Giorno: 19 Gennaio 2010

Proposta di legge popolare: ogni persona ha diritto all'apprendimento permanente

«Ogni persona ha diritto all’apprendimento permanente. Per apprendimento permanente si intende qualsiasi attività di apprendimento formale, non formale e informale, intrapresa nelle varie fasi della vita al fine di migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze, in una prospettiva civica, sociale e occupazionale». È l’inizio dell’articolo uno della proposta di legge di iniziativa popolare consegnata oggi al presidente della Camera, Gianfranco Fini, dal leader della Cgil Guglielmo Epifani e dal linguista Tullio De Mauro. «Il nostro – ha detto Epifani – é un contributo affinché il Parlamento affronti con decisione il tema di una legge quadro sull’apprendimento permanente, tanto più in un momento di crisi come questo». Il professor Tullio De Mauro, primo firmatario della proposta di legge, ha puntato il dito sul «grande deficit» che caratterizza il nostro Paese sul fronte del «basso livello di scolarità» e sull’«alto livello di dealfabetizzazione». De Mauro non ha escluso la possibilità di presentare l’iniziativa anche in sede europea. La proposta mira a realizzare un piano triennale straordinario per raddoppiare il numero di adulti che partecipano ad …

"Ue, allarme disoccupazione giovanile", di Rossella Lama

Ormai da un anno la crisi economica si sta portando dietro in tutt’Europa una forte riduzione dei posti di lavoro. L’Italia non fa eccezione e la disoccupazione che cresce ancora ha raggiunto a novembre il tasso dell’8,3%. E’ il livello più elevato degli ultimi cinque anni, anche se si mantiene ancora sotto la media dell’Unione europea per 1,7 punti percentuali. Quando parliamo di giovani però la distanza con il resto d’Europa aumenta, molto, e purtroppo nella direzione sbagliata. Il rapporto mensile dell’Osservatorio della Commissione Ue, che ha un focus particolare sul nostro paese, lo mette ben in evidenza. «La principale preoccupazione resta la disoccupazione giovanile, col 26,5% della popolazione sotto i 25 anni che nel novembre 2009 era senza lavoro: il 2,9% in più di un anno prima, e ben il 5,1% in più della media Ue». Nel 2009 in Europa sono stati persi 4,6 milioni di posti di lavoro, il 2% rispetto al 2008, che fanno salire il numero complessivo dei disoccupati europei a 22,9 milioni. Questa situazione peserà sulla crescita, ha sostenuto Lorenzo …

"Il gesto che Bettino non fece", di Eugenio Scalfari

La lettera del Presidente della Repubblica alla signora Anna Craxi nella decennale ricorrenza della morte di quello che è stato il leader del Partito socialista e capo del Governo dal 1983 all’86, non è una missiva privata. È stata pubblicamente diffusa, come è giusto che fosse trattandosi non già di condoglianze per un lutto ma di un documento mirato – come il presidente Napolitano esplicitamente scrive – “a favorire una più serena e condivisa considerazione del difficile cammino della democrazia italiana nel primo cinquantennio repubblicano”. In realtà la lettera si occupa del periodo di cui Craxi fu uno dei protagonisti, né poteva essere altrimenti. Quindi un pubblico documento che, oltre alla vedova di Bettino Craxi, è diretto all’opinione pubblica italiana, autorizzando pertanto una valutazione altrettanto pubblica del suo contenuto. La lettera è ampia e si può dividere in due parti: la prima si occupa della politica di Craxi nei tre anni di presidenza del Consiglio; la seconda, assai più sommaria, della fase che è stata battezzata “Tangentopoli”. La diversa attenzione dedicata ai due argomenti è …

"Appello del fisico Cabibbo: Così la ricerca muore, salvatela", di Emanuele Perugini

«È un vero e proprio disastro. Continuare a indebolire la ricerca di base significa tagliare il ramo sul quale siamo seduti. Prima o poi cadremo dall’albero». Nicola Cabibbo, fisico e presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze, non usa mezzi termini per commentare il continuo taglio delle risorse destinate alla ricerca di base nel nostro paese. «Alla lunga pagheremo molto caro questa scelta e forse abbiamo già cominciato a farlo». Cosa sta succedendo alla nostra ricerca? «La stiamo lasciando invecchiare per vederla lentamente morire. Sono anni ormai che è in corso un processo che sembra essere irreversibile. Non c’è quasi più nessun ricambio generazionale all’interno del mondo della ricerca e gli scienziati più anziani non sanno letteralmente a chi trasmettere le loro conoscenze». Non ci sono ricercatori giovani in grado di farlo? «No, assolutamente. Ci sono dei giovani bravi e in gamba, ma non riescono a trovare spazio. Troppo poche le risorse, troppo precari i contratti, per permettere loro di consolidare le posizioni e di fare carriera. Preferiscono andarsene via, all’estero. Eppure, sono loro i rimpiazzi che …