Giorno: 3 Giugno 2011

"Ecco gli scienziati che mettono il Sole in bottiglia", di Elena Dusi

Una scintilla di Sole. Si preparano ad accenderla i 500 scienziati da 34 paesi che in Provenza hanno appena iniziato a lavorare all’International thermonuclear experimental reactor, o Iter: un reattore che sfrutterà la fusione nucleare. «È l’energia delle stelle» spiega il direttore, il giapponese Osamu Motojima. «Quando ho iniziato a occuparmene, 35 anni fa, aveva il fascino dell’impossibile. Oggi siamo partiti con il cantiere. Mio figlio, che ha 30 anni e fa il mio stesso mestiere, vedrà i frutti di questo lavoro». Come avvenne per il fuoco, anche la fusione nucleare – la reazione che permette alle stelle di risplendere per miliardi di anni – una volta domata promette all’umanità un salto epocale, con energia illimitata, non inquinante e priva della pericolosa tendenza a sfuggire di mano della fissione. «Un incidente come Cernobyl o Fukushima è inconcepibile qui. La nostra reazione è difficile da innescare e mantenere, non da contenere» spiega Motojima. Il problema di Iter è che nessuno ha trovato l’equivalente del bastone cavo di Prometeo per riprodurre sulla Terra un processo che ha …

«Donne al vertice? Più crescita e meno crisi», di Francesca Basso

Un palco di prestigio ma tutto al maschile per la conferenza inaugurale del Festival dell’economia di Trento: in questa edizione, però, fanno sapere che la presenza femminile è aumentata. E a difendere la necessità delle quote rosa in prima persona si è prestato Corrado Passera, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, che ne ha discusso con il vicedirettore della Banca d’Italia, Anna Maria Tarantola. I «confini della libertà economica» -tema centrale di quest’anno -passano anche dalla diversità di genere, sottile linea rossa che esclude le signore dal fare carriera e dall’entrare nella stanza dei bottoni. Lo spunto era il libro «Fatti più in là» di Monica D’Ascenzo. Tarantola affronta il tema, «strategico per il nostro Paese» , citando alcuni dati che dipingono «una situazione estremamente sconfortante» : «L’occupazione femminile è al 46%, venti punti in meno di quella maschile. Se il divario raggiungesse lo zero -calcola -il Pil crescerebbe di 12 punti» . E a livello di vertici le proporzioni fra i generi non migliorano: «Nei consigli di amministrazione delle società non quotate le donne raggiungono …

"La centralità del Quirinale", di Stefano Folli

La festa nazionale del 2 giugno ha suggellato le celebrazioni per i 150 anni dell’Unità. E bisogna riconoscere che tutto si è svolto nel migliore dei modi. Vedere oltre quaranta capi di Stato e i rappresentanti di numerosi altri paesi riuniti a Roma, a far da corona al presidente della Repubblica in un giorno festoso e lieto, è corroborante.. Aiuta a superare le amarezze quotidiane. Lo stesso Napolitano deve averlo pensato, se ha sentito l’impulso di sottolineare “la realtà viva e dinamica dell’Italia”. E’ legittimo ricavare alcune considerazioni dai momenti celebrativi che si sono susseguiti per circa due mesi e mezzo, dal 17 marzo a ieri, sotto la regìa del capo dello Stato. In primo luogo tutti hanno potuto costatare che l’unità nazionale rappresenta un bene apprezzato dagli italiani. Meno male che il ministro Maroni non ha mancato di essere al suo posto alla sfilata dei Fori Imperiali. Può essere il segno che la Lega ha capito di aver commesso un grave errore, nei mesi scorsi, volendosi distinguere in modo sprezzante e quasi derisorio dal …

I luoghi comuni sulle «ali estreme», di Luigi Manconi

La vittoria di Pisapia e De Magistris sono state presentate come il successo della sinistra radicale Nulla di più falso: il sindaco di Milano è mediatore e garantista, quello di Napoli un estremista di centro. Il voto di Milano e di Napoli, e non solo (Cagliari, Trieste, Novara…), ha rappresentato il più bruciante “falò delle vanità” politiche e giornalistiche: il più fiammeggiante rogo dei luoghi comuni e degli stereotipi. Poteva essere un’ottima occasione per emendare il linguaggio pubblico, liberarlo da ragnatele polverose e da fallimentari schemi di lettura. Così non è stato. Peggio: il risultato del voto sembra alimentare una paccottiglia tardo ideologica e sotto culturale che, semplicemente, impedisce di capire. Per dirne una, l’elezione di Giuliano Pisapia e di Luigi De Magistris è stata interpretata da quasi tutti gli analisti come il prevalere delle “ali estreme” nella coalizione di centrosinistra. Nulla di più falso. Intanto perché tra i due non c’è alcuna, ma proprio alcuna, affinità culturale e politica. Con Pisapia, alla fine degli anni ’80, demmo vita a una micro associazione, autoironicamente denominata …

"Hanno vinto le primarie", di Mario Rodriguez

Anche dal punto di vista della comunicazione questa campagna elettorale ci dà alcune indicazioni importanti. La prima è che conta più quello che le persone si dicono che quello che i candidati, i loro dirigenti politici che li sostengono, dicono di sé. In pratica contano più le conversazioni, le relazioni personali, che gli slogan, i manifesti. Anzi, questi strumenti servono perché stimolano relazioni personali. Certo, contano anche gli impulsi che giungono dal sistema dell’informazione, guai a metterlo in ombra. Ma questi diventano chiacchiera, vita quotidiana, si impastano con le esperienze e creano i sentimenti diffusi, il clima d’opinione. Per questo le conversazioni in rete, i social network, hanno avuto importanza e ne avranno sempre di più. Ma l’hanno avuta quando è scattato il marketing virale spontaneo, la scintilla di Sucate, non quando la rete è stata usata come una bacheca sulla quale affiggere un volantino digitale. In secondo luogo, le scelte di voto, avendo a che fare con valori e identità, sono frutto di lente stratificazioni; la classica goccia che riempie un bicchiere e per …

"Essere all'altezza", di Carlo Galli

Il mondo festeggia l´Italia. La straordinaria quantità, e la qualità, delle presenze dei leader di tutto il mondo in occasione della festa della Repubblica, nel 150° anniversario dell´Unità d´Italia, è un omaggio, un riconoscimento, che solleva la nostra considerazione di noi stessi. Ci ricorda (mettendoci a contatto con il peso che la comunità internazionale ci conferisce) i nostri doveri verso noi stessi. E ci ricorda anche i nostri doveri verso le altre nazioni. Il dovere di essere all´altezza di ciò che possiamo essere, di ciò che l´Italia significa nel mondo. Dell´idea dell´Italia. Esiste infatti – ovviamente – l´Italia reale, governata ora da questo ora da quello, con i suoi interessi nazionali più o meno confliggenti e più o meno armonizzabili con quelli altrui; l´Italia della contingenza, anche della fatica e delle delusioni, che viene pesata senza sconti sulle bilance internazionali dell´efficienza, della potenza, e della credibilità. Ed esiste anche l´idea dell´Italia: nulla di metafisico, s´intende, e neppure di insopportabilmente retorico. È il disegno, la fisionomia del nostro Paese, quale esce dal lato positivo della nostra …

"Così si è spezzato l’incantesimo: la grande sconfitta della televisione", di Roberto Brunelli

Quorum quasi certo nonostante il blackout della tv generalista, voti in fuga nonostante interviste-spot, Berlusconi da Vespa e gli ascolti crollano. Colpa della «blog democrazia» e di un «sogno» andato in tilt… Il politologo Panarari «Tutto è nato da una minoranza che sa usare i nuovi mezzi». Anche la fabbrica mediatica del premier è entrata in crisi Sono oscure e tempestose le nubi che si addensano su quella incredibile simbolandia che è la televisione. Ha perso magicamente il suo potere, a quanto pare. Qualcosa di profondo si è incrinato. Prendete i referendum. La tv generalista praticamente non ne ha parlato, i pochi spot sono incomprensibili, i talk show stanno sulla luna, nonostante gli appelli dello stesso presidente della Rai e gli esposti all’Agcom. Eppure il «rischio» che si arrivi al quorum è elevatissimo. Cos’è successo? Come (e forse ancora di più) per le elezioni comunali, determinante è stata la cosiddetta «autocomunicazione di massa»: lo sono stati i social network, lo è stata la rete, la «democrazia dei blog». Insomma, la televisione è la grande sconfitta. …