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“Libri di testo, la Gelmini respinta dal Consiglio di Stato”, di Alfio Patti

Tutto ha inizio quando un gruppo di docenti milanesi, supportati dalla Flc-Cgil territoriale, ha fatto ricorso al Tar del Lazio contro la circolare n. 16 del 20 febbraio 2009, nella parte relativa a “I vincoli”, punto 3 del comma 3.
Alla lettera a), infatti, la circolare impone “la cadenza pluriennale (ogni cinque anni per la scuola primaria e ogni sei per la scuola secondaria di I e II grado) per l’adozione dei libri di testo” ribadendo alla lettera b) “la non modificabilità delle scelte da parte degli insegnanti e della scuola nell’arco dei due periodi previsti”.
Questi vincoli, che si applicano a partire dal 1° settembre di quest’anno scolastico, non consentono “ad un nuovo docente assegnato alla classe una diversa scelta di libri di testo già effettuata”, e per questo si invita il dirigente scolastico perché vigili sul rispetto del divieto.I ricorrenti sostengono che i dettami della circolare contrastino con quelli della legge n. 169 del 30 ottobre 2008 che prevede, invece, “fatta salva la ricorrenza di specifiche e motivate esigenze”.Il Tar del Lazio dà ragione ai ricorrenti. Nel mese di agosto, allora, il ministro Gelmini presenta un appello al Consiglio di Stato e chiede la sospensiva della sentenza del Tar “per motivi di urgenza”.E il Consiglio di Stato “urgentemente” le risponde; il 25 agosto emana l’ordinanza n. 4328 con la quale ritiene “che non sussistono i presupposti per la sospensione della sentenza impugnata” e ricorda al Ministro che in precedenza si era già espresso in tal senso: “come già chiarito da questo Consiglio con ordinanza n. 2540/2009
da Tecnica della scuola