Giorno: 26 Novembre 2011

Bersani: Per noi eguaglianza è sinonimo di sviluppo

Il Segretario del Partito Democratico chiude la Conferenza nazionale per il lavoro autonomo e la micro e piccola impresa. “Bisogna fare presto, ma lasciatelo dire a noi! Sono tre anni che ne parliamo. Sembra che qualcuno abbia vissuto in un sonno totale dove non è mai suonata la sveglia”. “Con oggi ci mettiamo alla pari del mondo delle Pmi: questa manifestazione è una risposta a quelli che pensano che il PD si ponga in una posizione al di sopra. Invece è proprio da qui a Monza che parte una ricerca comune per vedere cosa si può fare per il bene di questo Paese”. Così il segretario Pier Luigi Bersani ha introdotto il suo intervento alla Conferenza nazionale del PD per il lavoro autonomo e la micro e piccola impresa. “Non c’è nessuna stagione di scambio politico, nessun favore alle imprese in cambio di qualche voto. Anzi rispondiamo a quelli che dicono che abbiamo rinunciato alla vittoria elettorale: lo abbiamo fatto per il bene del Paese, perché per noi l’Italia è al primo posto” ha continuato …

Fassina: «Italia ha grande capacità di recupero, e ce la farà»

E’ stato Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, ad aprire stamattina la Conferenza nazionale per il lavoro autonomo e la micro e piccola impresa organizzata dal Partito Democratico a Monza, presso la Villa Reale. «Una manovra aggiuntiva ora per compensare la recessione della finanza pubblica aggraverebbe il circolo vizioso, la sofferenza del sistema bancario con una contrazione del credito alle imprese», ha spiegato Fassina rilanciando le proposte del partito per l’economia, a partire dalla patrimoniale. Per Fassina ulteriori manovre correttive sono da «valutare bene»: l’Italia ha «problemi di liquidità, non di solvibilità del debito» e le manovre fatte finora porteranno al pareggio di bilancio nel 2013 ed avere nel 2014 un avanzo strutturale del 6%. Per il rilancio, secondo il responsabile economico del Pd, bisogna pensare ad una riduzione «selettiva e mirata» delle agevolazioni fiscali, lavorare sulla patrimoniale pensare a un progetto straordinario per i giovani. Certo bisogna lavorare anche sulla spesa riorganizzando le macchine amministrative. «La priorità – ha sottolineato – è uno sviluppo sostenibile». La situazione di Fiat che ha annunciato di voler …

"Il passaggio obbligato degli eurobond", di Marco Causi*

Il Commissario europeo Olli Rehn ha confermato ieri a Montecitorio che la nuova governance economica dell’Unione non arretra di un millimetro sul fronte del rigore di bilancio nei paesi più vulnerabili agli elevati debiti pubblici. Ha annunciato il tempestivo utilizzo delle procedure di allarme preventivo (early warning) findal primo giorno in cui entreranno in vigore le nuove regole, il 13 dicembre, con il Belgio nel mirino. Ha confermato lo stretto monitoraggio sui conti pubblici italiani. Ma l’Europa non può non interrogarsi: quale credibilità ha un’area monetaria incapace di influenzare i tassi di interesse di primarie attività finanziarie denominate nella sua valuta, e lascia fare alla speculazione più o meno quellon che vuole? Questo è un problema per tutti, non solo per i paesi ad alto debito. Olli Rehn ha esposto il pensiero della Commissione europea sulle modifiche dei trattati, proponendo un doppio binario: poche e chirurgiche innovazioni da fare presto e un cantiere più ampio di riforme che necessita di più tempo. Ha ricordato che la Bce può utilizzare, anche a trattati invariati, margini di …

"Leghisti di governo", di Paolo Natale

Un piccolo ma importante segnale. Un paio di giorni fa, come faccio usualmente per provare a comprendere l’aria che tira nel Carroccio, ascoltavo l’organo radiofonico della Lega, Radio Padania libera. In uno dei consueti microfoni aperti, telefona un radioascoltatore che, intervenendo sul tema delle riforme su cui si stava dibattendo, sottolinea il fatto che in fondo, nei quasi dieci anni di governo, il partito di Bossi non è mai riuscito a far passare leggi essenziali per il risanamento economico del paese. Un intervento certo un po’ polemico, ma piuttosto tranquillo nei toni e nelle modalità utilizzate. Il conduttore, in preda ad una specie di raptus, inizia da quel momento, e per quasi un minuto, ad insultare l’ascoltatore tacciandolo di comunismo, di imbecillità, di provocazioni gratuite. Invitandolo infine ad evitare di richiamare la radio nei mesi e negli anni a venire. Perché (sua frase testuale) «in questa emittente non c’è libertà di parola». Un po’ allibito ripenso a quello che accadeva fino a poche settimane fa: allora a Radio Padania si intrecciavano elogi e appoggi all’azione …

"Zagrebelsky: politica sotto tutela tecnocratica", di Dino Martirano

«Gustavo, non essere così pessimista. Non perdiamoci d’animo…». Con queste parole di caldo incoraggiamento, Giuliano Amato conclude il suo intervento dopo aver ascoltato il presidente emerito della Corte Costituzionale, Gustavo Zagrebelsky, che ha parlato di società votate all’autodistruzione, di politica egoista con le prossime generazioni, di miopia davanti alle catastrofi tecnologiche, ambientali e finanziarie. Dunque, argomenta il professore Zagrebelsky, quasi per dare una base giuridica a ciò che sta accadendo in Italia e in Europa, «la prospettiva che si apre è quella di una tutela tecnocratica del potere e della politica». Un passo necessario, questo, anche se la svolta tecnocratica dovrà per forza essere una parentesi: altrimenti, avverte l’ex presidente della Consulta, c’è il rischio che la sospensione della democrazia costituzionalmente intesa «possa alimentare ideologie illiberali». Davanti al capo dello Stato — che ha partecipato, assieme al presidente del Senato Renato Schifani e alla vicepresidente della Camera Rosy Bindi, al seminario annuale della Consulta dedicato al tema «Dallo Statuto Albertino alla Costituzione repubblicana» — Zagrebelsky rompe gli schemi. E con una relazione che scava nel …

"La moneta unica e i suoi paradossi", di Tito Boeri

Lo sta già facendo da mesi senza poterlo dire. Se avesse annunciato apertamente le sue intenzioni, non avrebbe avuto bisogno di fare tanto. È questo il paradosso in cui si dibatte la Banca Centrale Europea. Un paradosso attorno al quale si gioca il futuro dell´euro. La Bce sta svolgendo da più di un anno un ruolo di prestatore di ultima istanza per i governi dei Paesi contagiati dalla crisi del debito pubblico. Compra i loro titoli di stato sul mercato secondario. In altre parole, non li compra direttamente dai governi, come invece ha fatto la Bundesbank all´asta dei Bund di mercoledì scorso, ma li acquista da banche e investitori stranieri che vogliono disfarsi dei titoli di stato di paesi in difficoltà. Con questi interventi, la Bce evita che ci sia un mercato senza compratori e che, dunque, i rendimenti dei titoli di stato schizzino ulteriormente verso l´alto trasformando quelle che dovrebbero essere temporanee crisi di liquidità, difficoltà nell´emettere titoli di stato a rendimenti sostenibili, in crisi di insolvenza. Ma questi continui interventi sono solo un …

"Visco: Investire in conoscenza è una variabile chiave della crescita", da Tuttoscuola

Investire in conoscenza è “una delle variabili chiave” per rilanciare la crescita in Italia. L’esortazione arriva dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, che, intervenendo al XX congresso dell’Aimmf sottolinea i ritardi italiani “rispetto ai principali paesi avanzati, sia nei tassi di scolarità e di istruzione universitaria, sia nel livello delle competenze, dei giovani come della popolazione adulta”. Si tratta di “questione antica”, è vero, rileva Visco, ma i numeri sono impietosi. Secondo i dati Ocse nel 2009 il 54% degli italiani di età compresa tra i 25 e i 64 anni aveva conseguito un diploma di scuola secondaria superiore, contro il 73% della media Ocse. I laureati erano meno del 15%, la metà rispetto alla media Ocse. Un’indagine sulle competenze funzionali e alfabetiche condotta nel 2003 mostra come l’80% degli italiani di età compresa tra i 16 e i 65 anni non sia in grado “di compiere ragionamenti lineari e fare inferenze di media complessità estraendo e combinando le informazioni fornite in testi poco più che elementari. Sono, in pratica”, dice Visco, “analfabeti funzionali”. …