Giorno: 20 Novembre 2011

"Saviano a Wall Street spiega la mafia agli indignati d'America. Ressa per l'autore di «Gomorra»", di Alessandra Farkas

Roberto Saviano a Zuccotti Park: un’occasione unica per turisti e giornalisti italiani della Grande Mela, che, complice il sole di un tranquillo sabato mattina, si sono dati appuntamento nella leggendaria piazza sgomberata dalla polizia nel cuore di Wall Street, trasformandola in una caotica Little Italy di flash, urla e microfoni. Giubbotto arancione, barba incolta e jeans, l’autore di Gomorra invitato ufficialmente a New York dagli organizzatori di Occupy Wall Street ha iniziato il suo comizio verso mezzogiorno, terminandolo una quindicina di minuti più tardi. Ma tranne pochi fortunati in prima fila — tra questi l’economista Nouriel Roubini — quasi nessuno è riuscito ad afferrarlo. La famosa «magia del microfono umano» — ogni frase ripetuta di bocca in bocca dagli indignati perché a Zuccotti Park i megafoni sono proibiti — con i reporter italiani non ha funzionato. Leggendo da un testo scritto in inglese, Saviano ha spaziato dal tema della mafia («l’unica economia che non conosce crisi») al nuovo governo Monti («dobbiamo dargli tempo, ma non troppo»), da Berlusconi («ha mentito e ora l’Italia è in …

"Profumo di novità a scuola", di Marina Boscaino

Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione”. Questa volta hanno fatto un effetto particolare le parole della cerimonia del giuramento del nuovo governo. Attribuisco a chi ha pronunciato quella formula solenne e densa, a prescindere, altra intenzionalità, altra consapevolezza, altra motivazione, dopo lo scempio degli ultimi anni. Ho idea che la gravità del momento, le specifiche competenze professionali nel settore di destinazione e il non diretto coinvolgimento nella farsa politica degli ultimi 15 anni – con il senso di lontananza e di disgusto che hanno lasciato in molti cittadini – abbiano potuto implicare un’adesione più concreta, profonda, etica a quelle parole. Non ho formule in tasca, certezze granitiche da esibire, pregiudizi da urlare in via preliminare. Dell’ingegner Francesco Profumo non so niente, se non ciò che si legge da giorni: una brillantissima carriera, riconosciuta sia in ambito scientifico che accademico, rettore del Politecnico di Torino, presidente del Cnr. Non ho motivi per credere che la sua azione sulle …

"Al Nord Lega e Pdl divisi perdono i sette capoluoghi", di Roberto D'Alimonte

Per ora il rischio di elezioni anticipate nel 2012 è stato scongiurato. Ma nella prossima primavera si terrà comunque una tornata elettorale amministrativa. Sarà un passaggio delicato per i partiti che sostengono il governo Monti e per la Lega Nord che sta all’opposizione. La lista dei comuni e delle province che andranno al voto non è ancora definitiva ma le variazioni rispetto a oggi saranno limitate. I comuni interessati sono complessivamente 952. Di questi 144 sono comuni sopra i 15.000 abitanti e 808 sotto. Nei primi si voterà con un sistema elettorale maggioritario a due turni, nei secondi con sistema maggioritario a turno unico. Tra i comuni più grandi 27 sono comuni capoluogo di cui 10 al Nord. Nel complesso gli elettori sono quasi nove milioni. In aggiunta si andrà alle urne in sette province. Qui gli elettori sono poco più di tre milioni e mezzo. Non è un test nazionale ma sarà comunque un test significativo che consentirà di valutare da una parte la politica delle alleanze dopo la caduta del governo Berlusconi e …

"Piccoli razzismi crescono E l’Unicef lancia l’allarme", di Sara Ricotta Voza

In qualche centinaio di case italiane, nell’ottobre scorso, dev’essere andato in scena il seguente quadretto: genitori che arrancano «a mano» sulle pagine del censimento e figli che rispondono via web all’indagine Unicef «sulla percezione del razzismo tra gli adolescenti italiani e di origine straniera». Diligenti entrambi, ci permettono di saperne di più sugli italiani che siamo e che abbiamo intenzione di essere, oltre che su quei «nuovi italiani» che il presidente Napolitano ha definito – facendo commuovere il campione Balotelli – «la linfa vitale di cui il Paese ha bisogno». Oggi infatti è la «Giornata dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza» e l’Unicef ha pensato (già un anno fa), che fosse il caso di dedicarla a una grande campagna di sensibilizzazione (Titolo: «Io come Tu») contro il razzismo tra i giovani. Così ha incaricato un istituto di ricerche di mercato (Lorien) che ha deciso di interrogare i giovani – italiani e di origine straniera – esclusivamente via web. I risultati, specie se raffrontati coi dati usciti da un’analoga indagine del 2010, sono per un verso rassicuranti …

«Società e posti di lavoro ai figli: così pagavano i politici», di Fiorenza Sarzanini

Le accuse: con la valigetta nell’ufficio dei centristi. Matteoli, Brancher e Tremonti referenti dell’ad. Posti di lavoro e consulenze affidate ai figli e ad altri familiari di politici. Quote di società private intestate a parlamentari oppure a loro parenti che ottengono appalti dalle aziende pubbliche. Eccolo il «sistema di illegalità» illustrato dal giudice Anna Maria Fattori che porta all’Enav e ad aziende del Gruppo Finmeccanica. Ecco come «il potere politico, distratto dalla cura della res pubblica, esige di trarre dall’esercizio del potere economico di cui individua i detentori, utilità per i singoli e per i partiti che li sostengono». Sono le rivelazioni del consulente Lorenzo Cola, dell’imprenditore Tommaso Di Lernia, del commercialista Marco Ianilli a delineare «con dichiarazioni ripetute e concordanti la serie di rapporti, relazioni, cointeressenze e conflitti di interessi personali e imprenditoriali». E così a descrivere il meccanismo delle «frodi fiscali da cui generano risorse extracontabili utilizzate per erogare somme non dovute a infedeli apparati e uomini dello Stato e delle imprese per ottenere appalti e nomine». I politici di riferimento Nell’ordinanza vengono …

"Escludere la scuola dal patto di stabilità”, di Andrea Rossi

Chissà se è vero, come dice il nuovo ministro all’Istruzione Francesco Profumo, che «la crisi è una benedizione» perché favorisce l’emergere «delle grandi strategie». Di sicuro costringe a ripensare, cercare nuove strade, se non altro perché impone di lavorare con risorse sempre minori. Ci voleva la crisi più dura dal dopoguerra per vedere seduti intorno allo stesso tavolo gli assessori alla scuola di Torino, Milano, Bologna e Napoli, un quartetto di donne impegnate nel cercare soluzioni comuni. Ieri hanno elaborato una piattaforma, riassunta in un documento che sarà inviato al ministro Profumo. Un grido di dolore che si può riassumere in uno slogan: si chiuda l’epoca dei tagli, si apra l’era degli investimenti. Non reclamano soltanto soldi, per non vedere affondare la qualità dei servizi. Chiedono, più che altro, una nuova fase, un recupero della centralità della scuola. E un rapporto solidale tra Stato ed enti locali. A cominciare dal patto di stabilità. «I Comuni gestiscono una serie di servizi che sarebbero di competenza statale, come le scuole materne», spiega il vicesindaco di Milano Maria …

La «fiducia» dei precari a Monti: «Più diritti per uscire dalla crisi», di Maria Grazia Gerina

Chiara, trent’anni la prossima settimana, lo dice tutto d’un fiato: «Sono una psicologa precaria, lavoro da sei anni nei centri d’igiene mentale, sempre con contratti di sei mesi, due mesi, un mese. A volte anche senza contratto. Mi pagano ogni quattro mesi, quando va bene. Non ho diritto a ferie retribuite ma ho il dovere di pianificarle, non ho diritto alla malattia eppure mi ammalo, non ho diritto alla gravidanza, eppure a trent’anni, un figlio lo vorrei avere, non ho diritto alla pensione, eppure un giorno invecchieremo anche noi precari…». Antonio viene da Torre del Greco, è uno dei fondatori di “Giovani in movimento”: «Eravamo tutti studenti, dieci anni dopo ci siamo guardati in faccia e ci siamo resi conto che eravamo tutti quanti precari». Giulia, 32 anni, e Rita, 34, sono rispettivamente ingegnere e architetto. A partita Iva. Le società per cui lavorano le pagano come se fossero lavoratrici autonome. E però: «Abbiamo orari di lavoro da rispettare – a molte di noi spesso viene chiesto anche di timbrare il cartellino – come qualunque …