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"Assunzioni a scuola. Metà dei docenti in cattedra al Nord", di Flavia Amabile

Trovato l’accordo per i precari: ma è polemica.

Dei 30.308 insegnanti che verranno assunti dopo l’accordo firmato all’Aran, il 46% – quasi la metà – saliranno in cattedra al nord, il 29% al centro e solo il 24% al Sud. Già leggendo queste cifre diffuse ieri dalla Cisl scuola ci si rende conto che qualcosa non va. L’accusa più frequente rivolta al ministero dell’Istruzione è di antimeridionalismo. E ad attaccare la Gelmini stavolta non è solo l’opposizione ma anche il Pdl.

Due giorni fa è stato raggiunto l’accordo che prevede che entro il prossimo 31 agosto il ministero dell’Istruzione assumerà 67mila precari della scuola, poco meno della metà docenti e gli altri facenti parte del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario. Hanno firmato tutti i sindacati tranne Cgil e Usb.

Il pasticcio è dato dal fatto che un terzo delle cattedre, cioè ben 10 mila, saranno attribuite sulla base delle graduatorie dell’anno scorso, mentre le restanti 20.308 sulla base delle nuove graduatorie appena rinnovate. Ma le vecchie graduatorie sono quelle che la Corte Costituzionale aveva bocciato ordinando che nell’aggiornamento delle graduatorie a esaurimento il personale docente avesse diritto al trasferimento e all’inserimento a pettine secondo il proprio punteggio, e dunque secondo criteri di merito, e non in coda secondo l’anzianità di iscrizione in graduatoria.

«La Corte Costituzionale aveva dichiarato illegittimo l’inserimento in coda nelle graduatorie – ricorda Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil – In un Paese democratico le sentenze possono piacere o no ma si rispettano. Ma questo governo e il ministro Gelmini sono talmente abituati a operare forzando o scavalcando le leggi che non meraviglia questa ulteriore illegalità».

«In tal modo – spiegano i deputati del Pdl Alessandro Pagano e Giuseppe Marinello – i docenti del centro sud in possesso dei cosiddetti super-punteggi dopo la riapertura delle graduatorie e dunque dei prescritti requisiti, vedranno annullate, o comunque enormemente ridotte, le possibilità di immissione in ruolo». I due deputati, pur appartenendo allo stesso partito della Gelmini, non esitano a criticare il suo provvedimento. «Cambiando le regole a giochi già avviati e senza interpellare tutte le parti interessate oltre a gettare un’ombra sui leali e ottimi rapporti istituzionali esistenti, si corre il serio pericolo di alimentare un’assurda e inutile “guerra tra poveri” e di accrescere le tensioni tra il nord e il sud».

Soddisfatta invece la Lega che considera la retrodatazione una sua vittoria. Il senatore Mario Pittoni, capogruppo del Carroccio in commissione Istruzione, da mesi si batteva per difendere i posti dei precari dai trasferimenti di docenti da altre graduatorie: «È un buon successo, in quanto salviamo migliaia di docenti del CentroNord scavalcati dai colleghi del Sud in possesso dei famosi superpunteggi dopo la riapertura delle graduatorie».

Contrari anche Fli e Pd. Nino Lo Presti, deputato di Futuro e Libertà accusa il ministero di essere sotto ricatto della Lega e avverte che «stavolta chiederemo che a pagare le spese per la valanga di nuove cause che travolgerà il ministero sia proprio il ministro. La Corte dei Conti è già avvertita». Soddisfatta la Cisl anche se i dati che diffonde sull’accordo raccontano una realtà non facile da affrontare. Saranno coperti per intero i posti di scuola dell’infanzia e di sostegno. Nella scuola primaria un quarto resteranno scoperti, nella scuola secondaria di primo grado la metà, nella secondaria di II grado circa il 20%.

da La Stampa

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“Assunzioni, la fetta più grande per maestri d’infanzia, docenti sostegno e Ata”, di Alessandro Giuliani

Andranno a coprire tutti i posti vacanti. Alla primaria scatteranno tre ruoli ogni quattro cattedre libere; alle medie uno ogni due; alle superiori su cinque posti liberi di una classe di concorso ce la faranno in quattro. Il metodo varrà per tutte le Regioni: alla Lombardia il 20% del contingente. Bene anche il Lazio. Numeri più bassi al Sud, ma anche in Liguria e Friuli

Sinora non c’è nulla di ufficiale, ma in base a ciò che trapela dai sindacati quelle che il Miur si accinge a varare saranno delle assunzioni differenziate sia per tipi di graduatorie, con 10.000 precari assunti dalle liste di attesa e sui posti vacanti all’inizio dell’a.s 2010-2011, sia per tipologia d’insegnamento: i decisori di viale Trastevere hanno spiegato che devono fare i conti con circa 10.000 sovrannumerari, i docenti di ruolo rimasti senza titolarità, concentrati nella primaria ma soprattutto in alcune classi di concorso delle superiori. Ora, se si fosse adottato il tradizionale metodo di formazione dei contingenti, con la determinazione della percentuale sulla base dei posto vacanti, per questi due livelli scolastici le assunzioni si sarebbero fatte davvero col contagocce: per evitare che accadesse questo, l’amministrazione ha escogitato un sistema “che evita di scaricare gli effetti dell’esubero – ha spiegato il leader della Cisl Scuola, Francesco Scrima – su singoli gradi di scuola o su singole aree territoriali”.
Prima di tutto verranno assunti, in modo da andare a riempire integralmente i posti vacanti, in abbondanza i docenti precari dell’infanzia e di sostegno, dove non vi sono esuberi. Per la scuola primaria, invece, si attribuiranno a ogni territorio i posti vacanti moltiplicati per 0,7: se ad esempio in una provincia vi sono 100 posti vacanti, verranno attuate 70 assunzioni.
Per quanto riguarda la scuola media l’indice di calcolo è di circa 0,5 per ogni posto libero (in pratica per far scattare un ruolo serviranno due posti vacanti); mentre per la secondaria di secondo grado l’indice da applicare è di circa 0,8 (ogni cinque posti liberi di una classe di concorso si attueranno quattro immissioni in ruolo). Mentre per il personale non docente, per il quale non risultano situazioni di esubero, le assunzioni riguarderanno sostanzialmente tutti i posti vacanti e disponibili.
Cosa accadrà a livello regionale? Prima di tutto verrà data la possibilità di coprire nella stessa percentuale le vacanze di organico esistenti. Ancora una volta sarà la Lombardia a fare man bassa di immissioni in ruolo, visto che farà sue circa il 20 per cento delle assunzioni (pari ad oltre 5.100 docenti e circa 7.500 Ata). Seguirà il Lazio, dove si prevede di assumere 3.200 docenti e 3.400 Ata. Numeri più bassi riguarderanno le altre Regioni, soprattutto quelle del Sud. Si salva la Campania, dove firmeranno il ruolo 2.600 insegnanti e 3.000 Ata. Intermedia la “dote” della Sicilia, dove la proiezione è di quasi 1.600 docenti e 2.100 amministrativi, tecnici ed ausiliari. Tra le Regioni del Nord con meno assunzioni vi sono il Friuli e la Liguria, dove si contano per ciascun territorio 1.500 ruoli complessiva tra insegnanti e Ata. Una curiosità: Emilia Romagna, Sardegna e Toscana sono le uniche Regioni dove il numero dei docenti da assumere supera quello degli Ata.

La Tecnica della Scuola

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“Precari, 30 mila immissioni in ruolo. Solo un terzo dalle vecchie gradutorie”, di Salvo Intravaia

Per la prima volta le assuzioni nella scuola verranno effettuate da due diverse graduatorie. Una procedura che accontenta la Lega penalizzando i supplenti provenienti dal sud. E che rischia di innescare un altro contenzioso

Dopo settimane di ipotesi e polemiche, il ministero dell’Istruzione ha finalmente sciolto il nodo sulle immissioni in ruolo nella scuola per l’anno scolastico 2011/2012. Durante l’incontro con i sindacati svoltosi ieri mattina, i tecnici del ministero hanno scoperto le carte e fornito i primi numeri: per i docenti saranno in tutto 30.308 le cattedre da assegnare ai precari, un terzo delle quali dalle vecchie graduatorie.
È la prima volta che in Italia le assunzioni nella scuola vengono effettuate da due diverse graduatorie. Una decisione che intende dare risposta “salomonica” alla guerra tra poveri aperta dall’ultimo rinnovo delle liste ad esaurimento. Ma i conti “fatti a tavolino” dai tecnici ministeriali non mancheranno di innescare altre polemiche, soprattutto politiche, e un enorme contenzioso.

“Hanno fatto i conti a tavolino per discriminare i supplenti meridionali. È indegno per un paese civile che il governo continui a discriminare in modo così evidente una parte del Paese”, tuona il deputato siciliano del Partito democratico, Tonino Russo che configura “malafede nel predisporre i numeri delle assunzioni”. “Dovranno spiegare – continua Russo – i criteri alla base di questa ripartizione”, “Sarà meglio che rivedano tutti i conteggi – ammonisce Russo – perché partiranno migliaia di richieste di sospensiva immediata al Tar sulle assunzioni che a questo punto rischiano di non potersi fare”.

Da questa ripartizione – 10 mila assunzioni dalle graduatorie dell’anno scorso e le restanti 20.308 dalle nuove graduatorie – la Lega ha in effetti ottiene quello che voleva. “È un buon successo – conferma il senatore leghista Mario Pittoni – in quanto ‘salviamo’ migliaia di docenti del Centro-Nord scavalcati dai colleghi del Sud in possesso dei famosi superpunteggi dopo la riapertura delle graduatorie. Anche se non ci stancheremo di ripetere – continua Pittoni – che il provvedimento più di buon senso era il congelamento delle graduatorie in attesa della riforma del reclutamento, come previsto dall’emendamento da noi fatto approvare al Senato con il decreto milleproroghe, ma stoppato dal Quirinale”. Una frecciata, neppure troppo celata, rivolta al Colle.

Ma come avviene spesso, se si accontenta una parte se ne scontenta un’altra. I precari del Nord lamentano il cambio delle regole a partita iniziata: di essere cioè scavalcati, dopo avere fatto “mille sacrifici e delle scelte”, dai colleghi meridionali. Quelli del Sud avanzano il diritto, peraltro sancito dalla recente sentenza della Corte costituzionale, di potere spostarsi liberamente per lavorare su tutto il territorio nazionale.

La storia inizia quattro anni fa. Nel 2007, l’allora ministro della Pubblica istruzione Giuseppe Fioroni trasformò le graduatorie permanenti in liste ad esaurimento, congelando per il futuro i trasferimenti di provincia. Lo scopo, anche grazie ad un superpiano di 150 mila assunzioni in tre anni, era quello di eliminare il precariato ed evitare fastidiosi scavalcamenti tra precari in lista da anni. Nel 2007, di fronte allo spauracchio di rimanere bloccati al Nord, furono decine di migliaia i precari meridionali che ritornarono nelle terre natie, le liste delle regioni settentrionali si spopolarono e quelle meridionali si gonfiarono a dismisura. L’anno successivo, il ministro Gelmini stoppò le assunzioni, bloccò i trasferimenti di provincia e inventò le graduatorie di coda: altre tre liste provinciali in cui i precari potevano inserirsi, ma soltanto in coda.

A questo punto alcune associazioni e sigle sindacali si rivolsero ai giudici, i quali passarono la palla alla Consulta che a febbraio di quest’anno si pronunciò contro le “code” e a favore della libera circolazione dei lavoratori italiani su tutto il territorio nazionale. Un pronunciamento che costrinse il governo a riaprire le graduatorie agli spostamenti, con l’inevitabile trasferimento al Nord di oltre 30 mila precari meridionali rimasti a secco in questi anni per i tagli agli organici che hanno penalizzato soprattutto le loro regioni.

Secondo i resoconti top secret dei sindacati dopo l’incontro di ieri saranno 6.280 le immissioni in ruolo per le insegnanti di scuola dell’infanzia, di cui quasi un quarto dalle vecchie liste: 1.681 dalle graduatorie 2009/2011 e 4.599 dalle graduatorie per il 2011/2014. Un percentuale di reclutamenti dalle vecchie liste che schizza al 44 per cento alla primaria – 3.825 immissioni in ruolo, di cui 1.680 dalle vecchie graduatorie – e addirittura al 47 per cento per il sostegno – 3.243 assunzioni dalle vecchie graduatorie su 6.887 – dove gli scavalcamenti dei precari meridionali ai danni dei colleghi settentrionali raggiungono il massimo. Per la media – 1.680 assunzioni dalle vecchie liste su 7.277 – si ritorna al 23 per cento per risalire al 28 per cento al superiore: 1.680 su 5.931. Dati che al momento sono top secret ma che sembrano “calibrati a tavolino” come dichiara Russo proprio per neutralizzare l’offensiva degli insegnanti del Sud, ma che potrebbe nelle prossime ore vedere ricostituire il fronte bipartisan dei 61 deputati meridionali che alcuni mesi fa intimato alla Gelmini di investire della questione il Parlamento.

da www.repubblica.it del 5 agosto 2011