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"Test di ammissione contestati il ministero svela gli autori", di Salvo Intravaia

Il ministro Profumo pubblica l’elenco di tutti coloro che hanno confezionato le domande dei quizzoni che consentiranno a poco più di 20 mila precari di conquistare la preziosa abilitazione all’insegnamento. Che si sono rivelate in buona parte non conformi al bando. La Gelmini su Facebook: “Io non c’entro”. Ecco i responsabili del disastro sui test per l’ammissione ai Tfa. Dopo giorni di polemiche – anche con l’ex ministro Mariastella Gelmini – sulle responsabilità del flop sotto gli occhi di tutti, il ministro Profumo pubblica l’elenco di tutti coloro che hanno confezionato le contestate domande dei quizzoni che consentiranno a poco più di 20 mila precari di conquistare la preziosa abilitazione all’insegnamento. Tfa è l’ennesimo acronimo di matrice scolastica che sta per Tirocinio formativo attivo, introdotto dalla riforma Gelmini sulla cosiddetta Formazione iniziale dei docenti: la carriera universitaria che occorre intraprendere per diventare insegnanti del terzo millennio.

Questi ultimi, per sedere in cattedra alla media e al superiore, in futuro dovranno seguire un corso di laurea quinquennale ad indirizzo “insegnamento” e un tirocinio di un anno sul campo. Con accesso rigorosamente a numero programmato. Ma prima che i volenterosi aspiranti insegnanti completino gli studi, il ministero ha aperto il solo tirocinio a coloro che si sono laureati negli anni scorsi. Purtroppo, la prima volta dei Tfa è stata clamorosamente steccata dal ministero. Perché su 2.220 domande di 37 abilitazioni diverse – una per ogni disciplina o gruppo di discipline – il ministero ha registrato ben 419 domande non conformi al bando.

“Domande – precisa il verbale della seconda revisione – con due o più risposte esatte; domande con più risposte esatte, di cui una più pertinente; domande con nessuna risposta giusta e/o con una formulazione sbagliata; domande e/o risposte formulate con termini ambigui, in grado di disorientare il candidato”. Di fronte ad un insuccesso di queste proporzioni, i circa 170 mila docenti che hanno partecipato alle selezioni, si sono chiesti per giorni come fosse possibile confezionare test in modo così rabberciato e superficiale, i cui errori saltavano all’occhio immediatamente dei laureati alle prese con l’esame.

Così, lo scorso 5 agosto il ministro Francesco Profumo pubblicava una nota con la quale si tirava fuori dalle responsabilità politiche. “I test somministrati ai candidati – spiegano da viale Trastevere – sono stati elaborati da commissioni nominate dal ministro il 5 agosto 2011 e secretati, per ovvie ragioni di sicurezza”, chiamando in causa direttamente la Gelmini. “Il ministro – proseguiva il comunicato – scusandosi per l’accaduto, assicura l’impegno dell’amministrazione a dare certezza in tempi rapidi a tutti i candidati”, attraverso una revisione complessiva di tutte le domande in questione ad opera di una supercommissione di docenti universitari.

Una precisazione che non va giù all’ex inquilino di viale Trastevere che, su Facebook replica alle accuse. A proposito delle “commissioni che hanno redatto i test del Tfa e si è fatta trapelare la notizia – scrive l’ex ministro – che le commissioni sarebbero state nominate da me lo scorso agosto”. Ma in realtà, precisa, si tratta di un decreto direttoriale e non di un decreto ministeriale: “tradotto dalla burolingua ministeriale, Gelmini non c’entra”. E incassa la solidarietà della vicepresidente della commissione Cultura della Camera, Paola Frassinetti, che dichiara: “E’ in mala fede chi tenta di attribuire responsabilità al precedente ministro, in quanto all’epoca non aveva competenza alcuna sulle nomine”.

Intanto, a seguito della revisione delle domande, vengono ripubblicate le graduatorie e ammessi agli scritti un numero di gran lunga superiore di candidati rispetto alla prima selezione: le 419 domande contestate vengono considerate corrette a prescindere da quale risposta avesse segnato il candidato. Ma nonostante tutto, la polemica continua: questa volta vede, gli uni contro gli altri armati, gli ammessi in prima istanza e i ripescati. Così, questa mattina, “al fine di rendere trasparente l’intera procedura di predisposizione e di verifica dei test delle prove nazionali di preselezione ai corsi di Tirocinio Formativo Attivo”, il ministro Profumo ha messo in linea tutti i documenti relativi alla vicenda: compreso l’introvabile decreto del 5 agosto 2011, firmato da Luciano Chiappetta, con tutti i nomi dei “colpevoli”.

da repubblica.it