le quote è antipatico, impopolare e sa di vecchio. Forse, invece, una discussione aperta anche delle ragioni del no potrebbe portare a soluzioni condivise, moderne e attuabili. Perché rinviare di quasi dieci anni le quote rosa significa che entreranno in vigore quando, vogliamo sperare, dovrebbero invece essere superate. Significa anche approvare una legge ridicola.

Il Corriere della Sera 16.04.11