Giorno: 18 Novembre 2011

"Fisco, nidi, part-time: l'agenda per le donne", di Maurizio Ferrera

Nessun presidente del Consiglio l’aveva mai riconosciuto così chiaramente: l’inclusione delle donne nel mercato del lavoro è una questione indifferibile. Il capitale umano femminile è una grande risorsa sprecata nell’economia italiana, un potenziale fattore di crescita che non possiamo più permetterci di ignorare. Maggiore conciliazione fra responsabilità lavorative e familiari, più condivisione fra uomini e donne nello svolgimento delle mansioni domestiche e di cura, più attenta valorizzazione dei talenti femminili a ogni livello professionale e «tassazione preferenziale» per il lavoro femminile: il discorso programmatico di Mario Monti ha richiamato i punti essenziali di quell’«agenda-D» rimasta finora lettera (quasi) morta nell’azione di governo. L’esordio è promettente, ma occorre far presto e bene. Non solo perché nel mercato del lavoro le riforme impiegano molto tempo a produrre gli effetti desiderati, ma anche perché quando il gioco politico si farà duro (ad esempio sulle pensioni o sul nuovo diritto del lavoro) l’agenda-D rischia di finire su un binario morto. Come fare presto e bene? La sfida è quella di individuare le «scintille» giuste per i due punti cardine …

"Monti non si unisce al partito dei carini", di di Michele Prospero

Il compito che ieri attendeva Monti non era agevole. Poteva cavarsela con le civetterie di un novizio che finge estraneità ai riti della politica. O accentuare il distacco del tecnico che rimarca l’emergenza snocciolando sconfortanti cifre. E invece, a parte qualche inglesismo di troppo, nei toni, nelle citazioni (di chiara impronta cattolico-liberale: De Gasperi, Adenauer, Schuman) quello di Palazzo Madama è apparso un intervento con un severo senso dello Stato e pervaso persino da una dimestichezza con la politica che sembra una acquisizione antica. Monti non ha portato la cassetta degli attrezzi pronta per l’uso, a dispetto di ogni realtà recalcitrante. E questa immersione nella politica con il realismo di chi è consapevole delle resistenze è senz’altro un buon segnale. Vuol dire che egli saprà mediare se necessario, imporsi o adattarsi, se lo richiedono le circostanze. Per il momento, si mette sotto l’ombrello protettivo del capo dello Stato, riconosciuto come la fonte essenziale del suo mandato di governo. Non tarderanno le occasioni per navigare in mare aperto. Senza per questo limentare le fantasie maniacali dei …

«Allarme per i Comuni: bilanci a rischio», di Marco Cremonesi

Comuni che non potranno chiudere il bilancio, non sapendo quanto potrà loro arrivare dal fondo di solidarietà. Il migliaio di municipi grandi e piccoli che andranno al voto nella prossima primavera, non in grado di pubblicare i loro bilanci sui siti web, la rivoluzionaria opera di trasparenza prevista dalla nuova legge. Il Grande Incompiuto, il federalismo fiscale, è ormai definito nei contorni normativi, ma resta privo di molti dei provvedimenti attuativi in grado di trasformarlo in cosa viva. Di qui, l’appello del costituzionalista Luca Antonini è il presidente della Copaff, la Commissione per l’attuazione del federalismo fiscale. In sostanza, l’ingegnere del federalismo fiscale: «Il nostro lavoro è stato soprattutto quello di superare il criterio della spesa storica: fin qui, chi più spendeva, e spesso più sprecava, più riceveva dallo Stato». L’architettura si regge sulla definizione dei fabbisogni standard: quanto può costare legittimamente un determinato servizio? In questi giorni sono arrivati i primi risultati dei questionari per standardizzare la spesa comunale: «Le disfunzioni che emergono — racconta Antonini — sono evidenti. Per esempio: nella fascia dei …

"La promessa di un’Italia più mobile e più rosa", di Valeria Fedeli

Tre ministre in tre posizioni chiave e la dichiarazione della questione femminile come «indifferibile». In altre parole: se non ora, quando? Non si possono non cogliere, nella totale novità della fase politica e culturale che si è aperta, segnali di chiarezza sulle scelte necessarie di cambiamento. Mario Monti ha parlato di riorganizzazione dell’intero sistema Italia. L’ha fatto mostrando estremo equilibrio tra esigenze di rigore, crescita ed equità, svelando, dietro l’aplomb da professore, un’idea di futuro non da libro dei sogni, ma come spazio di reali opportunità e desideri realizzabili giorno per giorno. È un’idea di Italia di donne e uomini, di giovani donne e giovani uomini. Aperta, meritocratica, anticorporativa, dinamica e solidale. Capace di tornare a giocare un ruolo centrale in Europa e nel suo necessario nuovo rilancio e costruzione. Di farci riscoprire quel sentimento di orgoglio che negli ultimi tempi aveva lasciato il passo a imbarazzi e indignazione. Di farci sperare che partecipare e contribuire al cambiamento può davvero farci intravvedere un Paese più giusto per donne e uomini, per la politica, per le …

"La competenza batte i calendari", di Cinzia Romano

Mai era accaduto nella storia della Repubblica che in un unico governo fossero le donne a ricoprire ministeri importanti e di peso come la Giustizia, gli Interni, il Lavoro e il Welfare. Poco importa la percentuale numerica, comunque di tutto rispetto, all’incirca il 30%. Ben più importante è che in un governo delle competenze le donne ci sono. E vanno a guidare quei ministeri che sono il simbolo delle lacerazioni del Paese, come la Giustizia, e delle ripercussioni della crisi come il Lavoro e il Welfare. Tre donne scelte non per l’appartenenza o la fedeltà a un partito o a una corrente ma per un curriculum di sapere, di fatica, di lavoro, nutrito di capacità e competenza e non di calendari o comparsate televisive in auge nella seconda Repubblica! Il prefetto Anna Maria Cancellieri guiderà gli Interni (prima di lei era toccato sola ad una donna, Rosa Russo Iervolino, nel ’98 col governo D’Alema) con la fermezza di cui ha dato prova nel ruolo di Commissario straordinario prima a Bologna e poi a Parma. La …

"La normalità della politica", di Curzio Maltese

In meno di un´ora Mario Monti ha chiuso per sempre una stagione lunga diciassette anni, la seconda Repubblica. Morta e sepolta, fra gli applausi timidi dei congiunti, con un discorso che ha illustrato agli italiani come, rispetto al teatrino televisivo di quasi un ventennio, la politica sia un´altra cosa: questa. La forza delle cose, i soliti problemi di vent´anni fa, intonsi e anzi lasciati marcire dallo show di Berlusconi. L´evasione fiscale, l´esclusione di donne e giovani dal mondo del lavoro, gli sprechi di stato, i feudi del privilegio corporativo, il ruolo dell´Italia in Europa. È stato un bel funerale. Chi se ne andava si è lamentato soltanto un poco. Il canto del cigno del regime era ridotto ai ragli somari di qualche nostalgico. L´interruzione super cafona di Castelli, mai registrata a un discorso d´insediamento. Il pollice verso di Calderoli. L´ironia ignorante del capo dei deputati Pdl, Osvaldo Napoli, che per criticare il discorso di Monti, troppo proiettato al futuro, cita una celebre frase di Keynes («nel lungo termine saremo tutti morti») e la attribuisce a …

"Cara Lega, stai morendo", di Fabio Chiusi

«Riaprono il Parlamento padano per cercare di riprendersi la base, ma gli elettori non sono mica scemi. E sanno benissimo che in questi anni il Carroccio non ha ottenuto niente, se non poltrone per i suoi dirigenti». Parla l’ex ministro Giancarlo Pagliarini. Mentre il ministero per il Federalismo scompare, lasciando il posto a quello per la ‘Coesione territoriale’, la Lega torna all’opposizione. E, almeno in parte, alle origini: rispolverando la retorica dell’autodeterminazione, ma anche riaprendo il Parlamento della Padania. Giancarlo Pagliarini, ex ministro del primo governo Berlusconi e leghista di lungo corso, ne è stato il primo presidente. Ora che da qualche anno ha abbandonato il Carroccio, all’Espresso fa un’analisi impietosa degli anni della Lega di governo, anni in cui a suo dire ha tradito totalmente la promessa federalista. E, augurandosi la successione a Umberto Bossi nel 2013, giudica «sbagliatissima» la scelta di non dare l’appoggio al governo di Mario Monti. Tanto, «peggio di Silvio Berlusconi non può fare». Pagliarini, perché rispolverare il Parlamento della Padania? Ci sono due possibilità. La prima è che i …