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"Regionali, Sinistra e Libertà rompe ovunque col Pd", di Simone Collini

Le regionali rischiano di esser più dolorose che altrove, per il Pd, nel Mezzogiorno. Allo stato sono a rischio tutte e tre le grandi regioni del sud che vanno al voto: Puglia, Campania e Calabria. In più la rottura con Nichi Vendola, che ormai sembra definitiva, ha fatto prendere a Sinistra ecologia e libertà una decisione che potrebbe avere pesanti ripercussioni in tutte le sfide elettorali: il movimento di cui è leader il governatore pugliese ha infatti deciso di sospendere in tutte le regioni le trattative in corso. «È aperto un problema nazionale del quale Sel intende discutere direttamente con i rappresentanti nazionali delle forze politiche», si legge nel comunicato diffuso dal coordinamento di Sinistra e libertà. Niente chiarimento, niente alleanze. E il fatto che in Puglia le primarie sembrino fortemente a rischio, non aiuta.

VERSO IL NO ALLE PRIMARIE IN PUGLIA
Francesco Boccia ha terminato le consultazioni con le forze politiche che lo sostengono. «Alleanza per la Puglia» è il nome della coalizione, di cui fanno parte dieci partiti (Pd, Udc, Idv, Socialisti, Verdi, Radicali, Repubblicani, Api, Sinistra Popolare e Unione movimenti popolari). Sette di questi, a quanto pare, si sono detti contrari alle primarie. Udc in primis. A questo punto l’assemblea del Pd regionale, che si riunisce lunedì, molto probabilmente prenderà atto dell’orientamento della maggioranza degli alleati e deciderà di non far svolgere le primarie. Nichi Vendola ha già annusato l’aria. E va all’attacco: «Boccia ha fallito perché non c’è una coalizione che va da Casini a Vendola. È in campo una gigantesca coalizione fatta di sigle che magari non corrispondono a nulla. E a Casini, che considera le primarie un giochino di Vendola, dico i giochini sono quelli che si fanno nelle segrete stanze dove la politica è appannaggio di ristrette oligarchie». Boccia ha cercato un contatto con Vendola: «Ma neanche mi ha risposto agli sms che gli ho mandato». E a questo punto, nonostante tutto, si dice «soddisfatto». Il rischio di una doppia candidatura per il centrosinistra e di una conseguente dispersione del voto è però ormai praticamente certo. E non meglio sembra andare per le altre due grandi regioni del mezzogiorno che andranno al voto.

TENTATIVO IN EXTREMIS IN CALABRIA
In Calabria, oltre a Sel che ha sospeso il confronto, c’è l’Idv che sosterrà l’imprenditore Pippo Callipo. Per tentare in extremis di chiudere l’accordo con l’Udc, viene offerta ai centristi la scelta del candidato governatore. Sulla carta rimangono confermate per il 17 gennaio le primarie, nelle quali si sfideranno il governatore uscente Agazio Loiero, e altri tre democrat. Ma un incontro a Roma a cui hanno partecipato lo stesso governatore uscente, il segretario regionale Carlo Guccione e il segretario nazionale Bersani si è chiuso lanciando proprio questo messaggio ai centristi, in codice fino a un certo punto. Si dovrà nelle prossime ore, spiega Guccione, «esperire ogni tentativo per costruire un nuova alleanza di governo larga in Calabria, che veda lo stesso partito di Casini protagonista di una nuova stagione politica che rimetta il mezzogiorno al centro della politica nazionale». Loiero non si è messo di traverso, ma ora la palla è nel campo dell’Udc. I centristi rimangono ancora alla finestra anche in Campania. Il partito locale è spaccato a metà ed è assai probabile che la decisione finale verrà presa a Roma. Ma per il Pd la priorità a questo punto è ricucire con gli alleati per così dire tradizionali, sinistra e Idv. Che, spiega il segretario campano Enzo Amendola dopo un incontro al Nazareno con Bersani, «sono contrarie alle primarie di coalizione che noi come Pd avevamo proposto».
L’Unità 08.01.10

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