Giorno: 2 Dicembre 2009

“Povero Darwin. L’ultimo assalto cristiano passa dal CNR”, di Cristiana Pulcinelli

Prima un convegno, poi un libro dal titolo “Evoluzionismo: il tramonto di un’ipotesi”. Il tutto con il marchio del Cnr. Ma la comunità scientifica insorge, dal filosofo Pievani al biologo Marco Ferraguti. L’evoluzionismo? Non è scienza, ma «una fantasiosa storia». A dirlo questa volta non è un creazionista qualunque, ma addirittura il vicepresidente del Cnr, il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Cosa ne penseranno i biologi che lavorano nel maggiore istituto di ricerca del nostro paese? La storia comincia a febbraio scorso, quando Roberto De Mattei, storico e vice presidente del Cnr, organizza un convegno a porte chiuse nella sede del Cnr per confrontarsi «sulla fortunadelle teorie darwiniane, mettendone in luce le diverse criticità». Dagli atti del convegno viene fuori un libro dal significativo titolo: Evoluzionismo: il tramonto di un’ipotesi, pubblicato da poco dall’editore Cantagalli. Il libro è stato salutato da Fausto Carioti, vicedirettore del quotidiano Libero, il 3 novembre scorso, come un volume«importante» in cui finalmente «gli scienziati iniziano a rendere pubbliche le loro critiche» a Charles Darwin. Una sorta di outing della comunità scientifica …

“La finanziaria nènè: nè rigore, nè sviluppo” , di Tito Boeri

I contenuti della Finanziaria 2010 sono ormai chiari. Non sarà leggera perché prevede una manovra lorda di 8 miliardi. Non sarà di sviluppo perché è priva di idee. Non affronta i problemi strutturali del paese e non sostiene la domanda interna. Né sarà di rigore perché apre nuovi rubinetti di spesa, difficili poi da richiudere e alimentati da entrate una tantum. Non sarà neanche una Finanziaria di equità perché non interviene per ampliare la platea dei beneficiari dei pur modestissimi interventi di contrasto alla povertà. Una proposta per costituire una prima rete. Ormai sono chiari i contenuti della Finanziaria 2010. Non sarà leggera perché prevede una manovra lorda di 8 miliardi. Non sarà di sviluppo perché è priva di idee. Non affronta i problemi strutturali del paese e non sostiene la domanda interna. Né sarà di rigore perché apre nuovi rubinetti che sarà difficilissimo chiudere, alimentati peraltro da entrate una tantum, che pregiudicano entrate future, come quelle dello scudo fiscale. Ma non sarà nemmeno una Finanziaria di equità perché non interviene per ampliare la platea …

“Giustizia, il Pd: sì al confronto no alle leggi ad personam”, di Andrea Carugati

Nessun tentennamento contro le leggi ad personam», ribadisce Pierluigi Bersani ai “ragazzi” della sua segreteria, riuniti ieri per la prima volta al Nazareno. Ma l’analisi del segretario cerca di uscire dalla stretta tra il giustizialismo alla Di Pietro e le spallate del Cavaliere. Bersani parla di crisi e di economia, boccia senza appello una finanziaria «che è una scatola vuota», soprattutto se confrontata con i drammatici dati Istat sulla disoccupazione, e invita la squadra a darsi da fare per le manifestazioni «mille piazze» dell’11 e 12 dicembre, dove il Pd offrirà la sua ricetta: «Tenere insieme questione democratica e sociale». Ma non c’è solo la protesta. Il voto domani in Senato delle mozioni sulle riforme istituzionali (promosso dal Pd) potrebbe anche essere l’occasione per riaprire uno spiraglio di dialogo con la maggioranza a partire dalla “bozza Violante”, che ridisegna la seconda parte della Costituzione. Bersani ne ha discusso ieri con la capogruppo Finocchiaro, che a sua volta ha riunito Violante, Andrea Orlando e i vicecapigruppo per mettere a punto la strategia: «No alle leggi ad …

“Il lungo addio”, di Marcello Sorgi

L’ennesimo incidente di percorso tra Fini e Berlusconi non è importante solo per le frasi, non destinate ad essere rese pubbliche, uscite dalla bocca del presidente della Camera e registrate da un microfono indiscreto. Ma anche, e forse soprattutto, per il tono con cui, in confidenza, sono state pronunciate. A parte l’anticipazione, quasi un mese prima (la registrazione è del 6 novembre), che le dichiarazioni che il pentito Gaspare Spatuzza renderà il 4 dicembre saranno «una bomba atomica» (Fini dunque per quella data era già al corrente del tenore delle future rivelazioni del mafioso), e necessitano quindi di «un riscontro» da fare «con scrupolo», e a parte la conferma del dissenso con il Cavaliere, che «confonde la leadership con la monarchia assoluta» e interpreta il consenso elettorale come «una sorta di immunità nei confronti di qualsiasi autorità di garanzia e di controllo», Fini, anche privatamente, non parla più come «cofondatore» del Pdl, ma come uno che sente di non aver più nulla da condividere con Berlusconi e con il partito nato dalla fusione dell’ex An …

“Alunni stranieri, 20 o 30 %: é questo il problema?”, di Gilberto Bettinelli e Federico Niccoli

La stampa riporta notizie di un piano dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia che prevederebbe, opportunamente, il coinvolgimento delle prefetture per consentire l’arrivo dei minori per ricongiungimento entro l’inizio dell’anno scolastico ma anche un tetto/percentuale di “alunni stranieri” per classe. In sede nazionale si era parlato del 30% ma in Lombardia si pensa sia meglio il limite del 20%. In ogni caso per ora non se ne fa ancora nulla perché occorrerebbe comunque una circolare ministeriale, si dice. Allora di che piano si sta parlando? Sembrerebbe piuttosto un parere espresso dal Direttore Scolastico. Un parere che però è necessario circostanziare e meglio definire altrimenti rischia di essere uno dei tanti “messaggi”, cui ci hanno abituato i politici, vestiti di “buon senso” ma che in realtà rischiano di far passare e di legittimare idee di separazione, divisione, esclusione, facendo come al solito di ogni erba un fascio. Un approccio che marca, nel nostro paese, una sistematica tendenza ad affrontare i problemi isolandoli dal contesto sociopolitico. La inaccettabile lunghezza dei processi penali viene di fatto cancellata con la …

“Donne, giovani e tanti «piccoli»”, di Maurizio Ferrera

Pur largamente prevedibi­li, gli ultimi dati Istat sul­le forze di lavoro fanno un certo effetto: erano an­ni che il numero di persone in cerca di occupazione non supera­va i due milioni, l’8% in termini relativi. È vero che siamo ancora al di sotto della media Ue (9,3%). Preoccupa però la composizione interna della nostra disoccupa­zione, che colpisce con intensità crescente le donne e i giovani. Il modello della «flessibilità senza rete di sicurezza» su cui hanno puntato i vari governi a partire dal 1997 mostra oggi tutti i suoi limiti: centinaia di migliaia di la­voratori atipici hanno già perso il posto di lavoro, ampliando quell’esercito di outsider per i quali il nostro sistema di welfare prevede solo qualche briciola. Come hanno documentato le in­chieste di Dario Di Vico, tra le fi­la di questo esercito sta finendo anche un numero crescente di la­voratori in passato relativamente «sicuri»: artigiani, piccoli pro­duttori, persino alcune figure di liberi professionisti. Grazie alla Cassa integrazione, l’occupazio­ne delle imprese di medie e gran­di dimensioni ha retto sinora ab­bastanza bene. Ma per uscire …