"Quel naufragio della responsabilità", di Giulio Sapelli
Bene ha fatto il Corriere della Sera di ieri sottolineando in prima pagina le responsabilità personali che sono emerse in merito all’evento drammatico della Costa Crociere naufragata all’Isola del Giglio, con la denuncia della gravità del comportamento del capitano della nave e bene ha fatto Pierluigi Battista a stigmatizzare l’accaduto e a invocare severità istituzionale. E questo perché, ahimè, il fatto è paradigmatico di un comportamento umano associato e non solo individuale terribilmente diffuso in tutte le organizzazioni. Certo, le conseguenze non sono sempre così drammatiche, ma scavano nel profondo dell’animo e dell’immaginario collettivo e stanno trasformando lo stesso costume sociale degli italiani (e non solo loro). Perché? Di che si tratta? Ma del fatto che sempre più è divenuto normale, ossia socialmente e culturalmente accettato, usare i poteri di comando per soddisfare i propri desideri, ricambiare piccoli e grandi favori con reciprocità collusive, creare catene di complicità dirette a soddisfare volontà non sempre criminali ma sempre, tuttavia, narcisistiche e dettate dal desiderio di dimostrare una onnipotenza che fa gonfiare il petto di soddisfazione. Un …