attualità, politica italiana

"Palazzo chigi franco-tedesco", di Andrea Bonanni

Il commissariamento europeo del governo italiano si consolida e prende la forma di una riunione straordinaria del consiglio della Bce e di un comunicato congiunto Merkel-Sarkozy. Il tutto alla vigilia di una riapertura dei mercati che si preannuncia burrascosa e mentre i ministri del G7 si riuniscono in una conference call d´emergenza nella notte per cercare di mandare un messaggio di fiducia che eviti il tracollo.L´Italia nominalmente fa ancora parte del G7. Ma c´è da chiedersi quale contributo potrà mai dare essendo l´unica delle sette potenze industrializzate del Pianeta che figura oramai sotto tutela da parte dei suoi pari, incapace di garantire con l´autorevolezza politica del proprio governo la solvibilità delle sue finanze pubbliche.
Lo spettacolo non è dei più edificanti. Venerdì Berlusconi è stato di fatto costretto dalla Bce e dai partner europei ad anticipare i tempi della manovra economica e a promettere misure che fino a pochi giorni prima aveva escluso.
Un cedimento reso necessario dal bisogno disperato di un intervento della Banca centrale per comprare titoli di stato italiani sul mercato secondario ed evitare che i tassi di interesse, già ai loro massimi storici, schizzino a livelli incontrollabili. Questo annuncio, che sarebbe stato saggio e lungimirante se fatto in autonomia qualche mese fa, risulta invece umiliante perché imposto dall´esterno ad un Paese che appare ormai con l´acqua alla gola. E neppure questo, a quanto sembra, è bastato per superare le reticenze della Bce a venire in aiuto dell´Italia. Ieri il presidente dell´Istituto di Francoforte, Jean-Claude Trichet, ha annunciato la convocazione di una teleconferenza tra tutti i membri del consiglio direttivo per ottenere un «via libera politico» all´acquisto di Bot sul mercato: come dire che neppure le assicurazioni del capo del governo italiano bastano come garanzia della serietà della manovra annunciata e che la responsabilità di dare fiducia all´Italia deve essere condivisa dall´insieme dei governatori delle banche centrali europee. Anche perché la stazza della nave da salvare, questa volta, è di tali dimensioni da richiedere un intervento coordinato da parte di tutte le banche centrali dell´eurozona.
E il consenso politico richiesto dalla Bce è arrivato puntuale ieri in serata. Ma a darlo è stato l´asse franco-tedesco con un comunicato congiunto della cancelliera Merkel e del presidente Sarkozy. È toccato a Parigi e Berlino farsi garanti della serietà della nuova manovra italiana, frettolosamente anticipata da Berlusconi.
Ma l´intervento di mallevadoria da parte dell´accoppiata Merkel-Sarkozy ha un prezzo. Da una parte, infatti, i due sollecitano «una messa in opera rapida e completa delle misure annunciate», dall´altra confermano il mandato alla Bce a decidere se e come intervenire sul mercato secondario in difesa dei Paesi sotto attacco.
Quella che si è compiuta ieri, insomma, è la formalizzazione del commissariamento del governo italiano. Da una parte la Banca centrale chiede un mandato politico, non all´Italia ma al resto dell´Europa, per intervenire in difesa dei titoli di stato italiani. Dall´altra i leader dell´eurozona, Francia e Germania, danno un giudizio favorevole ma condizionato, e rimettono alla Banca centrale il compito di tenere l´Italia sotto tiro decidendo volta per volta l´opportunità di un intervento di sostegno.
In questo scenario quantomeno umiliante, il governo italiano è costretto al silenzio. Se la Spagna, che si trova in difficoltà analoghe, per bocca della ministra delle Finanze Elena Salgado si permette di rivolgere alla Bce un secco invito «a fare il proprio lavoro» e a comprare i bond spagnoli, Roma tace. Del resto non può fare altro se non sperare nella benevolenza interessata dei partner europei. Se l´enorme debito pubblico è una pietra al collo del Paese, è il clamoroso deficit di credibilità politica del nostro governo l´elemento che rischia di metterci definitivamente in ginocchio.

La Repubblica 08.08.11

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«Azienda commissariata, i manager si cambiano», di Andrea Garibaldi

«L’Italia è stata commissariata. Come quando un’azienda va male e il manager non sa porre rimedio. Le banche intervengono a risanare e di solito, in questi casi, c’è il cambio del management» . Guido Roberto Vitale è un banchiere d’affari, presidente della Vitale &associati, vicepresidente del Fondo italiano per l’Ambiente, già presidente di Rcs, di Lazard Italia, di Euromobiliare. Ha apprezzato l’analisi di Mario Monti sul Corriere di ieri. L’Italia avrebbe bisogno di un nuovo governo? «L’Italia avrebbe bisogno di un governo più forte, sostenuto dalla società civile» . E questo è un quadro possibile a breve scadenza? «La Bce e i partner più solidi dell’Unione Europea sono intervenuti nel loro e nel nostro interesse. A questo punto può restare in carica il governo attuale, a patto che segua i consigli dei Paesi virtuosi, le indicazioni della signora Merkel» . Scrive Monti che di fronte a decisioni imposte da altri, avremmo bisogno di «patriottismo economico» . «Adesso il vero patriottismo è dare retta alle istituzioni internazionali. Lo scatto d’orgoglio consiste nell’accettare l’indispensabile commissariamento» . L’Europa non avrebbe bisogno di un’Italia «rispettata e autorevole» , anziché fonte di problemi? «Certo. Ma per tornare ad avere un ruolo in Europa, dobbiamo prima mettere ordine in casa. Viviamo al di sopra dei nostri mezzi. È l’accusa che la Cina ha appena rivolto agli Stati Uniti» . Non abbiamo le credenziali per essere protagonisti in Europa? «Dalla crisi si può uscire più forti e più determinati a costruire un’Europa politica, non solo monetaria. Noi non diamo la sensazione di avere a cuore il futuro del Continente. Siamo stati distratti da mille altre priorità» . Nella gestione della crisi, secondo Monti, c’è stato molto tempo perduto. «Tutto il nostro ceto politico ha perso i contatti con la società civile. Troppa autoreferenzialità, troppo benessere, troppe auto blu. L’opposizione, Pd in testa, non è stata in grado di esprimere un programma con pochi punti essenziali, logici, coordinati (e impopolari) per rilanciare il Paese» . Le misure presentate dal governo venerdì saranno efficaci? «L’anticipo della manovra economica era un’esigenza evidente. Dispiace che siamo arrivati a farcelo imporre dall’estero. Fra i politici, l’unico che ha capito la situazione è Casini» . Ci sarà bisogno di altre misure? «Probabilmente bisognerà fare una lotta feroce alle false pensioni di invalidità. Bisognerà innalzare l’età pensionabile per le donne. E bisognerà toccare i vitalizi di deputati e senatori, veri e propri “privilegi del principe”» . Poi ci vorranno provvedimenti per la crescita? «Prima fermiamo l’emorragia. Riguardo alla crescita, ho un’impostazione keynesiana. Vanno bene alcune liberalizzazioni e privatizzazioni. Ma l’Italia necessita soprattutto di nuove infrastrutture» .

Il Corriere della Sera 08.08.11