Giorno: 12 Novembre 2011

Intervento di Dario Franceschini alla Camera dei Deputati "Oggi si apre una pagina nuova"

Signor Presidente, oggi scende il sipario su una lunga e dolorosa fase della storia politica italiana. Il Paese arriva a questa giornata frastornato, impaurito, travolto da una crisi finanziaria che ha attraversato le vite individuali e la nostra esperienza collettiva. Ma l’Italia arriva ancora carica di potenzialità, carica di energie, un Paese che ha voglia di voltare pagina ed ha voglia di ricominciare daccapo. Era sembrato, per molti anni, questi lunghi anni, che il potere si fosse trasferito altrove, che la forza dell’economia, la forza del denaro, la forza dei soldi, la forza della spregiudicatezza, fosse inesorabilmente diventata molto molto più forte di istituzioni giudicate troppo deboli e troppo antiche. Qualcuno sottolineava questo con preoccupazione, qualcun altro con soddisfazione, ma era una valutazione comune, soprattutto perché quelle istituzioni sono state maltrattate ed insultate da chi ne ha guidata una parte in questi anni. E, invece, proprio quelle istituzioni democratiche e, in particolare, il Parlamento – e di questo dovremmo essere tutti orgogliosi -, hanno dimostrato di essere più solide e più forti di qualsiasi potere …

"Conti avvelenati: per chi verrà mancano 20 mld", di Marco Causi

Una delle cose che il paese, e l’Europa, si aspettano dalla nuova fase politica che si sta aprendo in Italia è che il racconto della verità si sostituisca alle cortine fumogene copiosamente sparse al vento dal marketing di stile berlusconiano. Non sarà facile. Ancora in queste ore le litanie propagandistiche di tanti (quasi ex) ministri del governo dimissionario riempiono stampa e televisione. Una su tutte: che erlusconi e Tremonti stiano lasciando in eredità un bilancio pubblico già programmato per il pareggio nel 2013. Non è vero. D’altra parte, se fosse vero non si capirebbe perché fin dall’inizio di luglio, appena letto il testo del primo decreto-manovra, gli analisti europei e internazionali abbiano lanciato l’allarme sul fatto che l’Italia non stesse mantenendo gli impegni. E infatti quella manovra cifrava molto meno di quanto promesso nei documenti di programmazione concordati con l’Europa ad aprile (25 miliardi contro 42). Il problema, purtroppo, è restato tutto intero anche dopo le numerose manovre e correzioni di luglio e di agosto. È vero che il complesso della manovra è stato portato …

"Ministri Donna (Sì, Competenti) e un Uomo all'Istruzione" di Maria Laura Rodotà

Siamo oneste. Ieri, la prima reazione di molte di noi all’osservazione «non ci sono donne nel nuovo governo» è stata «ma chi se ne frega se non ci sono donne nel nuovo governo». Viviamo una fase terribile e abbiamo avuto ministre discutibili; ci si preoccupa più per lo spread che per le quote. Poi però ci si è rese conto che un nuovo governo ancora non c’è. Che c’è, al momento, l’usuale toto-ministri. Che i commissari tecnici del mondo politico-mediatico che lanciano o bruciano candidature sono in maggioranza maschi, e maschilisti. Probabilmente più di Giorgio Napolitano e Mario Monti, signori non giovani ma — verrebbe da dire — più civilizzati di altri. Con lunga pratica di democrazie — e di società — più avanzate della nostra sui temi della parità tra uomini e donne. Perciò pare altamente improbabile il governo tuttimaschi che in questi giorni alcune paventano su Twitter, Facebook e nei dibattiti online. Pare improbabile; ma il fatto stesso che ci siano timori, che se ne discuta, che si insorga (sia pure online) è …

«Le imbarazzanti domande dell'Europa sulla PA», di Luigi Oliveri

Il questionario della Commissione Europea, che vuole vederci chiaro sugli effetti delle riforme promesse come elemento dello sviluppo, tocca il nervo scoperto del sostanziale fallimento delle nuove regole sulla pubblica amministrazione, sbandierate come una panacea. Il governo in questi anni non ha fatto altro che parlare di scarsa produttività dell’amministrazione pubblica, di costo troppo elevato dei dipendenti e del loro numero eccessivo. In Europa, per coerenza, si aspettano concrete riduzioni di questi indicatori. Come spiegare ora che era solo propaganda? Il questionario della Commissione Europea per vederci chiaro sugli effetti delle riforme promesse come elemento dello sviluppo, tocca il nervo scoperto del sostanziale fallimento delle nuove regole sulla pubblica amministrazione, sbandierate come una panacea. COME SI VALORIZZANO GLI INSEGNANTI? La prima domanda che mette a nudo incertezze e contraddizioni delle riforme e degli impegni dell’Italia è quella contenuta al punto 14, ove si chiede “Come intende il governo valorizzare il ruolo degli insegnanti nelle singole scuole? Quale tipo di incentivo il governo intende varare?”. È una domanda molto pertinente. Sin dall’approvazione della manovra estiva 2008 …

"Nelle mani di Napolitano", di Carlo Galli

Se, dopo le dimissioni che Berlusconi si è impegnato a rassegnare oggi, l´Italia sarà traghettata verso una condizione di minore insicurezza lo dovrà a Giorgio Napolitano. Che si è assunto il compito di guidare con responsabilità e prudenza, ma anche con fermezza, la transizione da un´eccezione a un´altra, fino alla normalità. Cioè di gestire l´eccezione con stile e con finalità opposte a quelle del premier. Dentro il cui partito, invece, sta crescendo la ribellione contro la normalizzazione per perpetuare fino all´ultimo l´anomalia berlusconiana: con il rischio di far saltare l´unica chance di salvezza dell´Italia dal baratro finanziario. Lo stato d´eccezione è stato il modo con cui Berlusconi ha governato: la forzatura delle norme e delle forme costituzionali, l´attivazione di uno scontro costante con la magistratura, la sollecitazione di un conflitto ideologico, modellato sul rapporto amico-nemico, tra maggioranza e opposizione. La politica doveva esprimere la propria energia al di fuori delle istituzioni: le elezioni non servivano a eleggere una maggioranza ma a fondare il rapporto carismatico fra il Capo e il suo Popolo; un rapporto che …

"Pd, ora devi batterti su tutti i fronti", di Stefano Menichini

L’operazione Monti è forte. Non solo può offrirci l’uscita d’emergenza dall’incendio finanziario, il paracadute nella caduta economica. Può fare di più. Può avviare lo scardinamento dell’Italia delle corporazioni, spezzare la spirale settaria, mettere ai margini chi vive della rendita avvelenata della contrapposizione ideologica, bonificare il terreno dove si svolgerà comunque presto un confronto elettorale che deve essere diverso da quelli inconcludenti del passato. Per questo l’operazione Monti ha tanti nemici, che di fretta e con furia si mobilitano, si organizzano, cercano di fermare il virtuoso processo politico e istituzionale messo in moto dal presidente Napolitano. Sono nemici trasversali, perché trasversale è stata in questi anni la convenienza a porre veti, a coltivare orti conclusi, a sparare dalle nicchie della conservazione contro chiunque e qualsiasi cosa cercasse di muoversi e cambiare. Non c’è solo l’oltranzismo berlusconiano che si raduna domani a Milano, non lontano dal teatro Lirico dove Mussolini tenne il suo ultimo discorso: fu un successo, tanta gente, l’ultima raffica di propaganda prima della fine. L’interesse di Ferrara, di Feltri e di Sallusti è dichiaratamente …

"Verso il nuovo governo. L'appello degli studenti a Napolitano", di A.G. da La Tecnica della Scuola

La Rete studenti medi e l’Unione degli Universitari scrivono al Capo dello Stato, perché in un momento delicato come quello che stiamo vivendo possa fare da garante per favorire formazione pubblica di qualità. Il richiamo a prescindere dal merito delle scelte. Critiche alla Gelmini: non ci ha voluto ascoltare. A poche ore dall’epilogo del Governo Berlusconi, gli studenti italiani si rivolgono ancora una volta al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, per chiedere garanzie sulla tutela dell’istruzione pubblica. Protagonisti del gesto, riassunto in una lettera pubblica, sono la Rete studenti medi e l’Unione degli Universitari. “Caro signor Presidente – scrivono – , nelle prossime ore Lei sarà chiamato a decisioni tanto delicate quanto importanti per la tenuta del nostro Paese. Ci rivolgiamo proprio a Lei in questo momento perché come ha ascoltato la voce delle studentesse e degli studenti in passato, lo possa fare anche oggi, ponendosi quale elemento di garanzia e di tutela per il mantenimento di un sistema di formazione pubblico e di qualità”. Gli studenti non chiedono a Napolitano di operare in modo …