politica italiana

Giovani, carini e…sfrattati

Tornano le comiche del governo: Brunetta vuole una legge per cacciare di casa i 18enni, Calderoli lo accusa di “farla fuori dal vaso”. Sereni: “A parte i tagli il suo governo non ha fatto niente per i giovanI”. “Ci vorrebbe una legge per obbligare i ragazzi ad uscire di casa a 18 anni”. Prendete carta e penna e annotate queste poche ma significative parole perché, anche questa volta, appartengono all’illuminato ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta. Decidete voi il posto da attribuire all’ultima perla brunettiana: prima o dopo quella “sinistra elitaria di merda”? Più in alto o più in basso della proposta di cambiare l’articolo 1 della Costituzione? Certo, scegliere la sparata più bella sarà difficile soprattutto se si pensa ai classici indimenticabili del ministro: “studenti guerriglieri”, “poliziotti panzoni”, “giudici che si sono montati la testa”.

Comunque, nessuno se la prenda. Si sa che i “bamboccioni” (insieme a “fannulloni” e “panzoni”) sono da sempre i suoi bersagli preferiti, ma questa volta Brunetta è stato provocato. A lanciare il guanto di sfida la corte di Cassazione, colpevole di aver emesso una sentenza che obbliga un padre 60enne a mantenere la figlia di 32 anni. Un affronto inaccettabile a mesi di duro lavoro, tutto concentrato sull’istallazione di tornelli, sulla profusione di badge, sulla pausa pranzo ristretta. E una reazione da vero rivoluzionario: ad una sentenza si risponde con una legge.

Quella in questione pretenderebbe l’abbandono forzato della casa parentale, habitat del bamboccione, al raggiungimento della maggiore età. Veramente una bella idea ministro! Solo, sembra d’obbligo qualche precisazione. Primo: se questo lampo di genio si trasformasse davvero in norma dello stato, quale sanzione accompagnerebbe la sua inadempienza? La più logica, considerata la problematica, sembrerebbe la reclusione: si, una decina di anni in carcere…almeno così il problema della permanenza a casa di mamma e papà sarebbe risolto.

Secondo, una volta fuori casa, i rampanti 18enni, presumibilmente ancora iscritti alla scuola superiore, da chi dovrebbero essere mantenuti? Qui persino Brunetta intravede la falla, ma non si perde d’animo e precisa “ci sarebbe bisogno di scuole, di un mercato del lavoro più efficiente, di mini appartamenti in affitto”. Infatti, in realtà ci sarebbe bisogno anche di ammortizzatori sociali, incentivi per le piccole e medie imprese, sussidi per le famiglie a reddito basso, ma finora alle proposte del PD si è sempre opposta la cantilena: “non ci sono soldi”. Da dove dovrebbero arrivare quelli per mantenere schiere di ragazzini “sfrattati”? Invece di pensare a cacciare di casa i bamboccioni, perché il ministro non pensa a mantenere in casa chi non può più permettersi l’affitto e le spese quotidiane?

Dopo le riflessioni, arrivano le comiche e a Brunetta si affianca il fido Roberto Calderoli, ministro per la semplificazione normativa. Con lo charme che lo contraddistingue avverte il collega-amico: “questa volta l’ha fatta fuori dal vaso”. Si stizzisce, e non poco, anche il ministro della Gioventù che provoca: “Giorgia Meloni. Anche la responsabile del dicastero della Gioventu’ si affida ad una provocazione e propone ”una legge per imporre ai baby-pensionati, a chi e’ andato in pensione a 40 anni, di dare indietro i soldi presi finora” per creare opportunita’ per i giovani e consentire loro di andare via di casa. Insomma una bella “maggioranza coesa e compatta” come direbbe Maurizio Gasparri.

La vicepresidente del PD, Marina Sereni, replica alla proposta di Brunetta: “L’amore per la provocazione dovrebbe avere un limite, soprattutto quando ad esercitarsi in questo divertimento e’ un ministro della Repubblica. Il ministro Brunetta dovrebbe sapere che i giovani italiani, dal Nord al Sud del Paese, sono i più minacciati dalla crisi in corso, sono i primi a perdere il lavoro perché precari, non trovano opportunità in un sistema che, dalle università alle professioni, non premia il merito e le capacità, non hanno alcuna tutela e proprio per questo faticano a progettare il loro futuro in autonomia e a farsi una famiglia. Così come dovrebbe sapere che il governo di cui fa parte non ha messo in campo nessuna vera politica a favore dei giovani, ha respinto tutte le nostre proposte per rinnovare il nostro sistema di welfare spostando l’asse verso le nuove generazioni – a cominciare dalla riforma degli ammortizzatori sociali – e in compenso ha semplicemente tagliato fondi alla scuola, all’università, alla ricerca, rendendo ancora più povero e incerto il futuro dei nostri figli”.

Critica anche la giovane deputata PD, Pina Picierno: “Ormai siamo abituati alle provocazioni del Ministro Brunetta, eppure quest’ultima uscita sull’autonomia dei giovani italiani è proprio surreale, ma coerente con l’inerzia di un Governo che non ha investito un solo euro per mettere i giovani precari al riparo della crisi economica, che ha tagliato risorse per scuola, università e ricerca, che non ha nessun progetto per favorire l’autonomia abitativa, l’accesso alla cultura, la formazione di nuovi nuclei familiari, dovrebbe evitare di gridare al vento l’importanza di essere autonomi dai genitori. Il nostro Paese è il fanalino di coda d’Europa per gli investimenti nell’istruzione e nel diritto allo studio, nelle città universitarie mancano mense, servizi e alloggi per gli studenti che a 19 anni escono di casa, per scelta o necessità. Molto spesso sono proprio questi studenti, “valorosi” come li vuole Brunetta, che restano senza borse di studio, costretti a condividere appartamenti affittati in nero e a fare secondi e terzi lavoretti per pagarsi le spese. Ma cosa vuole fare il Governo è tutto un mister. E, a parte le belle parole, dal ministro Meloni mancano fatti concreti”.
Iv.Gia
www.partitodemocratico.it

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