Giorno: 23 Agosto 2009

“Criteri incerti: riforma mancata”, di Tullio Jappelli e Marco Pagano*

La meritocrazia è una forma di governo in cui i ruoli di responsa­bilità sono affidati in base al merito. Nelle università ciò significa che le risor­se e le decisioni dovrebbero esse­re affidate alle persone che hanno conseguito i migliori risultati nel­la ricerca o nella didattica. A fine luglio, nel distribuire i fondi per il 2009 il ministro Gelmini ha di­chiarato che «per la prima volta in Italia una parte dei fondi desti­nati alle università sono stati asse­gnati sulla base di nuovi criteri di valutazione della qualità». Si trat­ta di 523 milioni di euro, una pic­cola quota (7%) del fondo di finan­ziamento ordinario delle universi­tà, che sono stati assegnati, per un terzo, sulla base di indicatori che dovrebbero misurare la quali­tà della didattica e, per due terzi, sulla base di indicatori relativi alla qualità della ricerca. L’innovazione è stata salutata da alcuni come un «passo impor­tante » nella direzione della meri­tocrazia, sia pure «con qualche li­mite » (si veda l’articolo di France­sco Giavazzi sul Corriere del 25 lu­glio). È davvero così? Purtroppo no: la riforma non …

“O vince lo Stato o vince la mafia, Veltroni a Fondi chiede legalità”, di Claudia Fusani

La visita dell’esponente Pd nel comune laziale che fa i conti con pesanti infiltrazioni mafiose e 17 arresti. «C’è una richiesta di scioglimento di un anno fa. Non assumerla è una grave anomalia». Lo Stato arriva a Fondi infiltrata dalle mafie ma che il governo non vuole sciogliere. Ci sono già arrivati i prefetti, la magistratura (quella di Roma, quella locale no), le forze dell’ordine, anche il ministro dell’Interno. Ma non è bastato. Lo Stato arriva a Fondi in un pomeriggio di fine agosto così caldo e umido che quasi ti stordisce. Si muove tra strade vuote, facce che sbirciano di sottecchi dalle finestre, incontra le associazioni antimafia e di categoria nel segreto di un ristorante che, unico, mette a disposizione una sala e acqua fresca perché nessuno si fida a parlare in pubblico. Dà appuntamento agli altri cittadini di fronte a una casa comunale chiusa e sbarrata, occupa una piazza con uno stratagemma perchè il sindaco Luigi Parisella (Pdl) ha vietato l’uso delle piazze per i comizi. Non ci si crede ma è così: …

“Così il PD ha perso la voce”, di Luigi La Spina

Un assordante silenzio. L’esempio più scolastico di un ossimoro potrebbe davvero definire l’afasia politica che ha caratterizzato l’agosto del principale partito d’opposizione. Sia sulle grandi questioni internazionali, come la difficile situazione in Afghanistan e in Iraq, sia sul dibattito in vista delle prospettive autunnali della nostra economia, fino ad arrivare alle baruffe estive sull’Inno di Mameli o sui dialetti, il Pd si è distinto per una assoluta mancanza di reazioni. Un riserbo insolito per le abitudini della politica italiana, dove l’esternazione prevale sempre sulla meditazione. Le uniche voci che si sono udite da quelle parti, ascoltate peraltro senza suscitare particolari emozioni, sono state raccolte in alcune interviste ai due contendenti favoriti per la futura segreteria del Pd, Bersani e Franceschini, impegnati in qualche stanca polemica interna. Poiché l’auto-oscuramente dialettico agostano sarà forzatamente interrotto dall’avvenuta apertura della festa nazionale di quel partito, a Genova, c’è da sperare che la lunga pausa, dedita evidentemente a una profonda riflessione, sia servita affinché i leader Pd ci rivelino finalmente una organica, concreta e innovativa proposta di governo del nostro …

Anna Maria Artoni, presidente degli industriali dell´Emilia Romagna: “Chiudono molte piccole imprese ora più fondi alle infrastrutture”, di Roberto Mania

«Lo scenario è preoccupante – dice Anna Maria Artoni, presidente degli industriali dell´Emilia Romagna -. Molte piccole aziende rischiano di non avere i soldi necessari per riprendere l´attività a settembre». Eppure anche il presidente della Banca centrale americana, Ben Bernanke, ha espresso un moderato ottimismo sulla fine della crisi. Lei non condivide questa analisi? «È vero che ci sono segnali positivi in Francia, in Germania e negli stessi Stati Uniti, ma non si può ancora dire altrettanto per l´Italia. Noi siamo entrati in ritardo in questa crisi, ne usciremo dopo e anche a una velocità più bassa rispetto agli altri. Eravamo quelli che crescevano di meno nella fase pre-crisi e la possibilità di trovarci con gli stessi difetti è molto alta». Non crede invece, come sostiene il presidente Berlusconi, che usciremo “più forti” dalla recessione proprio grazie al nostro modello di capitalismo? «È vero che il nostro “provincialismo” da questo punto di vista ci ha salvati e ci ha fatto soffrire meno. Ma con un crollo dei fatturati, alcuni nell´ordine del 40, 50 per cento, …

“Quei morti che gridano dal fondo del mare” di Eugenio Scalfari

È singolare (non trovo altro aggettivo) il comportamento della stampa nazionale sulla strage dei 73 migranti uccisi dal mare tra Malta e Lampedusa. Il primo giorno, con notizie ancora incerte, tutti hanno aperto su quell’avvenimento: il numero delle vittime, la storia raccontata dai cinque sopravvissuti, i dubbi del ministro Maroni sulla loro attendibilità, le responsabilità della Marina maltese, i primi commenti ispirati al “chissenefrega” di Bossi e di Calderoli. Ma dal secondo giorno in poi i nostri giornali hanno voltato la testa dall’altra parte. Le notizie nel frattempo sopraggiunte sono state date nelle pagine interne. Uno solo, il “Corriere della Sera”, ha tenuto ancora quella strage in testata di prima pagina ma senza alcun commento. Il notiziario all’interno tende a riposizionare i fatti entro lo schema della responsabilità maltese. Il resto è silenzio o quasi. Fa eccezione “Repubblica” ma il nostro, com’è noto, è un giornale sovversivo e deviazionista e quindi non può far testo. Comincio da qui e non sembri una stravaganza. Comincio da qui perché la timidezza, la prudenza, il dire e non …

“J’accuse della CGIL: altro che ripresa Un milione di posti di lavoro a rischio”, di Bianca Di Giovanni

In primavera finirà la cassa integrazione per centinaia di migliaia di lavoratori. L’emergenza lavoro resta. Sindacati d’accordo, ma ancora divisi sull’unità. Consumatori: se manca il lavoro, diminuiranno anche i consumi. Dopo le stime rosee di Ben Bernanke, arrivano i numeri – nudi e crudi – sull’economia italiana. «La dinamica negativa del Pil, con un -6% nel 2009, ed il passaggio del tasso di disoccupazione dal 6,3% al 9,4% quest’anno ed al 10,3% nel 2010 comporta tra gli 800mila ed un milione di posti di lavoro a rischio sino alla metà dell’anno prossimo». A sfornare le cifre è il segretario confederale della Cgil Agostino Megale sulla base delle stime dell’Ires, Istituto di ricerche economiche. L’altroieri dal simposio dei governatori centrali di Jackson Hole erano filtrati annunci cautamente positivi, mentre l’Ocse faceva sapere che di lì a poco avrebbe rivisto in positivo le stime di crescita. Ma un conto sono le percentuali, i trend, le slide, altro è la realtà del dopo recessione. Per lavoratori e imprese vuol dire ancora sofferenza, ancora rischi altissimi di perdere tutto. …