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Ghizzoni: Scuola superiore anno zero, meno, meno.

Il Consiglio dei Ministri ha premuto l’acceleratore sull’avvio della “controriforma” Gelmini che entrerà in vigore già dal settembre prossimo, travolgendo la richiesta di rinvio di un anno avanzata con forza dal mondo della scuola, dall’opposizione e in particolare dal PD. Un rinvio chiesto a ragione, per poter mettere mano alle moltissime criticità contenute nel progetto del Governo, per consentire a studenti e famiglie di scegliere sulla base di informazioni certe il percorso di studi superiori e per concedere alle istituzioni coinvolte il tempo adeguato per adempiere agli atti dovuti – quali la predisposizione degli organici – così da consentire un sereno avvio del prossimo anno scolastico.
Attendiamo i testi ufficiali per conoscere e valutare quali delle tante richieste di cambiamenti suggerite da docenti, studenti e esperti e quali della molte condizioni poste da CNPI, Consiglio di Stato e dalla Commissioni parlamentari siano state accolte. Una attesa necessaria, poiché troppe volte gli annunci a mezzo stampa non hanno coinciso con il dettato della norma pubblicata in Gazzetta. Alle scuole e alle famiglie non serve propaganda, ma atti concreti di sostegno e attenzione, assenti in questo riordino.
Con soddisfazione la ministra ha annunciato che il riordino partirà coinvolgendo solo le prime classi: sia chiaro, non si tratta di una “gentile” concessione, bensì di un gesto di buon senso. Semmai resta il rammarico e lo stupore per l’irragionevolezza del CdM di predisporre originariamente una norma assurda e illegittima come quella di coinvolgere nella “controriforma” anche le classi seconde. Una norma che ha il pregio di illuminare le genesi del riordino Gelmini: non la necessità di innovare i percorsi di istruzione superiore per aggiornarli alle sfide del futuro, bensì rispettare i tagli imposti da Tremonti alla spesa per l’istruzione. L’ordine è stato eseguito! Nonostante l’avvio dalla sola prima classe – ma non dimentichiamo che il Governo farà ricadere i mancati risparmi su tutto il resto del sistema scolastico, poiché non un euro è stato previsto per dare gambe al riordino – saranno comunque più di 17.000 le cattedre tagliate, il biennio dei licei avrà solo 27 ore (ne sarà contento Gentile!), mentre i quadri orari delle classi seconde, terze e quarte degli istituti tecnici e professionali dovranno normalizzarsi tutte al nuovo orario a 32 ore. Quali discipline saranno sacrificate all’altare della scure tremontiana? Con quale criterio? E’ quindi bene sapere che se vi è resipiscenza sul destino di alcune discipline, come la geografia, ciò andrà a scapito di altri insegnamenti, poiché i saldi imposti da Tremonti non sono modificabili. Infine, che destino si è deciso per sperimentazioni apprezzate come il Liceo scientifico tecnologico? E per quello delle scienze umane?
Lo sapremo con atti successivi, così come solo in futuro conosceremo i programmi, i quadri orari e le modalità di valutazione degli studenti e autovalutazione delle istituzione: una situazione di incertezza intollerabile a fronte dell’imminente scadenza dei termini per l’iscrizione alle prime classi superiori.
In sintesi, l’”epocale riforma Gelmini” garantisce ai nostri adolescenti meno ore, meno offerta formativa, meno discipline, meno attività di laboratorio, zero euro per l’innovazione didattica e la formazione docenti. In due parole, garantisce “meno futuro”, soprattutto perché il riordino enfatizza la gerarchia sociale e gentialiana del saper fare sottoposto al sapere, e separa nettamente i percorsi di istruzione, senza peraltro garantire a tutti i ragazzi entro l’età dell’obbligo di istruzione, i saperi e le competenze necessarie per affrontare con consapevolezza e adeguati strumenti l’età adulta. Chi avrà mezzi accederà al liceo, chi non se lo potrà permettere dovrà accontentarsi degli istituti tecnici e professionali. E così, nell’età della conoscenza e della tecnologia, il governo italiano nega all’istruzione tecnica la dignità di un percorso che consente di conseguire i diritti di cittadinanza, come invece accade al percorso liceale.
Resta il rammarico per un riordino che si è trasformato in una occasione mancata di ascolto “vero” delle voci della scuola e della società e la preoccupazione per una scuola futura impedita ad assolvere alla sua missione costituzionale: rimuovere gli ostacoli economici e sociali per il pieno sviluppo della persona umana.
Manuela Ghizzoni

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BERSANI: Dal governo taglio epocale a quella pubblica. Segretario Pd boccia riordino superiori: Dettato da Tremonti
Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, boccia la riforma delle superiori varata dal Consiglio dei ministri parlando di “taglio epocale alla scuola pubblica italiana”.

“Il riordino della scuola superiore del governo – afferma il numero uno dei democratici in una nota – non è una riforma, è un taglio epocale alla scuola pubblica italiana che ci allontana dall`Europa e nega pari opportunità di vita, di educazione e di lavoro ai ragazzi e alle ragazze del nostro Paese. Un taglio di risorse, di competenze e di tempo: questa è la sostanza del cosiddetto riordino”.

“La scelta compiuta a 13 anni – osserva Bersani – diventa nei fatti irreversibile per la grande differenza di programmi proposti dai diversi percorsi formativi sin dal primo biennio, favorendo la dispersione scolastica. Vengono largamente penalizzati i saperi tecnico scientifici e tagliate le ore di laboratorio negli istituti professionali. Un riordino ‘fuori tempo massimo’ dettato solo dalle esigenze di bilancio di Tremonti, che non permette alla famiglie e ai ragazzi una scelta consapevole di un percorso formativo che andrà a determinare il loro futuro lavorativo e di vita”.

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SCUOLA. BACHELET (PD): GELMINI NON FA RIFORMA, MA SOLITI TAGLI
Il ministro Mariastella Gelmini “ha sentito il dovere di dichiarare che la riforma non e’ dovuta ai tagli di spesa. Peccato che la delega che il governo ha avuto deriva dalla legge 133/2008, quella appunto del taglio di 8 miliardi di euro alla scuola pubblica”. Lo fa notare Giovanni Bachelet, presidente del Forum Istruzione del Pd.
Con la riforma, prosegue, ci saranno “meno ore al biennio e al triennio e la geografia e i laboratori voleranno dalla finestra nei licei”.

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SCUOLA: PUGLISI (PD), SI TORNA A SISTEMA ELITARIO DI GENTILE
(ANSA) – ROMA, 4 FEB – ‘Oggi il Consiglio dei Ministri con il riordino delle superiori ha tagliato con l’accetta il futuro dei ragazzi e delle ragazze italiane’. Lo afferma Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria del Pd.
‘Quello appena varato dal governo e’ un riordino per fare cassa, un restyling della scuola elitaria di Gentile che inchioda i ragazzi alle scelte realizzate a 13 anni, con i licei che prepareranno la classe dirigente, gli istituti tecnici i quadri e i professionali coloro che devono andare il prima possibile a lavorare. Peccato che nessuno sara’ all’altezza degli standard formativi richiesti dall’Europa. Un riordino che ha bypassato il parlamento, non condiviso con il mondo della scuola, che getta nel caos l’organizzazione del prossimo anno scolastico, impedendo alle famiglie e ai ragazzi – conclude – di realizzare scelte ragionate e consapevoli che influenzeranno in modo determinante la loro vita’.

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