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"Dagli appalti ai palazzi-regalo le domande dei pm a Lunardi", di Francesco Viviano

Nelle intercettazioni l’ex ministro citato per decine di casi. La critica a Sepe: “Non so come vederla perché non è molto conclusivo sto’ cardinale”. I riferimenti di Sancetta, capo ufficio legislativo, a “Pietro, Denis e Angelo”. Non ci sono solo la “svendita” del palazzetto di via dei Prefetti a Roma, quei 960 metri quadri nel centro di Roma pagato a “Propaganda Fide” 4,16 milioni di euro, e il contributo che il ministero delle infrastrutture diede in cambio per ristrutturare alcuni musei vaticani; i pm di Perugia chiederanno all’ex ministro Pietro Lunardi ed all’ex responsabile di Propaganda Fide, il cardinale Crescenzio Sepe, entrambi indagati per corruzione aggravata in concorso con altri, chiarimenti anche su ulteriori vicende. Vicende tutte legate alle nomine pubbliche nei posti chiave per la gestione degli appalti G8 e per altri grandi lavori: Lunardi, in particolare, è chiamato in causa decine di volte nelle intercettazioni telefoniche contenute nelle ordinanze di Perugia e Firenze che hanno portato in carcere i funzionari pubblici Angelo Balducci, Fabio de Santis e Mauro Della Giovanpaola e l’imprenditore Diego Anemone.

LA NOMINA DI BALDUCCI
La nomina di Angelo Balducci a presidente del Consiglio Superiore per le Opere Pubbliche sarebbe stata sponsorizzata anche da Lunardi. I carabinieri del Ros lo apprendono il 22 ottobre del 2008, quando Mario Sancetta, presidente di sezione della Corte dei Conti di Roma e capo dell’ufficio legislativo di Lunardi, telefona ad un funzionario del ministero, Antonio Di Nardo (anche lui indagato), informandolo di avere appena avuto un incontro con l’ex ministro. In quell’occasione gli comunica che Lunardi ha convinto il ministro in carica, Altero Matteoli, “a nominare Angelo Balducci presidente…”.

GLI APPALTI IN SARDEGNA
In un’altra conversazione telefonica Sancetta dice a Di Nardo di essersi incontrato con Lunardi, che gli avrebbe anche parlato di “otto lotti in Sardegna”. Il riferimento agli otto lotti riguarda “inequivocabilmente”, scrivono nel loro rapporto i carabinieri, le licitazioni private già indette ma ancora non completate con l’aggiudicazione di lavori rientranti nel pacchetto Vertice G8 alla Maddalena. Sancetta, che è interessato affinché il consorzio Stabile Novus, riferibile al suo interlocutore, si aggiudichi gli appalti stradali del G8, non riesce a comprendere bene quali ruoli stiano giocando nella vicenda “Denis, Pietro e Angelo”, facendo rispettivamente riferimento, scrivono i carabinieri, all’on. Denis Verdini, al sen. Pietro Lunardi e all’ing. Angelo Balducci, quest’ultimo ormai neo presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Sancetta ribadisce di aver già da mesi chiesto a Lunardi di interessarsi alla questione. Per Di Nardo l’importante è ottenere il risultato costituito dall’aggiudicazione di lavori: “Ma basta che va in porto… insomma com’è … va benissimo … Presidente non ci importa, basta che si fa!”.

IL TEATRO DI FIRENZE
Sancetta è preoccupato che per queste opere che stanno andando in gara Angelo Balducci “si comporti come la volta precedente”, facendo verosimilmente riferimento al fatto che Balducci non ha mantenuto la promessa di far loro aggiudicare la gara del Nuovo Teatro di Firenze; in ogni caso Sancetta ritiene probabile che anche Pietro (Lunardi) abbia fatto presente a Balducci che alcuni di questi lavori interessano alla stesso Sancetta. “Pietro gli ha detto a Angelo … guarda che Mario mi sollecita ste’ cose”.

APPALTI IMPREGILO
Sancetta, cambiando argomento, pensa di interessare Pietro (Lunardi) per far ottenere lavori dalla Impregilo, facendo leva sul fatto che egli stesso (Sancetta) come presidente di sezione della Corte dei Conti sta facendo un favore a Lunardi il quale però, sempre a dire di Sancetta, sembra voler sfuggire ai suoi doveri di riconoscenza.

LUNARDI E IL CARDINALE
Sancetta si lamenta dell’atteggiamento inconcludente che hanno assunto nei suoi confronti sia il cardinale Crescenzio Sepe che l’ex ministro. Meritevoli, dal punto di vista di Sancetta, di aspre critiche in quanto non ritenuti sufficientemente solleciti al soddisfacimento delle richieste di commesse che ha fatto pervenire loro: “… Quindi diciamo non so come vederla perché questo non è che sia molto conclusivo ‘sto Cardinale … ora devo vedere la prossima settimana a coso … Lunardi … anche lui … perché lui mi ha obbligato … ma la gente però si piglia le cose degli altri e non gli fa niente … guardi quella è una cosa indegna …”.

LUNARDI E FATHI
Tra i nomi che il tunisino Fathi fece ai pm di Firenze e Perugia c’era anche quello di Pietro Lunardi. Che ammise di conoscere sia Balducci che Anemone, precisando: “I miei rapporti con entrambi sono regolari”. In realtà l’attenzione degli investigatori della Procura di Firenze si concentra sui lavori che una delle imprese di Anemone ha fatto in una proprietà della famiglia Lunardi a Basilicanova, nella campagna di Parma. Nel 2005 la ristrutturazione della dependance della villa (lavori tra i 100 e 150mila euro) è affidato all’impresa Anemone dopo che Balducci ha presentato l’imprenditore romano a Lunardi. Fathi riferisce anche di avere portato due buste con un assegno alla figlia di Lunardi su incarico di Diego Anemone e di avere consegnato al ministro un catalogo per una tappezzeria che fu poi realizzata da Diego Anemone.

La Repubblica 21.06.10