Giorno: 31 Dicembre 2009

Auguri per un sereno 2010 con “L’oroscopo del cuore”, di Massimo Gramellini

Le parole magiche saranno: serietà, equilibrio, talento, disillusione, unità, leggerezza e, soprattutto, risveglio. Ariete – Il conservatore è colui che, davanti a un fatto nuovo, prima dice “non si può fare” e poi “lo abbiamo sempre fatto”. Non sarà questo il tuo destino, Ariete. Per crescere dovrai avventurarti oltre le colonne d’Ercole delle tue abitudini, fra le quali hai coltivato diverse paranoie. Qualcuno o qualcosa sta per cambiarti la vita e arriverà da un luogo che finora ti era sempre sembrato inadatto. Ha scritto Richard Bach: “Ogni cambiamento che ti turba è aria pura, camuffata per apparire il diavolo”. La maschera preferita dagli angeli. Toro – “A differenza di ciò che si crede, la felicità non dipende da fortuna, ricchezza, bellezza e salute” ha detto in un’intervista monsieur Boiron, primo produttore mondiale di rimedi omeopatici. Intendiamoci, Toro: fortuna, ricchezza, bellezza e salute (ci aggiungerei il sesso) sono le scarpe per camminare sulla vita. Ma la tua felicità dipende dalla capacità di restare in equilibrio. Il famoso passo dell’alpino: mai di corsa, mai fermi. Ben piantati …

Napolitano parlerà della crisi «Bisogna ridare serenità», di Marcella Ciarnelli

Un po’ più lungo del solito anche se, comunque, entro i venti minuti. Perché i problemi del Paese sono tanti. E l’anno che si chiude è stato difficile e quello che verrà di queste difficoltà ne porterà i segni. Quindi il presidente della Repubblica, nel suo tradizionale saluto di augurio, bilancio e prospettive, che indirizzerà questa sera agli italiani e che andrà in onda a reti unificate, si è preso più tempo rispetto al passato per riuscire a fare i conti con un passato difficile e con le speranze per il futuro parlando in modo chiaro, ne ha preso lui stesso l’impegno, in modo che tutti possano comprenderlo quando inviterà a proseguire nello sforzo per uscire dalla crisi con un Paese migliore a cui «bisogna ridare serenità». Visitando l’antivigilia di Natale la Comunità di Sant’Egidio, colpito e commosso, Napolitano si era lasciato andare ad uno «spero che ciò che ho visto mi ispiri per il messaggio di fine anno». E c’è da essere certi che il presidente parlerà innanzitutto di quell’Italia migliore che tanto gli …

“Addio anni zero senza rimpianti”, di Sergio Romano

L’ immagine del tunnel, per definire un percorso al buio attraverso una lunga serie di crisi, è ormai inflazionata e svalutata. Ma è quella che definisce meglio i primi anni del secolo, dall’elezione di George W. Bush alla Casa Bianca nel novembre del 2000 all’elezione di Barack Obama nel novembre dell’anno scorso. Le responsabilità non sono soltanto americane. Non è colpa degli Stati Uniti, ad esempio, se il fanatismo islamico, nel settembre del 2001, scatena la guerra santa nel cielo di New York. Ma molto di ciò che è accaduto ha le sue origini nel modo in cui l’America, da quel momento, ha concepito il proprio ruolo nel mondo e nei metodi con cui ha perseguito i suoi obiettivi. La lista degli avvenimenti funesti è impressionante: la guerra afghana, la guerra irachena, la guerra libanese, la guerra georgiana, la guerra di Gaza, le guerre africane, imassacri del Darfur, una lunga serie di attentati terroristici da Madrid a Londra, dal Pakistan all’India, dall’Indonesia alla Turchia, e una serie non meno importante di repressioni poliziesche in Birmania, …

Sempre più nuovi poveri ma “invisibili”, di Paolo Griseri

L´Ires Cgil: il 10% delle famiglie detiene il 44,5 per cento della ricchezza nazionale La commissione sull´esclusione sociale: cresce il numero di chi è in difficoltà. Il Cies: “Si nascondono per la vergogna e non sanno farsi aiutare” . Sono spesso italiani, hanno una vita solo apparentemente normale, non di rado sono single. Non lo confessano volentieri ma sanno di vivere tutti i giorni sull´orlo del precipizio sociale: non tanto poveri da meritare l´assistenza dei servizi pubblici, non tanto ricchi da potersela cavare da soli. Appartengono a quella che la Commissione di indagine sull´esclusione sociale, presieduta da Marco Revelli, chiama «l´area grigia dei nuovi poveri». Gente che riesce ancora a racimolare un lavoro saltuario, non sempre in nero, ma non è in grado di pagare l´affitto. E che, a differenza degli immigrati, non ha gli strumenti per sopravvivere nel mondo dei poveri: «Non sanno a quali associazioni e a quali sportelli rivolgersi – scrivono i ricercatori – sono impreparati di fronte agli imprevisti causati dal brusco calo del reddito». Perché alla povertà sono arrivati da …

Perché la muta cantilena del ragazzo che ripete “handicap” non sia un lamento ma un appello ad agire, di Giuseppe Fioroni

Siamo davvero diventati così, come ci descrive Shulim Vogelmann nella sua sconvolgente testimonianza apparsa su la Repubblica? Cinici, arroganti, indifferenti, apatici? Incapaci di sentire, di indignarci? E’ un ritratto impietoso, certo, quello di un Paese che, quasi inavvertitamente, tra passaggi burocratici e responsabilità puntualmente scaricate su qualcun altro, chissà chi poi, sta mutando pelle. Un’Italia inospitale, non accogliente, che non sorride ma ringhia, che si blinda nelle proprie certezze e si nasconde dietro a un numero. Il caso del ragazzo disabile colto senza biglietto e trattato come una grana di cui sbrigarsi può essere solo un incidente, un episodio isolato, certo. Ma non è isolata l’indifferenza che scorgiamo nei tanti scompartimenti di cui è fatta la nostra vita quotidiana: a scuola, nel lavoro, negli ospedali, per strada, nella vita politica. Quanto è banale il male che sperimentiamo tutti i giorni: un alzata di spalle, uno sguardo che si abbassa, un ammiccamento gaglioffo. Tassello dopo tassello, questi gesti ci restituiscono un’immagine che non pensavamo ci corrispondesse, e invece ci interpella. Interpella un governo che, nel campo …