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La controfinanziaria del PD

Da una parte una maggioranza confusa che afferma, si pente, ritratta. Poco più in là un governo allo sbando, con ministri troppo occupati a litigare fra loro e un premier sempre affaccendato nel risolvere i suoi problemi giudiziari. A completare il quadro, un relatore, quello per la legge Finanziaria 2010, che sfiorando il picco della schizofrenia, propone di ritirare tutti gli emendamenti e, praticamente, di azzerare tutto il lavoro svolto fin qui. A distanza siderale da questo ignobile teatrino, il Paese vero: quello che lotta ogni giorno contro la disoccupazione, quello che fa i salti mortali per arrivare alla fine del mese, quello che sa che la crisi economica non si risolve con un po’ di psicoterapia.

Nella Finanziaria “light” di Tremonti per questa Italia non c’è spazio. È per questo che il Partito Democratico ha preparato una serie di proposte alternative da discutere e inserire nel provvedimento. In una conferenza stampa con il capogruppo alla Camera, Dario Franceschini, il Vicepresidente, Michele Ventura, i componenti della presidenza del Gruppo, Francesco Boccia e Sesa Amici, i capigruppo delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, Pierpaolo Baretta e Alberto Fluvi emerge come Tremonti ha messo in campo un progetto timido e insufficiente.
Per noi democratici gli interventi da fare dovrebbero impegnare almeno l’equivalente di un punto di PIL e toccare tutte le principali emergenze.

Contro la crisi: cassa integrazione più lunga e assegno di disoccupazione. Di fronte a imprese che chiudono e lavoratori che scendono nelle piazze ad urlare la propria disperazione, si rende improrogabile un intervento dello stato. Il PD decide di agire su due fronti. Da una parte propone l’assegno di disoccupazione a tutti i lavoratori precari iscritti alla gestione separata Inps (co.co.co. e partite Iva) portandolo al 40% dell’ultimo reddito disponibile, per i redditi fino a 18mila euro. Dall’altra, si prevede l’estensione della durata temporale della cassa integrazione guadagni da 52 a 104 settimane.

Un pacchetto per sostenere le imprese. Misure ad hoc riguardano anche l’impresa. I democratici propongo no un pacchetto a sostegno delle imprese volto a convertire circa 1,7 miliardi di attuali contributi a fondo perduto a beneficio di misure più efficaci quali il fondo di garanzia per il credito alle Pmi, i crediti d’imposta per investimenti nel Mezzogiorno e per ricerca.

Emergenza redditi, detrazioni fiscali per dipendenti e pensionati. Il Pd propone di attribuire una detrazione fiscale forfettaria e straordinaria per l’anno 2010 sui redditi da lavoro dipendente e sulle pensioni che non superino 55mila euro, da corrispondere in un’unica soluzione nella mensilità di aprile 2010. La proposta prevede anche di aumentare la detrazione fiscale per i figli a vantaggio sia dei lavoratori dipendenti che di quelli autonomi.

A sostegno dei comuni e dell’agricoltura. Per quanto riguarda gli Enti locali i democratici sottolineano la necessità di riconoscere l’ammontare intero del rimborso conseguente al minor gettito dell’Ici. In pochi, infatti, immaginano che l’abolizione di questa tassa, tanto sponsorizzata dal governo, ha avuto effetti devastanti sui bilanci comunali, costretti ad arrangiarsi per sbarcare il lunario.

Con i lavoratori dell’Ispra. Un emendamento ad hoc riguarda il caso dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) saliti sul tetto del loro ente e decisi a rimanerci almeno fino a Natale, per protestare contro i licenziamenti dei 500 precari. Il PD propone una dotazione di alcuni milioni di euro da destinare ad Ispra con priorità alla stabilizzazione dei lavoratori precari.

Patto di stabilità, il PD accanto ai sindaci. “Il Pd condivide le ragioni dei sindaci in rivolta e da molto tempo, in Senato, chiede di calendarizzare la mozione presentata nel luglio scorso in cui si invita il governo a disporre una deroga ai vincoli del Patto di stabilità per i Comuni e le Province e a creare una ‘corsia preferenziale’ per l’utilizzo dei fondi residui passivi per la spesa in conto capitale, già disponibili dagli Enti, da impegnare nella manutenzione di luoghi pubblici quali scuole, reti idriche, edilizia residenziale pubblica”. Questo è quello che si legge nella mozione presentata dal senatore PD Raffaele Ranucci e sottoscritta da altri 74 senatori PD. “In questo momento – spiega Ranucci – la drammatica crisi finanziaria sta serrando l’economia del nostro Paese con un forte impatto negativo sull’economia reale, sull’occupazione, sulle famiglie, sulle imprese. Molti Comuni e numerose province hanno a disposizione risorse economiche libere ed utilizzabili per finanziare opere già progettate o già cantierate, ma ferme a causa dei vincoli del Patto di stabilità che non consentono ai Comuni e alle Province di poter legittimamente utilizzare le risorse proprie per effettuare gli investimenti necessari economico/infrastrutturali sul territorio. Le ultime manovre governative hanno sottoposto i Comuni e le province a tagli, vincoli e restrizioni senza le adeguate compensazioni, minando completamente l’autonomia finanziaria, dimostrando disinteresse per le già disagiate comunità locali”.

Viareggio, la tragedia sbeffeggiata dal governo. Nella Finanziaria non saranno stanziati fondi per ricostruire la zona di Viareggio devastata dall’esplosione di un treno che il 30 giugno scorso ha causato 13 morti. “Paradossale la scelta di dichiarare localistico e quindi inammissibile l’emendamento alla Legge Finanziaria che si fa carico della ricostruzione dell’area di Viareggio distrutta dall’incidente ferroviario”. Lo ha dichiarato Raffaella Mariani, capogruppo Pd in commissione Ambiente. “Avevamo chiesto – prosegue – a nome di tutto il gruppo Pd la somma di 30 milioni di euro da destinare alla ricostruzione dell’area e alle famiglie vittime del disastro ferroviario a titolo di risarcimento provvisorio dei danni. Liquidare il completamento del finanziamento per Viareggio come vicenda localistica offende l’intelligenza e nega l’impatto che un disastro di quella portata ha avuto sull’ intera comunita’ nazionale. Facciamo appello perche’ durante l’esame in commissione Bilancio si ponga rimedio ad un errore che fa vergognare l’intero Parlamento”.

Zone Franche, un altro bluff. Il Pd critica la proposta del governo sulle Zone Franche Urbane. ”Niente esenzioni da imposte sui redditi e Irap – dice il deputato Ludovico Vico -, niente automatismi, ma solo un contributo, rapportato all’Ici e all’ammontare dei contributi previdenziali sulle retribuzioni, erogato dai Comuni nei limiti delle risorse gia’ stanziate dal Cipe. Apprendiamo che l’emendamento in questione e’ stato dichiarato inammissibile in quanto privo di effetti finanziari e dunque non rientrante nel contenuto tipico di una legge Finanziaria. Insomma da ripresentare al prossimo ‘milleproroghe’. Eppure lo scorso 28 ottobre il ministro Scajola aveva organizzato una grande cerimonia con i 22 Sindaci dove sono state localizzate le Zone Franche Urbane per la sottoscrizione dei contratti, annunciandone l’avvio per il prossimo primo gennaio, con una disponibilità di 100 milioni di euro”.

Altro che Finanziaria Light! Nel corso della conferenza stampa il capogruppo alla Camera Dario Franceschini, insieme a Pierpaolo Beretta, capogruppo PD in commissione, Francesco Boccia e Michele Ventura, vice capogruppo hanno spiegato in lungo e in largo perche i democratici si oppongono alla finanziaria targata Tremonti. “ In primo luogo –spiega Ventura – perché la sua parola chiave è “incertezza”. Su tutto, a partire dalla copertura dei vari provvedimenti. Stanno mentendo sui progetti finanziati dallo scudo fiscale. Solo il patto sulla salute potrà essere coperto e anche lì le perplessità sono tante. In secondo ruolo la parte più consistente dei finanziamenti arriva dal TFR. Praticamente il governo preleva soldi che non potrebbe toccare, che appartengono ai lavoratori, creando un precedente pericoloso. Il resto è demagogia e spot. Non ci sono fondi per la sicurezza e non vengono tagliati i costi della politica. Duro il giudizio sulla norma adottata dalla FInanziaria che da’ la possibilita’ alle regioni, per coprire il deficit della sanita’, di utilizzare i Fondi Fas, destinati originariamente allo sviluppo.”Questi fondi – ha detto Ventura – sono diventati una barzelletta; abbiamo in sequenza il ministro Scajola che non porta al Cipe lo sblocco dei Fondi Fas per i Piani regionali, e ora in Finanziaria c’e’ l’utilizzo di queste risorse per coprire la spesa corrente della sanità”.

“Questi soldi – ha aggiunto Francesco Boccia – serviranno nelle regioni meridionali a coprire i costi per le auto blu, per le spese improprie della sanita’ e dei dirigenti delle Asl, e non piu’ per lo sviluppo”. A tal proposito Boccia ha pure annunciato un emendamento del Pd al Patto per la salute contenute nella Finanziaria che introduce ”la separazione netta tra controllati e controllori”, con norme riguardanti i revisori dei conti nelle Asl e le nomine dei Direttori generali.

Colpo di scena: tutto da rifare…forse. La conferenza PD è stata testimone di un colpo di scena. Franceschini ha comunicato in tempo reale la proposta del relatore di ritirare gli emendamenti e riformulare gli articoli 1 e 2. In pratica uno sfacelo! Sarebbe come azzerare tutto e ripartire dall’inizio, per metter su in fretta e furia una legge che, indipendentemente da tutto, deve essere approvata prima della fine dell’anno. si apre così la strada ai maxi emendamenti e alla fiducia, tanto cari al governo. Il capogruppo Pd però chiarisce la posizione dei democratici: “Noi siamo pronti ad lavorare perche’ si eviti un maxiemendamento su cui mettere la fiducia. Noi non vogliamo rassegnarci a questa modalita’ che dura dall’inizio legislatura per cui si fa un po’ lavorare il Parlamento e poi, di colpo, arriva un maxiemendamento che viene approvato con un voto di fiducia. Noi siamo pronti a stare qua giorno e notte a lavorare. Sia chiaro che se si arriva al maxiemendamento e alla fiducia non sara’ per l’ostruzionismo dell’opposizione, ma perche’ e’ l’unico modo per tenere insieme la maggioranza. Se cosi’ dovesse essere, allora lavoreremo perche’ sia rispettato fino alla virgola il principio enunciato dal presidente della Camera per cui ci dovranno essere solo emendamenti votati in commissione”.
Iv.Gia
www.partitodemocratico.it

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