Giorno: 8 Maggio 2013

"Emergenza femminicidio, ripartiamo da scuola e Tv", di Lorella Zanardo

Gentile Presidente Boldrini, Gentili Ministre Carrozza e Idem, in questi giorni il Corpo di noi Donne, pare stia diventando popolare. Ci sono voluti più di 100 donne ammazzate l’anno passato e un trend in ascesa anche quest’anno per convincere i media a dare risalto al femminicidio, neologismo che sta a significare omicidio di una donna in quanto donna. In molte stiamo lavorando su questo tema da anni, a partire dalle donne attive nei centri per le Donne maltrattate alle migliaia di attiviste ignote che con pazienza svolgono un ruolo fondamentale in rete, luogo prezioso di innalzamento del livello di consapevolezza, frequentato dalle e dai giovani e quindi luogo di formazione ed educazione quando ben utilizzato. È forse ridondante ricordare qui quanto il nostro Paese sia arretrato su questo tema e su quello della valorizzazione di genere in generale, il nostro 80esimo posto nella classifica del Gender Gap stilato dal Wef, o le raccomandazioni inevase della rappresentante della Cedaw-Onu ne sono testimonianza. Questo è il punto di partenza ed è inutile guardare al passato. Possiamo decidere …

"Rimettere il Pd con i piedi per terra", di Pietro Spataro

Con la forza della disperazione Elena ci sbatte in faccia la realtà. Dice, in diretta tv a Piazza Pulita, dietro il cancello della sua fabbrica in crisi: «Non abbiamo nemmeno dieci euro per pagare i ticket».Poi aggiunge: «State distruggendo la nostra dignità, si sono spenti tutti i nostri sogni…». È una storia, una delle tante, di un Paese che vive in modo drammatico un passaggio difficile e che misura la distanza tra la realtà e l’immaginazione, tra la vita vera e le alchimie di certi discorsi pubblici. Sembra di vedere un’Italia sottosopra, dentro la quale le immagini reali sbiadiscono: chi ha perso il lavoro o non lo trova, chi ha chiuso la sua azienda e chi ha scoperto una condizione che allude a un moderno esodo. In questa lunga transizione italiana si sono persi i punti cardinali. Il voto di febbraio non ha fatto che accentuare questa anomalia. A una campagna elettorale che pure aveva messo al centro i problemi del Paese con la speranza di un cambiamento possibile, è seguita la stagnazione con le …

"Se l’è andata a cercare", Massimo Gramellini

Mentre il consiglio regionale della Lombardia rendeva omaggio al fantasma di Andreotti, il capo dell’opposizione Umberto Ambrosoli è uscito dall’aula. Suo padre, l’avvocato Giorgio, fu ammazzato sotto casa in una notte di luglio per ordine del banchiere andreottiano Sindona: aveva scoperto che costui era un riciclatore di denaro mafioso. Trent’anni dopo Andreotti commentò l’assassinio di Ambrosoli con queste parole: «Se l’è andata a cercare». Il perdono è una cosa seria. E’ fatto della stessa sostanza del dolore e si nutre di accettazione e di memoria, non di ipocrisie e rimozioni forzate. La morte livella, ma non cancella. Con buona pace del quotidiano dei vescovi che ieri titolava: «Ora Andreotti è solo luce». Per usare una parola alla moda, Andreotti era divisivo. Lo era da vivo e lo rimane da morto. Purtroppo anche Ambrosoli. Perché esistono due Italie, da sempre. E non è che una sia «buona» e l’altra «cattiva», una di destra e l’altra di sinistra (Giorgio Ambrosoli era un liberale monarchico). Semplicemente c’è un’Italia cinica e accomodante – più che immorale, amorale – che …

Ghizzoni e Vaccari “Una legge che riconosca le scuole di musica”

Sono 4mila in tutta Italia, per lo Stato non esistono. Proposta iscrizione ad Albo regionale. I parlamentari modenesi del Pd Manuela Ghizzoni e Stefano Vaccari hanno presentato, nei due rami del Parlamento, una proposta di legge per riconoscere e valorizzare il ruolo delle scuole di musica. Sono 4mila in tutta Italia, 750 solo tra l’Emilia-Romagna e la Toscana. Una realtà culturale importante in grado di rappresentare anche l’identità di un territorio come capita nell’Area Nord della nostra provincia dove la locale scuola di musica, risorta dopo il sisma grazie alle tante donazioni, si esibirà il 26 maggio in piazza a San Possidonio, proprio in occasione del primo anniversario del terremoto, insieme alla Simphony Orchestra della Regione Veneto. Il 26 maggio prossimo, in occasione del primo anniversario del terribile sisma che ha sconvolto parte della provincia modenese, i giovani delle scuole di musica dell’Area Nord si esibiranno in piazza a San Possidonio insieme alla Simphony Orchestra della Regione Veneto. La Fondazione Andreoli ha ripreso la propria attività dopo il terremoto grazie alle tante donazioni arrivate da …

"Cultura e conoscenza. Quel che è urgente fare" Carlo Testini

Un nuovo governo, un nuovo Ministro dei beni e delle attività culturali, una nuova politica per la cultura. o meglio, una politica, finalmente. Questo ci aspettiamo dalle prossime settimane da chi dovrebbe dare slancio al settore considerato il quarto pilastro di un nuovo modello di sviluppo. Le dichiarazione del capo del governo sulle sue dimissioni in caso di nuovi tagli a cultura e scuola diminuiscono l’ansia ma certo non fanno presagire grandi investimenti. Vedremo. Nel frattempo proviamo a mettere in evidenza alcune delle priorità del vasto mondo che produce, organizza e promuove cultura. Per quel che riguarda la tutela dei beni culturali, rimandiamo a un bell’articolo di Salvatore Settis, che respinge l’idea di lasciare al privato la soluzione di tutti i problemi. È urgente difendere il paesaggio e definire provvedimenti per il riuso di stabili e aree industriali dismesse contrastando il consumo di suolo, sia nei centri urbani che nelle campagne. Le proposte sono tante e vengono dal «Forum Salviamo il Paesaggio», dalla «legge per la bellezza» promossa da Legambiente, dai comitati per la difesa …

Damiano«Subito la cassa integrazione poi finanziare il fondo pensioni», di Natalia Lombardo

Di «lavoro» Cesare Damiano si è sempre occupato, con il Pd, e ieri è stato eletto presidente della commissione Lavoro alla Camera, dopo essere stato ministro con Prodi e, nell`ultima legislatura, capogruppo in commissione. Allora, è stato eletto con 34 sì e nove astensioni. Un consenso ampio che legittimerà di più la sua presidenza, no? «Sì, anche con qualche voto in più rispetto alla maggioranza che ero sicuro di avere, 34 su 43. Ora, non so, ma alcuni del Movimento Cinque stelle dicono di avermi votato, però non saprei, il voto era segreto». L`Italia è sempre in una situazione di emergenza e le previsioni non sono rosee per quel che riguarda il lavoro. Quali sono le priorità da affrontare? «Le cose fondamentali? Applicare il programma che Enrico Letta ha indicato nel suo discorso di insediamento. Io partirei dalla cassa integrazione in deroga. Bisogna coprire il secondo semestre del 2013». Se non si interviene quante persone rischiano di restare senza reddito? «Bisogna finanziare il 2013. Per quest`anno manca all`appello un miliardo e mezzo di euro. Se …

"L’equivoco della pacificazione", di Gad Lerner

Fra i compiti attribuiti dai sostenitori della “pacificazione nazionale” al governo Letta-Alfano primeggia l’archiviazione di quella che deprecano come la peggior malattia della sinistra: l’antiberlusconismo. Per uscire dalla paralisi che attanaglia il paese, i “pacificatori” si augurano che venga dato a Berlusconi il riconoscimento politico negatogli fin qui da cattivi maestri che per loro convenienza, e accanimento personalistico, sarebbero giunti a snaturare le finalità storiche della sinistra. In effetti Berlusconi merita di essere riconosciuto per quello che è, tanto più oggi che la sua forza lo rende indispensabile al governo del paese. Ma se anche potessimo mettere tra parentesi la questione giudiziaria che lo attanaglia e le sue pretese di immunità, dare il giusto riconoscimento politico a Berlusconi può davvero limitarsi a una presa d’atto del suo consenso elettorale? Davvero l’antiberlusconismo può essere liquidato come uno stato d’animo immaturo, esacerbato, settario? Colpisce che simili argomenti si facciano strada anche dentro al Pd, dove personalità distanti fra loro, da Emanuele Macaluso a Mario Tronti, si ritrovano unite nel lamentare “la centralità dell’antiberlusconismo come unico collante di …