“L’anestesia del cuore che ci rende insensibili”, di Adriano Sofri
Nessun uomo è un’isola. Nessuna isola è un’isola. Anche la parabola del buon samaritano può essere raccontata di nuovo al passaggio da una strada di periferia a una strada d’acqua: “Donne e uomini, bambini e vecchi salivano dalla costa libica a Lampedusa, e i briganti li depredarono e li lasciarono mezzo morti in mezzo al mare. Una motovedetta maltese passava di lì, e allargò la rotta”. “Anche una nave da diporto passava, e virò di bordo. Ma un peschereccio che tirava le reti li vide, e ne ebbe pietà…”. Interrompo la parafrasi grossolana, per non arrivare al punto in cui il ferito viene affidato alla locanda dal samaritano che paga di tasca sua, e parafrasare la locanda con un Centro di identificazione ed espulsione, in cui incarcerarli per sei mesi rinnovabili, per il reato di esser nati altrove — a Samaria, forse. Lo scorso 23 giugno, quando all’ultimo momento il papa Francesco si tenne alla larga dal concerto per l’Anno della fede, adducendo “impegni improrogabili”, si mormorò che non volesse fare incontri impropri: chissà. Chissà …