Giorno: 10 Dicembre 2010

"Nella scuola pubblica si impara di più L'Italia in basso per colpa delle private", di Salvo Intravaia

La lettura approfondita dei dati resi noti qualche giorno fa dimostra che senza le paritarie il nostro Paese scalerebbe le tre classifiche (Lettura, Matematica e Scienze) anche di dieci posizioni. La scuola pubblica italiana sta meglio di quello che sembra, basta leggere correttamente i dati. Sono le private la vera zavorra del sistema. Almeno stando agli ultimi dati dell’indagine Ocse-Pisa 1 sulle competenze in Lettura, Matematica e Scienze dei quindicenni di mezzo mondo. Insomma: a fare precipitare gli studenti italiani in fondo alle classifiche internazionali sono proprio gli istituti non statali. Senza il loro “contributo”, la scuola italiana scalerebbe le tre classifiche Ocse anche di dieci posizioni. La notizia arriva nel bel mezzo del dibattito sui tagli all’istruzione pubblica e sui finanziamenti alle paritarie, mantenuti anche dall’ultima legge di stabilità, che hanno fatto esplodere la protesta studentesca. “Nonostante i 44 miliardi spesi ogni anno per la scuola statale i risultati sono scadenti. Meglio quindi tagliare ed eliminare gli sprechi”, è stato il leitmotiv del governo sull’istruzione negli ultimi due anni. E giù con 133 mila …

"Sursum corda! La strada da fare è ancora lunga. La scuola italiana nei risultati. PISA 2009", di Norberto Bottani

Dopo i pronostici fatti pochi giorni fa, ora alcune considerazioni alla luce dei risultati effettivi. Prima osservazione preliminare. Finalmente nel campione italiano è stata inserita la formazione professionale e la media non è calata. Quindi, il mediocre punteggio italiano non è imputabile, a prima vista, a questo inserimento. Seconda osservazione preliminare Il modesto miglioramento dei risultati medi dei quindicenni italiani non ha nulla a che fare con le riforme scolastiche, con la didattica, con i curricoli. E’ invece il frutto di una maggiore attenzione verso queste indagini. In dieci anni anche in Italia si è molto parlato di valutazione ed è cresciuta la consapevolezza del valore e dell’importanza delle prove strutturate. Gli insegnanti hanno recepito il messaggio e non hanno snobbato i test PISA. Si sono impegnati a fare capire agli studenti che non conviene prendere sottogamba la prova, che devono completare i test, che non devono arrendersi di fronte alle domande difficili. E’ bastato questo modesto cambiamento di clima per generare un miglioramento nei punteggi dei test. Lo sforzo fatto dall’INVALSI in quest’ultimo decennio …

"L’«ultimo appello» della cultura: 7 punti per non morire" di Luca Del Fra

Lo hanno battezzato «l’ultimo appello»: è un manifesto- piattaforma per far fronte all’ennesimo taglio del governo ai finanziamenti alla cultura e che riunisce sindacati, datori di lavoro, imprese, associazioni, fondazioni ed enti delle attività culturali. Lo hanno presentato ieri in una manifestazione a Roma nella sala dell’ex cinema Capranichetta piuttosto gremita e nervosa, dove sono arrivati a portare la loro solidarietà molti rappresentanti politici, dal capogruppo del Pd Anna Finocchiaro, a Walter Veltroni, Dario Franceschini, Vincenzo Vita, nonché Luca Barbareschi e Gabriella Carlucci, pesantemente contestata dalla platea. I numeri li ha dati Roberto Grossi di Federculture, tra i firmatari dell’appello: dal 2005 a oggi la spesa per tutto il settore della cultura in Italia è scesa da 7 a 4 miliardi di euro, mentre in Germania veleggia oltre i 12. Per capire di cosa stiamo parlando basterà ricordare che la finanziaria 2011 per tutto lo spettacolo – cinema, musica, teatri, danza, circhi e spettacoli viaggianti – prevede 258 milioni di euro, una miseria a confronto della Francia che spenderà oltre 700 milioni di euro solo …

"Scuola, incubo bocciature sulla protesta", di Alessandra Migliozzi

Molti presidi sono orientati a conteggiare i giorni di occupazione come assenze. Proteste e occupazioni, non scatta la tregua. La prossima settimana si vota la fiducia al governo. Se l’esecutivo incasserà un risultato positivo, si tornerà a discutere in Parlamento di riforma dell’università. In attesa di quella data le contestazioni anti-Gelmini non si placano: ieri sono stati occupati altri licei e facoltà, a Bologna sono stati invasi i binari della stazione, davanti ad un istituto romano gli studenti hanno rovesciato letame, come qualcuno aveva già fatto a casa del ministro. Ma dopo quasi due mesi mese di proteste serrate, cortei e sit-in c’è chi comincia a fare la conta dei danni. Ad un passo dagli scrutini (in molte scuole si svolgeranno a gennaio) i presidi delle superiori lanciano l’allarme assenze. Quest’anno la riforma Gelmini ha fatto scattare un tetto preciso: chi non frequenta i tre quarti dell’orario annuale (che equivale, in media, a seconda degli indirizzi, a 50 giorni di scuola) viene bocciato. Il problema, fanno notare i presidi, «è che qualcuno si sta già …

"Se l'istruzione aumenta il Pil della civiltà", di Martha Nussbaum

L´anticipazione/Un brano del libro della studiosa dedicato alle discipline umanistiche. “I Paesi dovrebbero pensare a formare le persone senza occuparsi solo del profitto”. Negli esseri umani c´è un senso di incompletezza che porta spesso ad una instabilità. Le nazioni devono battersi per aiutare i cittadini ad avere il senso della democrazia. «Se continua così, le nazioni di tutto il mondo produrranno presto generazioni di macchine utili, docili, tecnicamente perfezionate, piuttosto che cittadini completi che possono pensare da soli, criticare la tradizione e comprendere il significato delle sofferenze di un´altra persona». È la tesi di nel suo Not for Profit, pubblicato da Princeton University (in Italia uscirà per il Mulino) e di cui anticipiamo un brano. È un messaggio appassionato in risposta alla crisi globale del sistema d´istruzione. Per le difficoltà finanziarie i Paesi concentrano le loro risorse verso attività che possano contribuire allo sviluppo economico. Perdono quota le discipline umanistiche per far posto a quelle scientifiche e tecniche. Ma l´accrescimento del Pil costa in termini di democrazia. La Nussbaum, cattedra di Diritto ed etica a …

"Le sentenze alla fine non bastano la «razza predona» non paga mai" di Rinaldo Gianola

Il premio Nobel Stiglitz ha scritto: «L’economia degli anni Novanta è stato un cocktail adulterato: tre quarti di menzogne e un quarto di avidità». Ecco la miscela Parmalat . In parlamento si comprano deputati, Alemanno assume ex camerati e amici. Tanzi condannato non passerà neanche un giorno in carcere. Tutto si tiene in un paese dove la legalità è un optional. Calisto Tanzi non sconterà nemmeno un giorno in carcere, anche se la giustizia lo ha già condannato due volte a Milano a dieci anni e ieri il Tribunale di Parma gli ha inflitto, in primo grado, una pena di diciotto anni. L’ex proprietario e presidente della Parmalat ha superato i settant’anni e anche se i giudici lo hanno ritenuto il responsabile del più grande crac finanziario dello storia della Repubblica Italiana potrà stare tranquillo a casa sua, o al massimo svolgerà qualche servizio sociale come alternativa alla detenzione. Ma non andrà in galera perchè potrà usufruire della legge voluta da Silvio Berlusconi per evitare il carcere al suo avvocato del cuore, già parlamentare di …

"Nuovo Ciampi, siamo pronti", di Marina Sereni

Manca ormai poco: domani il Pd sarà in piazza con “l’Italia che vuole cambiare”, poi martedì alla camera si voterà sulle mozioni di sfiducia al governo Berlusconi. La piazza e il palazzo idealmente si uniranno per dire che questo governo se ne deve andare. Le voci di corridoio, le vere o presunte informazioni sui deputati in vendita, le polemiche e gli insulti del premier verso i traditori o i maneggioni (quando non verso il capo dello stato) sono stati il refrain di questa oscura settimana, in cui si è voluto impedire all’aula di Montecitorio di lavorare per evitare di rendere ogni giorno più evidente la crisi della maggioranza. Fino al voto di martedì ogni previsione è fatua. È invece possibile fare un ragionamento politico sui diversi scenari. Primo scenario: Berlusconi prende la fiducia alla camera (oltre che al senato). Se non sarà stato frutto di un ripensamento di Fli il premier otterrebbe una fiducia risicata e frutto di pure casualità. Quanto a lungo potrà resistere un governo appeso a qualche voto? Ecco perché appaiono patetici …