attualità, politica italiana

“Il presidente rimette le cose al loro posto”, di Mario Lavia

Limatissima fino all’ultima virgola, la dichiarazione di Giorgio Napolitano fissa diversi punti fermi dai quali ora non si può tornare indietro. Dopo tante pressioni, anche indebite, sono parole definitive. Chiare. Il primo punto fermo riguarda quel governo Letta – una crisi «sarebbe fatale» – di cui il capo dello stato si conferma essere il “padre” e che egli considera come l’unico strumento in grado di risollevare le sorti del paese. Un mantello steso nel vivo della più dura contesa politica, per porre il governo al riparo: e con ciò le ipotesi ritorsive di un suo siluramento vengono a cadere.
Secondo, il messaggio di comprensione
che il presidente ha voluto inviare ad un partito – il Pdl – tramortito dalla condanna di Berlusconi. Con un non casuale (e inedito) riconoscmento del diritto di manifestare «riserve e dissensi» sulla sentenza, tuttavia escludendo attacchi alla funzione della magistratura.
Terzo, nel merito del problema-Berlusconi, Napolitano è stato fermo, come era prevedibile: nessuno lo tiri per la giacca in cerca di vie surrettizie per aggirare la sentenza e «il conseguente obbligo di
applicarla». Non ci possono essere vie traverse, né tantomeno trattative occulte. C’è la via maestra prevista dalla legge. Che,
per inciso, nel caso del capo della destra, non prevede il carcere.
E la grazia? Non è stata richiesta. Qualora il Cavaliere la volesse, dovrebbe chiederla, come vuole la prassi: poi ci sarebbe una regolare istruttoria e un’eventuale decisione. Se e quando sarà. Posizione correttissima, che solo una propaganda prefabbricata ma debole come quella dei grillini può sottoporre a rilievi.
Né spetta al capo dello stato risolvere il problema politico che il pdl ha. Decida coa intende fare. Sarà ancora Berlusconi il capo della destra italiana? E in quale forma? O
passerà la mano? Interrogativi pesanti, che non possono sfiorare il Quirinale. Al quale sta solo una preoccupazione, e grande:
garantire all’Italia «una prospettiva di serenità e coesione», fuori dallo «scontro distruttivo» che ha lambito in questi giorni
lo stesso Colle più alto. Ecco, ora Berlusconi sa tutto. E lo sanno anche gli italiani, i più interessati al ristabilimento di una politica normale. Adesso le cose sono al loro posto.

da Europa Quotidiano 14.08.13