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Un altro Nord

Bersani: “Sulle rive del Po vi è un altro Nord rispetto a quello che descrive il centrodestra e la Lega. Qui c’è un Nord civile, di antiche radici, che ha creato solidarietà e lavoro. Un Nord che chiede di tornare ad esprimersi e speriamo di essere noi uno dei veicoli”

“Sulle rive del Po vi è un altro Nord rispetto a quello che descrive il centrodestra e la Lega. Qui c’è un Nord civile, di antiche radici, che ha creato solidarietà e lavoro. Un Nord che chiede di tornare ad esprimersi e speriamo di essere noi uno dei veicoli. Sono molto fiducioso che da queste elezioni vengano i primi passi, non chiedo certo la luna, per un’inversione di tendenza”. Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani a margine di un’iniziativa pubblica sull’ambiente e sul Po che si è tenuto a Mantova.

Bersani si è detto ottimista per i prossimi appuntamenti elettorali amministrativi nell’Nord d’Italia. Una fiducia legata al fatta che il Pd si è fatto promotore della soluzione dei maggiori problemi che riguardano le persone. Un’emergenza democratica, sociale ed economica che viene completamente ignorata dal governo, impegnato solo ad impedire i processi per Berlusconi ed a immunizzarlo in barba alle leggi e al buon senso.

“Non intendo più essere simmetrico al suo modo di discutere” ha commentato Bersani davanti ai cronisti sul modo di agire del premier e sulla sua campagna elettorale fatta di insulti nei confronti della magistratura e del centrosinistra. “Io credo – ha continuato il segretario del Pd – che questo tentativo di tirare la contesa elettorale attorno al dilemma bene-male, Berlusconi sì-Berlusconi no, sia il suo vecchio modo di fare. Adesso basta. Non intendiamo venir meno alle critiche a Berlusconi, ma non intendiamo mica specchiarci tutti i giorni in lui”.

“Berlusconi fa tutti i mestieri tranne il suo. Fa il capopartito, il capofazione, il capopopolo, il caporedattore della Tv, fuorchè il capo del Governo. è uno snaturamento del meccanismo democratico che deve cominciare a preoccupare, e penso che ne avremo qualche segnale in queste
elezioni”.

“Il Paese ha altri problemi – ha ribadito Bersani – e noi sentiamo che lui con tutto questo armamentario non riesce a parlare al futuro di questo Paese. Perciò lo combatto, ma adesso è ora di dirci che dobbiamo guardare oltre, altrimenti questo Paese corre qualche rischio”.

Quindi intervenendo al convegno sul futuro del Grande fiume organizzato dal Pd, Bersani ha spiegato che “per il Po serve un’autorità unica, un’autorità di distretto che assommi in sè tutte le
competenze oggi sparse tra molti enti e consenta di sfruttare le potenzialità economiche del fiume”.

Bersani ha poi attaccato la Lega Nord accusandola di aver tolto “i 180 milioni stanziati per il progetto valle del fiume Po, che sarebbero serviti per interventi di salvaguardia lungo il Po e anche per affrontare il problema della Governance. Chissà quante ampolle si comprano con tutti quei soldi”.

È durissimo il giudizio del leader del Pd sulle politiche in tutela dell’Ambiente messe in atto o solo promesse dal governo. Slogan semplicistici che diventano bugie o omissioni con l’avvicinarsi delle prossime elezioni regionali. L’esempio più eclatante è la scelta del ritorno al nucleare, ora messo a tacere perché poco “elettorale”.

“Al nucleare non diciamo un no ideologico ma un no fondato sulla convinzione che dobbiamo concentrarci sui temi del risparmio energetico e delle fonti energetiche rinnovabili. Va completata – ha concluso Bersani – l’uscita dal vecchio nucleare, cosa che potrebbe offrire un’occasione di lavoro per le nostre imprese; e andrebbe anche costruito un deposito in superficie per le scorie, che tra breve ci torneranno indietro dalla Francia”.

Bersani è anche scettico sull’attuale tecnologia a disposizione: “Noi non l’abbiamo e dovremmo importarla dalla Francia chiavi in mano. Una tecnologia che non risolve i problemi della sicurezza e delle scorie, e che non è detto ci faccia risparmiare. E poi i tempi di realizzazione: se per realizzare l’alta velocità abbiamo impiegato il doppio degli altri Paesi, figuriamoci per una centrale nucleare”.

A.Dra