Giorno: 3 Agosto 2012

"Quello spread tra regole e speranze", di Franco Bruni

Ieri Draghi ha deluso i mercati. C’è stato qualcosa di troppo nelle aspettative suscitate dalle sue affermazioni della settimana scorsa, oppure c’è stata qualche inadeguatezza nelle decisioni di ieri. Forse un po’ di entrambe le cose: nel discorso di Londra non è stata ascoltata l’insistenza con cui sottolineava che Francoforte sarebbe intervenuta con forza ma rimanendo «nell’ambito del suo mandato»; ma è possibile che lo stesso Draghi sperasse di ottenere maggior consenso, subito, attorno a qualche prima mossa concreta, che confermasse le intenzioni combattive antispread che aveva preannunciato. Comunque, fra l’impazienza dei mercati e i tempi delle decisioni politico-economiche rimane troppa distanza: i mercati dovrebbero farsi meno nervosi e la politica più spedita. La Bce vuole muoversi con indipendenza, ma in un quadro di rafforzato coordinamento con la Commissione e con i fondi intergovernativi salva-Stati. A ciascuno il suo compito. La Bce userà il suo bazooka per comprimere quella parte degli spread che si può attribuire al fatto che i mercati pensano possibile una rottura dell’euro e un ritorno alle monete nazionali: eventualità che la …

"Per Francoforte è un passo avanti", di Andrea Bonanni

I mercati che hanno reagito così negativamente all’esito del Consiglio Bce sembrano non aver afferrato fino in fondo la portata della nuova mossa di Draghi. Il presidente della Banca centrale europea non ha fatto nessun passo indietro. Semmai ne ha fatti due avanti mettendo con le spalle al muro non solo i tedeschi, ma anche gli italiani e gli spagnoli ai quali chiede un impegno, formale e sostanziale, che li vincoli alla disciplina di bilancio oltre il prevedibile orizzonte politico. Una mossa che ha nel mirino soprattutto l’Italia e le incertezze sul dopo-Monti. Vediamo in dettaglio il senso delle decisioni prese ieri a Francoforte. Rispetto al discorso di Londra, tanto apprezzato dai mercati, in cui annunciava l’irreversibilità dell’euro e la determinazione a fare «tutto il necessario » per salvaguardare la moneta unica, Draghi ha ottenuto il consenso unanime (non scontato) del board e del Consiglio dei governatori. Rispetto alla prospettiva di un intervento della Banca centrale sul mercato dei titoli per limitare lo spread, il presidente ha incassato una larghissima maggioranza: hanno votato a favore …

"La sinistra e i moderati", di Michele Prospero

Le prossime elezioni richiedono alle forze politiche una attitudine alla invenzione strategica. Non basta allestire, con la necessaria duttilità tattica, la coalizione vincente. Dopo la rovinosa caduta del berlusconismo, in gioco sono anche questioni di più lunga durata. Oltre alle alleanze dettate dal calcolo e dalle opportunità, occorre anche una proposta dal respiro strategico, la sola che possa chiudere un ciclo storico fallimentare e aprire i cantieri per un’altra fase della Repubblica. L’alleanza della sinistra con forze moderate può assumere i caratteri di una soluzione strategica alla crisi italiana. Essa però va declinata non già come una semplice formula di governo dettata dai testardi numeri, ma come una via maestra per guidare la transizione nel solco di un nuovo patriottismo costituzionale. Il nucleo forte del realismo politico risiede proprio in questo assillo per abbozzare una risposta della politica al disfacimento dei rapporti di potere. Le transizioni politiche, cioè le fasi dense di incognite che seguono una caduta di regime, vanno anzitutto governate. Se si lascia scorrere un processo storico di destrutturazione degli antichi equilibri di …