Giorno: 13 Novembre 2011

"Potevamo vincere le elezioni ma avrei trionfato sulle macerie ora governo di caratura tecnica", intervista a Pier Luigi Bersani di Alessandra Longo

E´ fatta. E´ finita. Pierluigi Bersani si accende un sigaro nel suo ufficio alla Camera, prima di affrontare l´entusiasmo dei militanti nella sede storica di via dei Giubbonari e prima di scendere, con loro, in piazza. Scorrono i titoli di coda. Il segretario del Pd può lasciarsi andare: «E´ il giorno della liberazione! Tutti, chi più chi meno, hanno portato un sassolino per arrivare a questo passaggio di importanza incalcolabile». Berlusconi – dice Bersani – è caduto in Parlamento nel rispetto delle regole ma dietro c´è la nostra forza, la forza reale del Pd, che non è il partito a impronta personalistica del “ghe pensi mi” ma un partito solido, democratico, che discute, e ha scelto compatto di appoggiare un governo di emergenza». Strana serata per la sinistra, il senso di euforia non scaccia la prudenza. I nodi sono tanti: la composizione del governo, il caso Letta, che poi, però, si risolve nella notte con un passo indietro. E sul quale Bersani dice: «Non ne facevo una questione personale ma a chi chiedeva garanzie politiche …

"Equità e risanamento. Il resto lo faremo dopo le elezioni", di Gianni Cuperlo

Non chiediamo all’esecutivo di emergenza di realizzare cose che spetteranno a un governo di alternativa. Certo non sarà indifferente il ricorso alla patrimoniale e il ripristino delle condizioni di legalità. C’era il governo Berlusconi. Partiamo da qui. E se c’era e oggi non c’è più il merito è anche di opposizioni ferme e di un Pd determinante. Adesso ci attendono ore cruciali che faranno emergere il profilo e la natura dei protagonisti, a cominciare dai partiti. Per noi parla Bersani e lo fa con chiarezza: prima viene il paese, la salvezza del paese. E la via d’uscita, adesso, significa un governo di emergenza in grado di invertire le tendenze peggiori delle ultime settimane. Dovrebbe essere scontato. Nelle cose non lo è. La vecchia maggioranza è implosa. I leghisti sono rifluiti in Padania mentre il PdL si è rotto in tronconi, l’uno contro l’altro armati. Una condizione difficile che il capo dello Stato affronterà nelle prossime ore con l’autorevolezza che gli italiani gli riconoscono e nella volontà di convincere anche i più riluttanti dello sbocco necessario. …

«Ma la svolta può partire solo dall’Europa», intervista a Lucrezia Reichlin di Bianca Di Giovanni

L’economista italiana della London School: «Per uscire dalla crisi le soluzioni tecniche non bastano, serve un progetto ambizioso». Con la crisi la storia europea sembra arrivata ad una svolta senza ritorno. Il vecchio continente arranca dietro i mercati in subbuglio. Come se ne esce? «Ci vogliono soluzioni che riassicurino i nostri creditori sulla capacità dei paesi europei a rischio a pagare e queste soluzioni implicano misure nazionali ma anche il rafforzamento delle istituzioni europee per il management della crisi. Non solo soluzioni tecniche, abbiamo bisogno anche di ricreare consenso attorno ad un progetto europeo che implichi più crescita e più giustizia. Abbiamo bisogno di una sorta di piano Marshall, un progetto ambizioso che coinvolga anche i cittadini». La pensa così Lucrezia Reichlin, docente di economia alla London Business School. Reichlin segue da oltre manica le sorti (pesantissime) del nostro Paese sui mercati, tocca con mano le distanze (siderali) tra i giovani e le donne italiane e quelli degli altri Paesi. C’è molto da fare: servono riforme subito, soprattutto per i più giovani (nuovo welfare) e …

"Quei pozzi avvelenati dalla giustizia alla Rai", di Francesco Merlo

È la normalità, la tanto attesa normalità, che ha reso storica la lunga giornata di ieri anche se ci vorrebbe un governo Monti delle anime e dei sentimenti e dei valori per liberare l´Italia dal berlusconismo. Nessuno dunque si illuda che sia davvero scaduto il tempo. Certo, alla Camera lo hanno giubilato, gli hanno fatto un applauso da sipario: è così che si chiude e si dimentica, con l´applauso più forte e più fragoroso che è sempre il definitivo. Poi Napolitano è riuscito a dare solennità anche all´addio di Berlusconi che sino all´altro ieri si era comportato da genio dell´impunità inventando le dimissioni a rate. Che lui nascondesse una fregatura sotto forma di sorpresa è stato il brivido di ieri, e difatti, inconsapevolmente, nessuno si è lasciato troppo andare e la festa, sino all´annuncio ufficiale delle dimissioni, più che sobria è stata cauta. Di sicuro Berlusconi non ha avuto il lieto fine. Entrato in scena cantando My Way ne è uscito con lo Zarathustra che premia «il folgorante destino di chi tramonta». Dunque non c´è …

"La Cassa integrazione tira il freno", di Luigi Grassia

Sulla cassa integrazione arrivano notizie brutte ma variamente interpretabili. Un rapporto della Cgil osserva che le ore di cassa sono sempre troppe, uno studio della Uil lo conferma ma segnala che il totale è in lieve regresso e questo in prospettiva potrebbe rasserenare un po’ il quadro. Parlare di bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto sarebbe fuorviante, vista la gravità dell’argomento, comunque dai sindacati arrivano valutazioni diverse quanto meno nelle sfumature. «Il dato di ottobre sulla cassa integrazione si conferma elevato, ma più basso rispetto allo stesso mese del biennio precedente» dice Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil, presentando il 34˚ rapporto Uil sulla cassa integrazione. Le ore richieste dalle aziende sono 80,2 milioni e coinvolgono 472 mila lavoratori. Però c’è una diminuzione della Cig del 4% ad ottobre rispetto a settembre 2011; su questo regresso hanno influito le flessioni di quella ordinaria (-14,5%) e di quella in deroga (-8,9%). Cresce invece, mese su mese, la richiesta di cassa integrazione straordinaria (+6,8%). Se poi si fotografa in maniera più ampia l’andamento della cassa integrazione si …

"Dopo diciassette anni sipario sulla videocrazia", di Filippo Cecarrelli

In fondo è tutto un problema di forme e quindi, al giorno d´oggi, di sostanza. Per cui nel pomeriggio fatale dell´addio di Berlusconi, sic transit gloria mundi, il pensiero va al piccolo trolley del professor Monti, che l´altro giorno è arrivato a Roma con l´aereo di linea e poi è andato a prendere la moglie alla stazione Termini; e c´è una foto di loro due al binario, gente nei pressi, ma per gli affari suoi, e si capisce che nessuno o quasi l´ha riconosciuto; e viene anche da chiedersi se l´Italia non abbia bisogno di semplicità. Quando si muoveva il presidente Berlusconi era come la partenza di un circo: macchine blu e macchinette argento, camioncini neri dai vetri oscurati, e registi, producer, sirene e sirenette, guardie di ogni ordine e tipo che giravano con una sorta di borsa antiproiettile con la quale schermavano il corpo del Capo eseguendo una bizzarra e silenziosa coreografia. E colpisce che ieri il Cavaliere abbia ricevuto il professor Monti a Palazzo Chigi, sede ufficiale della presidenza del Consiglio, e non …