Giorno: 26 Agosto 2012

"Levi, il maestro dei premi Nobel" di Pietro Greco

Il 13 agosto 1912, cento anni fa, a Torino nasceva Salvatore Luria. Per le sue ricerche sui virus vincerà il premio Nobel per la medicina nel 1969. Primo dei «tre torinesi» che in meno di 15 anni saranno laureati a Stoccolma. Luria precede, infatti, Renato Dulbecco, premio Nobel per la medicina nel 1975 per le sue ricerche sui virus oncogeni, e Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina nel 1986 per la scoperta del fattori di crescita (Ngf) del sistema nervoso. Salvatore Luria condivide con Renato Dulbecco e con Rita Levi Montalcini tre elementi che molto spesso caratterizzano la scienza italiana. Il primo è la ricerca di punta – la ricerca da Nobel – realizzata all’estero: elemento che caratterizza tutti i Nobel italiani nel dopoguerra. I «tre torinesi» effettuano i loro studi da Nobel tutti negli Stati Uniti. Ma realizzano all’estero le ricerche per cui saranno premiati anche i fisici Emilio Segré (Nobel nel 1959), Carlo Rubbia (1984), Riccardo Giacconi (2002); l’economista Franco Modigliani (Nobel nel 1985) e il genetista Mario Capecchi (Nobel 2007). …

Giustizia, la Severino accelera "Anticorruzione inderogabile l´Europa ci chiede norme più dure", di Liana Milella

Le misure anti-corruzione? «Inderogabili e imprescindibili. Sono la chiave di volta per garantire la crescita del Paese. E poi ce le chiede l´Europa, e non possiamo certo fingere indifferenza e attendere ancora». L´ha detto tante volte Paola Severino. E l´ha ripetuto ancora durante il consiglio dei ministri di venerdì. E anche ieri, con chi le chiedeva la sua opinione sulla legge contro i corrotti in attesa ormai dalla primavera 2010, ripeteva la stessa frase. Convinta com´è che «la legge debba essere approvata il prima possibile», con corsia preferenziale su tutto il resto. Con la fiducia com´è già accaduto alla Camera, se è necessario per spezzare una melina che dura ormai da troppo tempo. È un´eredità pesante del governo Berlusconi questo ddl anti-corruzione. Originariamente firmato dall´ex Guardasigilli Angelino Alfano, oggi segretario di quello stesso Pdl che mette di continuo ostacoli al via libera definitivo. L´ultimo, al Senato, è consentire una sola seduta a settimana nelle commissioni. L´attuale ministro della Giustizia, invece, non ha dubbi. Norme anti-corruzione, misure per una detenzione giusta, strumenti per ridurre l´arretrato civile. …

"Qual è l’agenda Monti?", di Claudio Sardo

Non mancano buoni propositi nel documento «Obiettivo crescita», sfornato l’altra sera dal consiglio dei ministri, al termine di una lunga seduta apparsa ad alcuni più simile a un seminario di studi che non a un vera riunione deliberativa. Sicuramente il migliore dei propositi è porre in cima alle priorità del Paese il tema del sostegno a un nuovo sviluppo. Quella italiana è drammaticamente l’economia con le prestazioni peggiori dell’ultimo decennio in tutto l’Occidente. Le conseguenze sociali della crisi allargano sempre più l’area della povertà. E colpiscono i ceti medi, persino alcuni dei settori più dinamici dell’impresa, consumando così opportunità di futuro. Nessuna politica anticiclica è stata fin qui messa in campo nella lunga recessione seguita al tracollo finanziario del 2007. Occorre dunque agire. Cambiare la rotta. E occorre farlo subito. Nessuna emergenza sul fronte dello spread può ormai legittimare rinvii o politiche dei due tempi: l’emergenza dell’economia reale e quella sociale vanno affrontate con una determinazione che finora è mancata. Altrimenti crolleranno i presupposti per reagire domani a qualunque spread, e forse anche a difendere …

"L´Europa federale tra il sogno e la realtà", di Eugenio Scalfari

Mario Monti sarà ancora operativo fino a gennaio, poi la campagna elettorale inevitabilmente lo congelerà. Quattro o cinque mesi, ma ricchi di eventi e di decisioni che possono avere effetti notevoli su quanto ne seguirà nella prossima legislatura. La prima decisione da prendere riguarda il rapporto tra il governo, il mercato e la Banca centrale europea. Finora Monti ha battuto e ribattuto sul tasto che l´Italia ce la farà da sola a rimettersi in piedi, restando fedele al programma di rigore già in atto, procedendo con le riforme soprattutto per quanto riguarda la rapidità dei tempi della giustizia civile, la riqualificazione della spesa, l´evasione e infine il rifinanziamento, per quel che è possibile, dell´economia reale. Questo orgoglio nazionale è stato un buon “incipit” per avviare il negoziato con la Bce e ottenere il suo intervento sul mercato dei titoli. Parliamoci chiaro: quell´intervento è indispensabile per difendere la moneta unica e garantire l´efficacia della politica monetaria, ma Draghi non darà mai inizio all´operazione da lui battezzata “non convenzionale” senza il via libera del fondo “salva Stati”, …