Giorno: 6 Dicembre 2009

«La metà degli studenti italiani non capisce quello che legge», di Anna Maria Sersale

ROMA – Dopo i dati severi del Censis, sulla scuola anche l’Europa boccia l’Italia. La capacità di lettura dei nostri studenti è al di sotto di quello che è necessario in un Paese evoluto. Complessivamente in Italia il 50,9% dei ragazzi tra 15 e 18 anni si colloca al di sotto del “punto 3”, che secondo l’Ocse rappresenta il livello base di competenza necessario «per confrontarsi in modo efficace nei contesti e nelle situazioni di vita quotidiana che richiedono l’esercizio della lettura». Carenze di questo tipo impediscono a un giovane di avere un ruolo pienamente attivo nella società. Il dato è contenuto nel Rapporto 2009 dell’Unità di analisi e studi della Direzione generale Education della Commissione Europea. Un dato che per la sua drammaticità dovrebbe scuotere non solo i Palazzi del potere (che fine fa l’Italia?) ma la scuola, gli insegnanti e le famiglie tutte. In poche parole, gli esperti della Commissione europea ci dicono che un ragazzo su due non è in grado di capire quello che legge! Parliamo di un testo con terminologie …

Nel dossier 2009 di Legambiente i tagli all’istruzione dal 2002 al 2010

Il Governo Berlusconi mantiene la promessa: 36.218 docenti e 4.945 classi in meno, a fronte di un aumento di 37.876 alunni. La dieta imposta all’istruzione non migliora la qualità della scuola. 322 istituzioni scolastiche aggregate, 68 piccoli plessi chiusi e 36.218 cattedre tagliate. Sono questi i risultati dei tagli attuati alla scuola solo nel primo anno del piano Tremonti-Gelmini che sono andati ad aggiungersi alla riduzione di risorse dei precedenti provvedimenti governativi. Una dieta ferrea dalle conseguenze pesanti, che Legambiente ha ricostruito nel dossier 2009 sui tagli alla scuola italiana dal 2002 al 2010. Otto anni che raccontano, a fronte di un aumento degli alunni, il taglio di classi e organici, la riduzione di risorse finanziarie alle scuole pubbliche e, nel contempo, i nuovi finanziamenti a quelle private. Indicatore più significativo della china in discesa della scuola italiana è, a tutti gli effetti, il precariato. Secondo il dossier di Legambiente, infatti, dal 2002 al 2010 si sono persi 29.302 docenti di ruolo, per arrivare nell’anno scolastico 2008/09 a un 15,66% di precari (130.835) nel corpo …

«La nuova guerra mondiale», di Barbara Spinelli

Gli scienziati più preveggenti, quando descrivono l’evoluzione possibile dello sconquasso climatico, parlano di guerra. Guerre tra Stati, per metter le mani su acqua, combustibili, metalli scarseggianti. E poi una guerra più enorme, mai vista, nella quale siamo già immersi come responsabili e vittime. Una guerra che impone revisioni radicali: nel modo in cui viviamo, pensiamo, diciamo; nell’idea che ci facciamo della democrazia, dell’economia. Michel Serres, il filosofo francese che insegna a Stanford, parla di guerra mondiale, un termine apparentemente noto ma che per lui significa tutt’altro: questa volta il conflitto è mondiale perché ha per protagonisti l’umanità e il nostro pianeta, il mondo. Un conflitto anomalo, non tra Stati. L’immagine evocata da Serres è quella dei due uomini di Goya che lottano fino allo stremo. Inutile domandarsi chi avrà la meglio, nel mortale accapigliamento. I volti striati di sangue, i duellanti hanno i piedi conficcati nelle sabbie mobili. Non ci sono vincitori, se non le sabbie mobili che inghiottiranno l’uno e l’altro indistintamente. Il vertice sul clima che comincia domani a Copenhagen è un consiglio …