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Evasori e mafiosi. Ecco chi ci guadagna con Tremonti

Continuano le modifiche alla scudo fiscale che la prossima settimana arriva alla Camera. Con il rischio di favorire i terroristi.
Lo scudo mutante. Non è un film di fantascienza ma lo scudo fiscale che dopo il voto delle commissioni della Camera si espande e finisce per proteggere anche i mafiosi! E intanto la Commissione europea attende “ulteriori informazioni” dall’Italia sullo scudo fiscale. Lo ha detto a Bruxelles Oliver Dreewes, portavoce del commissario europeo al Mercato Interno, Charlie McCreevy. “Siamo in contatto costante con le autorita’ italiane, che si sono impegnate a fornire ulteriori informazioni sul nuovo scudo fiscale”, ha affermato il portavoce, aggiungendo: “Quando queste informazioni arriveranno, valuteremo la loro compatibilita’ con le norme europee sul mercato interno”.

Abbiamo scritto di una legge vergogna, una vergogna per chi lo propone e chi l’approva, che prende a schiaffi il Parlamento e gli onesti, un maxicondono per evasori e bancarottieri che hanno portato i loro capitali all’estero. “Alla Camera arriva un testo che presenta elementi di incostituzionalità e il Partito Democratico utilizzerà ogni strumento per impedire una legge che dovrebbe far vergognare chi la propone e chi l’approva” dichiara Marina Sereni, vicepresidente dei deputati PD.
“Ma alla sfrontatezza del centrodestra non c’è limite – continua – se si pensa che questa nuova versione avrebbe dovuto correggere il decreto di luglio che conteneva norme inaccettabili sulle quali lo stesso presidente della Repubblica, Napolitano, aveva espresso riserve”.
Il deputato del PD Pierpaolo Baretta parla di “immagine del Paese gravemente compromessa rispetto al rigore e all’etica” e annuncia in Aula ”battaglia ferrea”.
Perché non è possibile accettare l’impunità per mafiosi e evasori che con una tassa del 5% vedranno sanati reati quali il falso in bilancio e non saranno obbligati a dichiarare se la provenienza è il riciclaggio. Per Baretta “o il governo non se ne rende conto, oppure è connivente. Il tipo di scudo approvato a luglio e’ stato stravolto. I pochi miliardi che sembra rientreranno, anche se il momento di crisi e’ difficile, non valgono questo scambio”. Rischio di fiducia? “Sarebbe l’ennesima conferma – ha concluso Baretta – del comportamento antiparlamentare che il governo ha. Manca solo che diamo il lodo Alfano agli evasori”.

Mentre la capogruppo democratica in commissione Giustizia, Donatella Ferranti parla di “impunità alle organizzazioni criminali che hanno messo al sicuro all’estero capitali di provenienza illecita. Questo provvedimento è un passo verso quell’ingiustizia sociale che con artifizi contabili premia ‘furboni e furbetti’ a discapito dei cittadini e degli imprenditori onesti. Alfano batta un colpo”.

Maroni sa che è pronto lo scudo per il terrorismo?
“Mi chiedo se il ministro Maroni si sia accorto che sta per essere approvato in parlamento uno scudo anche per il terrorismo. Il Senato ha infatti introdotto nel decreto legge anti-crisi al vaglio della Camera una modifica che stabilisce per gli intermediari il venir meno dell’obbligo di segnalazione oggi previsto non solo per le operazioni di reciclaggio ma anche per quelle di finanziamento del terrorismo”. Lo spiega la deputata del Pd della commissione Bilancio Simonetta Rubinato, che presenterà un emendamento per abolirlo. Emendamento che speriamo la maggioranza approverà, o ve lo faremo sapere.

Segreto bancario in Svizzera. A tremonti sfugge sotot il naso…
Stefano Fassina, responsabile finanza pubblica PD denuncia come “Tremonti ha irrimediabilmente lasciato scivolare via la possibilità di rinegoziare un efficace allargamento del segreto bancario con la Svizzera. Oggi, la Svizzera conclude il dodicesimo accordo bilaterale con uno Stato sovrano e, pertanto, nella classifica dell’Ocse dedicata ai paradisi fiscali, passa dalla “grey list” alla “white list”, ossia la lista dei “paradisi sostanzialmente in regola”. È una pessima notizia per l’Italia: arrivare a rinegoziare il trattato bilaterale dopo il dodicesimo Paese vuol dire cimentarsi in un’impresa già difficilissima senza avere alcun potere, dato che da oggi la Svizzera non ha interesse a fare ulteriori significative concessioni. Francia, Regno Unito e Stati Uniti sono arrivati tra i primi 12. Hanno, così, potuto accompagnare i loro “scudi fiscali” ad una credibile deterrenza e, quindi, richiedere un onere rilevante per la regolarizzazione dei capitali evasi, oltre al nome del beneficiato. Il ritardo del ministro Tremonti nel negoziato con la Svizzera conferma che per il Governo italiano la lotta ai paradisi fiscali è
una foglia di fico dietro la quale tentare di raccogliere un obolo subito senza incidere sulle possibilità per grandi evasori e criminali di continuare ad evadere ed esportare illegalmente all’estero”.
Ma. Lau.
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