politica italiana

Le dimissioni mediatiche di Cosentino

L’ultima sceneggiata del governo: il sottosegretario all’Economia accusato per mafia lascia la poltrona, ma solo perchè in lite con il Pdl. Berlusconi rifiuta le dimissioni e Cosentino prende tempo per riflettere. Il PD: “Basta farse, spieghino al paese perchè si dimette proprio oggi”.
Nicola Cosentino si è dimesso. O forse no. Non si sa con certezza, quello che invece è chiaro come il sole è che il tanto sperato e sollecitato abbandono della poltrona da sottosegretario all’Economia è arrivato per le ragioni sbagliate. Poteva andarsene perché sulla sua testa pende un’accusa di associazione mafiosa, oppure perché a suo carico è già stato emesso un mandato di arresto, poteva lasciare addirittura perché la Cassazione poche settimane fa ha liquidato il suo ricorso. Già, poteva. Invece in perfetta coerenza

Un accordo di troppo alla presidenza della regione Campania, in cui Cosentino è coordinatore per il Pdl e un candidato Udc al posto di uno dei suoi fedelissimi sono bastati a provocare le dimissioni dalla carica di sottosegretario e da quella di coordinatore di partito. Il doloroso addio è stato motivato così: “Mi sono dimesso perché voglio liberare il campo da ogni strumentalizzazione in vista della campagna elettorale”. Giusto, sarebbe stato molto imbarazzante per il partito al governo avere fra le sue fila un coordinatore che non riesce a dire l’ultima parola sulle candidature nella sua regione. Niente a che vedere con l’orgoglio di avere un membro del governo indagato! E non solo uno.

Buone o meno, le intenzioni di dimettersi di Cosentino hanno dovuto fare i conti con la “solidarietà” dei suoi simili. Il premier non si è lasciato turbare dalle parole del suo sottosegretario e ha commentato con un serafico e ormai usuale rifiuto. Insomma, dimissioni respinte e mano tesa per riportare a casa la pecorella sovversiva e smarrita, che dal canto suo pare ripensarci: “Le parole di Berlusconi meritano qualche notte in più di riflessione. Non so se ci ripenserò”. Onorevole faccia pure con comodo, tanto gli italiani in fondo cos’hanno da fare? Soprattutto in questi tempi di crisi, a cosa vuole che serva avere un assetto stabile in un ministero come quello dell’Economia? Cosentino e Berlusconi sanno da una vita che le loro beghe interne sono più importanti dei problemi del paese, tanto è vero che questo pomeriggio a Palazzo Grazioli ci hanno bevuto su un bel caffè, la ciliegina sulla torta in questo tango ridicolo.

A questo punto il segretario PD, Pier Luigi Bersani, pretende spiegazioni dalla maggioranza: “Noi avevamo chiesto mesi fa le dimissioni di Cosentino. Allora la maggioranza le respinse, ora abbiamo chiesto, tramite il capogruppo, che il governo ci spieghi quali novità ci sono e ci spieghi il ripensamento”.

Sulla stessa onda il capogruppo Dario Franceschini, che chiede alla Camera: “Poiché in questa aula fu discusso il tema di una mozione di sfiducia respinta nei confronti di Cosentino vorremmo sapere quali fatti nuovi hanno motivato le dimissioni del sottosegretario Cosentino. Basta con queste rappresentazioni teatrali fatte solo a fini mediatici”.

Chiede spiegazioni anche la capogruppo al Senato, Anna Finocchiaro: “Come mai proprio oggi Nicola Cosentino si dimette da sottosegretario? Avevamo presentato gia’ nel 2008 una mozione che impegnava il governo a chiedere le dimissioni di Cosentino. Mozione sollecitata piu’ volte all’attenzione del Presidente del Senato Schifani e finalmente discussa nel novembre 2009. La mozione e’ stata bocciata dall’Aula di Palazzo Madama e lo stesso e’ avvenuto alla Camera. La maggioranza ha difeso strenuamente il sottosegretario.Quali sono le novita’ di oggi che spingono Nicola Cosentino a rassegnare le sue dimissioni? Quali fatti giungono, ora, a determinarle cosi’ fortemente tanto da essere dichiarate dal sottosegretario irrevocabili e necessarie per sgombrare il campo da strumentalizzazioni in vista delle elezioni regionali? Vorremmo sapere da Governo, maggioranza e dal sottosegretario Cosentino i motivi di questa decisione”.

Per Laura Garavini, capogruppo del Pd nella commissione parlamentare Antimafia l’annuncio di dimissioni di Cosentino “ e’ stato seguito in modo fulmineo dalla richiesta da parte di un’autorevole esponente del Pdl, Italo Bocchino, di ritirarle. Per noi si tratta solo della conferma che il gesto di Cosentino e’ l’ennesimo atto di una lotta di potere interna, non la presa di coscienza dell’insostenibilita’ del suo ruolo istituzionale e politico dopo una richiesta d’arresto per rapporti con la camorra. Del resto avevamo avuto chiari segnali del disinteresse da parte del centrodestra all’adozione di un codice etico per le candidature: solo meta’ dei parlamentari del Pdl era presente alla votazione che ha approvato il codice contro le candidature di personaggi sospetti di legami con la mafia, un testo passato solo per la presenza e il voto determinante dei parlamentari del Pd”.

La deputata Pina Picierno commenta: “Chiedevamo a gran voce da un anno che il sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino prendesse atto delle gravi ombre sulla sua figura e presentasse le proprie dimissioni dalla carica di sottosegretario. Chiediamo al Governo adesso di fare chiarezza sul motivo di questa scelta, se ci sono elementi sui quali la maggioranza e’ tenuta a riferire, a maggior ragione dopo essersi assunta la responsabilita’ di respingere le stesse dimissioni quando a chiederle sono state le opposizioni. Sarebbe quanto meno paradossale se alla fine, a determinare queste dimissioni, fossero problemi di poltrone nel centrodestra sulle candidature alle elezioni provinciali”.
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