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Manovra: il Senato dice sì alla fiducia

Il Senato ha votato la fiducia chiesta dal governo sulla manovra. Il maxiemendamento è passato con 170 voti favorevoli e 136 contrari. Il testo ora dovrà essere votato alla Camera dei deputati entro il 30 luglio, giorno in cui scade.
Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha presenziato al dibattito, anche se non è intervenuto in assemblea. l maxiemendamento del governo recepisce tutte le modifiche della Commissione bilancio: dilazionamento delle tasse per le popolazioni colpite dal terremoto in Abruzzo, blocco degli stipendi per i dipendenti pubblici, novità sulle pensioni per le donne del pubblico impiego, riduzione degli stipendi dei manager e dei budget a disposizione dei ministeri, taglio dei costi della politica. Entrano in vigore anche le nuove norme per la libertà d’impresa, i rincari dei pedaggi autostradali e la sanatoria per le case non accatastate.

Restano i tagli, tra i quali spiccano quelli per Regioni, Province e Comuni. I governatori, in particolare, minacciano – con l’eccezione dei presidenti leghisti di Veneto e Piemonte – di restituire al governo le loro deleghe in materia di servizi e incentivi economici. Torneranno a riunirsi nei prossimi giorni per esaminare la situazione

Durante le dichiarazioni di voto Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd ha definito la manovra “fortemente iniqua e recessiva destinata a impoverire il paese di ogni prospettiva di crescita e sviluppo”. La democratica ha sottolineato che “non c’é una misura che riguardi le giovani generazioni, i ragazzi e le ragazze italiane”. Certo, aggiunge rivolgendosi ai banchi della maggioranza, “voi direte che me ne occupo perché sono una donna, sono una madre. Ma voi che siete padri e madri di figli privilegiati oltre ogni misura non potete sfuggire al dato che state venendo meno alla prima responsabilità di una classe dirigente, quella di creare un’altra classe dirigente, e soprattutto un popolo che si assuma la responsabilità di guidare il paese in futuro”.

Anche Alfonso Mascitelli ha annunciato il voto contrario dell’Italia dei Valori alla fiducia sulla manovra perché ritiene che la questione sulla fiducia posta dal governo si “l’ennesima menzogna che si sta propinando al nostro Paese, perché non potrà stabilizzare i conti pubblici”. Ma soprattutto perché la questione di fiducia posta dal governo “è un atto di viltà politica”.

Per l’Udc, invece, “questa manovra è piena di marchette padane intollerabili e vergognose. Questa manovra chiude la questione meridionale, il mezzogiorno non esiste più per questo governo”. Lo ha detto il capogruppo dei centristi a Palazzo madama, Gianpiero D’Alia. Alleanza per l’Italia (Api) ha votato no, voto positivo al maxiemendamento è stato dato da Popolo delle libertà, Lega e Mpa.

Durante il voto è continuata la mobilitazione della Cgil per contrastare una manovra definita “ingiusta e iniqua”. In occasione del voto di fiducia c’è stato un folto presidio di fronte a Palazzo Madama., mentre a Montecitorio, la Flc (conoscenza) è in piazza insieme ai precari della scuola, per una manifestazione promossa “in difesa della scuola pubblica e contro i tagli dei ministri Tremonti e Gelmini”.

Domani notte gli abitanti di almeno un centinaio di città piemontesi, da Torino a piccoli paesi di montagna, come Marsaglia o Valmala, vedranno i loro monumenti più importanti, le principali vie o piazze al buio. Si tratta dell’iniziativa “Città al buio. Paghiamo sempre noi”, ideata dal Movimento dei Sindaci del Piemonte per “renderli consapevoli delle conseguenze della manovra finanziaria”.

da www.rassegna.it