Giorno: 8 Novembre 2011

"Mediaset, divorzio, eredità l´impero economico di Silvio adesso rischia l´assalto", di Ettore Livini

Mediaset, divorzio, eredità l´impero economico di Silvio adesso rischia l´assalto. Summit ad Arcore con Marina e Pier Silvio. Da inizio anno i titoli hanno perso il 47% Timori per la raccolta pubblicitaria e il venir meno delle leggi ad hoc Dal 1994 a oggi la dinastia brianzola ha moltiplicato per sette la propria ricchezza, che oggi si avvicina ai 4 miliardi. Più che una riunione di famiglia, un consiglio di guerra. Il tradizionale pranzo del lunedì ad Arcore tra Silvio Berlusconi, i figli e i suoi collaboratori più fidati si è trasformato ieri, causa emergenza politica, in un delicatissimo summit sul futuro della Dinasty brianzola e delle aziende di casa. Ordine del giorno: le conseguenze su Fininvest e dintorni delle eventuali dimissioni del premier. Presenti (sicuri) al tavolo Marina e Pier Silvio, mentre non è stata confermata la partecipazione di Barbara, Luigi ed Eleonora, i tre figli di Veronica Lario. La posta in gioco è molto alta su diversi fronti. Il capitolo più delicato nell´immediato è – come ovvio – il destino di Mediaset. Finita …

"Dimensionamento? Chi lo ha fatto rischia di rifarlo", di Mario D'Adamo

Ma le regioni chiedono uno slittamento. E il ministero ci sta pensando. La legge di stabilità ha abbassato i parametri per formare gli istituti comprensivi. La diffusione generalizzata di istituti comprensivi di scuola dell’infanzia, scuola primaria e scuola secondaria di primo grado sta subendo un rallentamento. Non solo per la decisa opposizione di alcune regioni, che hanno presentato ricorso alla Corte costituzionale, lamentando l’intrusione dello Stato nelle loro competenze in materia di programmazione della rete scolastica territoriale, o per la posizione che la stessa Conferenza delle regioni e delle province autonome ha preso il 27 ottobre scorso, chiedendo che l’operazione sia distribuita lungo l’arco del prossimo triennio. Lo stesso ministero, infatti, sembra incoraggiare discussioni e quindi possibili ripensamenti. Il sottosegretario Giuseppe Pizza, rispondendo a un’interpellanza, prima firmataria Maria Coscia, parlamentare del partito democratico, ha riconosciuto che «le operazioni relative ai piani di dimensionamento debbano essere svolte in tempi adeguati di consultazione tra i vari soggetti coinvolti», e non sono pochi, affinché poi le decisioni finali trovino «la più ampia condivisione possibile», ed ha affermato anche …

"Linee guida tecnici e professionali: insegnamento della storia fra high-tech e high-touch", di Anna Maria Bellesia

Fervono i preparativi per la messa a punto delle Linee guida per il secondo biennio e il quinto anno degli istituti tecnici e professionali. La bozza, attualmente all’esame del Cnpi, è ancora un documento in fieri, in alcune parti già definito, in altre ancora grezzo e disomogeneo. Lo schema delle Linee guida è apparso sul sito dell’Ansas per un breve periodo in luglio e con accesso riservato. La discussione è rimasta così limitata agli addetti ai lavori, mentre una gestione più aperta avrebbe potuto stimolare contributi utili specialmente riguardo alle discipline. La “dinamica integrazione” tra cultura umanistica, scientifica e tecnologica costituisce il leitmotiv per il secondo biennio e l’ultimo anno, tuttavia bisogna fare attenzione a non cadere in forzature. E’ il caso della storia. Nell’introduzione delle Linee guida (al momento la sezione meglio definita) leggiamo che “l’insegnamento della Storia tende ad ampliare e rafforzare l’acquisizione delle competenze chiave di cittadinanza” e “l’approccio, quindi, non può che essere ‘globale’, ossia imperniato sull’intreccio fra le variabili ambientali, demografiche, tecnologiche, scientifiche, economiche, sociali, politiche, culturali”. D’altra parte però, …

"Il premier abbandonato anche da Gianni Letta", di Claudio Tito

«Stai commettendo un errore. Se vai avanti così, nessuno ti può aiutare. Nemmeno noi. Nessuno può garantirti più i numeri alla Camera». Se a parlare così è un uomo prudente e soprattutto leale nei confronti di Berlusconi come Gianni Letta, allora è davvero inspiegabile l´ostinazione con cui il Cavaliere sta insistendo per la sua strada contro tutto e tutti. Il premier sembra ormai incosciente, quasi in trance. Incapace di capire cosa gli capita attorno e di cogliere i segnali che quotidianamente la Ue e i mercati finanziari gli spediscono con crescente allarme. IL PDL – quella che doveva essere la sua creatura e il suo lascito alla politica – ha sostanzialmente alzato le braccia dinanzi alla sua cocciutaggine. Nel bunker di Via dell´Umiltà, persino gli uomini più fedeli non fanno più nulla per evitare la resa dei conti in Parlamento. Come se ognuno volesse scrollarsi di dosso la responsabilità di una sconfitta probabile e liberarsi dal peso di una scelta irresponsabile. Del resto, il capo del governo ormai agisce in solitudine. Prima ha concordato con …

"Rai, eutanasia del servizio pubblico", di Matteo Orfini*

Mancano le competenze per stare al passo coi tempi e con le regole del mercato. Il risultato ottenuto da Santoro è straordinario: il 14% di share su un circuito alternativo è un dato senza precedenti e conferma che la Rai ha commesso una follia nel rinunciare ad Anno Zero. D`altra parte è sempre più evidente che siamo a un tornante decisivo per il servizio pubblico: tutto cambia, le vecchie rendite di posizione non bastano più, la concorrenza inizia ad essere una realtà e bisogna dimostrarsi all`altezza innovando e sperimentando; la Rai avrebbe dimensioni e storia per essere il soggetto che indirizza il cambiamento, invece di subirlo. Ma purtroppo un giorno dopo l`altro il consiglio d`amministrazione e il direttore generale dimostrano di non avere caratura e competenze per raccogliere la sfida. C`è un piano industriale poco conosciuto – e il poco che si sa è inquietante; c`è una gestione interna grottesca: si rompono autoritariamente le trattative con l`usigrai, si penalizzano i lavoratori della produzione, non si offre alcun futuro ai precari mentre i privilegi non vengono …

"La crisi, i ricchi e le oligarchie", di Nadia Urbinati

L´eguaglianza ha fatto il suo grande rientro nella politica quotidiana. Ed è un ospite non gradito per chi tiene le fila delle transazioni finanziarie e delle politiche monetarie. Lo si vede da come i governi hanno accolto la proposta di istituire una tassa sulle rendite patrimoniali – il nostro è all´avanguardia nell´aver escogitato tutte le misure che possono pesare sui molti senza direttamente toccare i pochi (in extremis e nella disperata ricerca di sopravvivere qualche giorno in più tira fuori la proposta di ‘Tobin tax´ ma senza dimostrare di crederci). Presumibilmente perché a Roma l´oligarchia governa direttamente, senza intermediari. È fuori di dubbio che Silvio Berlusconi sia il più ricco italiano e quindi tra quell´1% che Occupy Wall Street ha individuato come la minoranza che accumula e concentra potere entrando fatalmente in rotta di collisione con la maggioranza e, quindi con l´eguaglianza. Oligarchia e democrazia sono esplicitamente visibili e in tensione. In un ottimo libro dal titolo chiaro, Oligarchy, uscito per Cambridge University Press pochi mesi fa, Jeffrey A. Winters ci ricorda che la democrazia …

"Il prezzo che paghiamo", di Miguel Gotor

Berlusconi si muove sull´orlo del baratro e nelle ore decisive incontra a Milano i figli e il fido Confalonieri, la famiglia e l´azienda, a ribadire la matrice privatista della sua gestione della cosa pubblica. Non sappiamo quando, ma l´albero di Berlusconi cadrà di schianto e le borse voleranno. Sarà anzitutto un bene per l´Italia perché prima degli interessi di una parte, vengono quelli nazionali, da troppo tempo umiliati e offesi. Dal giorno dopo, si apriranno due possibili scenari che implicano un differente giudizio sulla stagione berlusconiana e una diversa valutazione del grado di drammaticità raggiunto dall´attuale emergenza italiana sul piano economico e civile. Il primo di essi vede una soluzione della crisi dentro il recinto delle attuali forze di governo con Berlusconi che accetta di fare un passo indietro in favore di Schifani o di Letta in cambio dell´allargamento della maggioranza al Terzo polo. Tale proposta ha il limite di interrogare la solidità del patto politico tra Futuro e Libertà e l´Udc, verosimilmente dividendolo. Ai seguaci di Fini potrebbe bastare un Berlusconi in panchina per …