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Cosentino, la Cassazione conferma l'arresto

La richiesta di arresto a carico del sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino, è legittima. Lo ha appurato la Corte di Cassazione questo pomeriggio, rigettando il ricorso proposto dagli avvocati dell’esponente Pdl. A motivare la richiesta, espressa nel novembre 2009 dal gip di Napoli, l’accusa a carico di Cosenino di associazione a delinquere di stampo mafioso. In particolare il sottosegretario avrebbe intrattenuto rapporti con il clan dei casalesi per tutti gli anni ’90, incrementandone il potere economico.

Nonostante la richiesta di arresto, oggi convalidata dalla Cassazione, Nicola Cosentino continua ad occupare gli scranni di Montecitorio,oltre ad essere coordinatore Pdl per la Campania. La Camera dei Deputati ha già respinto, lo scorso 10 dicembre, la richiesta di autorizzazione a procedere avanzata dal gip. La decisione della Suprema Corte, nei fatti, non produrrà nessun nuovo effetto. Cosentino non andrà comunque in carcere, cosa che potrebbe invece accadere nel momento in cui egli non fosse più in Parlamento.

Non bastasse l’indecenza di un paese in cui l’impunità è una regola comunemente accettata ed in cui gli esponenti della maggioranza non sono soggetti alla legge, anche l’informazione decide di fare la sua parte. Chiunque abbia seguito il Tg1 delle 20.00 cadrà dalle nuvole leggendo della decisione della cassazione sul Caso Cosentino. Il Tg della rete ammiraglia, guidato dal celebre Minzolini e dal suo ormai leggendario senso della notizia, non ha minimamente accennato all’evento. Che la redazione e il direttore non se ne siano accorti?Oppure più semplicemente una notizia del genere non faceva comodo a chi tiene le redini della televisione pubblica?

Il capogruppo PD in commissione Trasporti e Telecomunicazione della Camera, Michele Meta accusa: “Il Tg1 di Minzolini dimostra giorno dopo giorno di essere ormai un organo di informazione di parte, un’appendice governativa”. Meta rimprovera il primo canale di “non aver dato notizia della decisione della Prima sezione penale della Suprema Corte che oggi ha respinto il ricorso del sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino confermando, così, la richiesta d’arresto emessa dal tribunale di Napoli per concorso esterno in associazione mafiosa. Un’omissione molto sospetta che sembra dovuta più che altro alla volontà di nascondere una notizia che avrebbe potuto ‘sfregiare’ la giornata in cui il governo ha annunciato in pompa magna un piano straordinario antimafia”.

Nel corso della trasmissione Anno Zero, anche il segretario Pier Luigi Bersani parla del Caso Cosentino: “Si deve dimettere. Un sottosegretario che si vede arrivare una richiesta d’arresto deve avere la sensibilità di dimettersi e di dire ‘mi tiro da parte’. Del Bono l’ha fatto pur non essendo neanche rinviato a giudizio. I nostri quando sbagliano si dimettono”.
Iv.Gia
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