Giorno: 15 Giugno 2011

Edilizia scolastica: Ghizzoni (Pd), necessaria commissione parlamentare d’inchiesta. Dopo Consiglio di Stato non più rinviabile

L’edilizia scolastica è in uno stato drammatico. I finanziamenti stanziati non riescono ad essere spesi e l’Anagrafe dell’edilizia scolastica, nata per essere uno strumento fondamentale per la programmazione, non è ancora utilizzabile. Siamo arrivati al paradosso: il comitato interministeriale prezzi (Cipe) chiede conto ai due ministri delle Infrastrutture e dell’Istruzione (cioè come chiedere a se stessi) lo stato degli interventi in atto o da realizzare. Per esempio, le risorse destinate nel 2006, pari a 300 milioni di euro sono state spese soltanto per il 50 per cento. Colpa anche della scelta del governo Berlusconi di esautorare l’azione programmatoria delle Regioni e degli enti locali. Bisogna inoltre fare luce sul destino dei 350 milioni di fondi Fas attribuiti lo scorso anno per finanziare 1552 interventi selezionati dal ministero ma di cui non è ancora noto l’avvio di assegnazione”. Lo dichiara Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd nella commissione Cultura di Montecitorio, la quale aggiunge: “L’inchiesta parlamentare è resa necessaria anche per far luce sugli effetti determinati dal federalismo fiscale che ignora completamente il tema (nonostante la competenza sia …

Bindi: «C' è voglia di cambiare. E il PD la sa intercettare», intervista a Rosy Bindi di Maria Zegarelli

Presidente Rosy Bindi, davvero non c`è collegamento tra i risultati dei referendum e la richiesta di dimissioni dei governo avanzata dal Pd? «C`è eccome un collegamento, nessuno ha voluto strumentalizzare il risultato del referendum o appropriarsi del voto di oltre 27 milioni di italiani, ma parliamoci chiaro: non siamo su Marte. E’ stata bocciata la politica del governo, soprattutto in materia di giustizia e il fatto che a bocciarla siano stati anche moltissimi elettori di centrodestra è una ragione in più per chiedere le dimissioni di questo governo. Non capisco i puristi dell`ultima ora…». Tanto per non fare i nomi, Antonio Di Pietro. Che adesso ritiene inutile anche una mozione delle opposizioni in Aula. Come se la spiega questa posizione all`improvviso moderata? «Non mi sono chiari i motivi di questo argomentare di Di Pietro. Qui nessun partito si vuole intestare il risultare ma la volontà popolare quanto più è ampia tanto più nettamente boccia il governo. Il Pd ha fatto una richiesta politica, le dimissioni, se il Pdl e la Lega fossero responsabili non direbbero …

Brunetta attacca i precari. E diventa testimonial nello spot PD per la conferenza lavoro

Dopo l’attacco ai lavoratori precari definiti “l’Italia peggiore” la replica di Bersani: “Nelle espressioni estreme del ministro è evidente la profonda incomprensione di quanto sta avvenendo nella società”. Fassina: “Se avesse un minimo senso delle istituzioni si dovrebbe dimettere”. “Nelle espressioni estreme di Brunetta e non solo sue è evidente la profonda incomprensione di quanto sta avvenendo nella società e c’è da preoccuparsi perché dal governo non è arrivata alcuna autocritica sulla sua incapacità di agire davanti alla più grave crisi economica dal dopoguerra”. Questo è stato il primo commento del segretario del PD Pier Luigi Bersani dopo le gravi affermazioni del ministro Renato Brunetta che, non volendo rispondere a due lavoratrici precarie, le aveva apostrofate come “l’Italia peggiore” abbandonando un convegno pubblico. “Si tratta sempre – ha continuato Bersani – di quel divorzio tra governo e realtà che non legge quanto negli ultimi mesi si è mosso nella società: lo spontaneo movimento di lavoratori e insegnanti, il movimento delle donne, la manifestazione a piazza S. Giovanni, la trasmissione di Fazio e Saviano, le celebrazioni …

"Da stranieri a nuovi italiani la carica dei quarantamila", di Vladimiro Polchi

«Sono italiana: ora finalmente c´è scritto anche sui documenti, quello che sento di essere da anni. Per me vuol dire tanto: poter votare, festeggiare i 150 anni dell´Unità, dare alle mie figlie la nazionalità del Paese dove ho scelto di crescerle, vivere, lavorare e pagare le tasse». Lilia Quiroga è una nuova italiana: dopo oltre venti anni nel nostro Paese, ha ottenuto la cittadinanza per residenza. La sua più grande soddisfazione? «Quando mi fermano i poliziotti, e mi fermano spesso – confida – mi piace vedere la loro faccia mentre tiro fuori la mia bella carta d´identità, invece del permesso di soggiorno». È la carica dei nuovi italiani: ben 40mila nell´ultimo anno. Nonostante gli ostacoli, il numero dei neocittadini cresce costantemente. Basta uno sguardo agli anni passati: nel 2004 erano 11.945. Nel 2006 si è registrato un balzo (35.766 naturalizzazioni), seguito da leggeri aumenti. Fino ai 40.223 dell´anno scorso. Una montagna restano però le domande in attesa di risposta: ben 146 mila. Non solo. L´Italia rimane molto indietro rispetto alle altre grandi nazioni del continente. …

Governo, 15 ore di lavoro in 3 mesi – La marcia a singhiozzo del "governo del fare", di Carlo Bertini

Riunioni scarse e velocissime, molti provvedimenti arenati in Parlamento. Un dramma che tocca un nervo scoperto come le competenze delle Regioni che devono avere voce in capitolo su tutto. Assenti Berlusconi e Bossi, che con l’aria che tira forse hanno preferito marcarsi a distanza, il Consiglio dei ministri, presieduto dal ministro più anziano Altero Matteoli, non è approdato a nulla. E dire che in questi tre mesi, malgrado la paralisi legislativa delle Camere dovuta ai numeri traballanti, il «governo del fare», come lo chiama Berlusconi, qualcosa invero lo ha fatto. Con esiti disparati. Quattordici riunioni, una media di 65 minuti l’una, 905 minuti nel complesso e cioè 15 ore e passa di lavoro, con record di rapidità – 10 minuti il 31 maggio, 20 minuti il 19 maggio – e picchi di impegno: come le due ore e 15 minuti dedicate il 5 maggio al decreto sviluppo e al codice del turismo voluto dalla Brambilla. Il 3 marzo via al decreto legislativo sul federalismo municipale, bocciato in precedenza dalla Bicameralina e oggi fonte di lamentazioni …

"Parlar d´altro nel salotto di Vespa", di Michele Serra

Lunedì sera, mentre una larga maggioranza di italiani festeggiava il suo poker di Sì, o perlomeno ne discuteva, Bruno Vespa dedicava il suo “Porta a porta” a un cocktail di delitti riscaldati, le povere Sarah e Melania, se non confondo gli ingredienti. Fatta salva la scelta professionale, rimane il fatto che la rete ammiraglia del servizio pubblico ha devoluto le sue due ore di approfondimento serale a già approfonditissimi delitti, preferendo non occuparsi di un evento politico forse storico, certamente nevralgico. Si tratta, in fin dei conti, di coerenza. Silenzio prima dei referendum, silenzio dopo, forse per un´applicazione molto estesa, e molto malintesa, del concetto di “silenzio elettorale”. Va aggiunto che Vespa non ha compiuto una scelta particolarmente eccentrica. A parte la Sette, Rai tre e la tivù satellitare, il ventaglio dei palinsesti in chiaro non è parso molto coinvolto da ciò che aveva appena coinvolto la sua utenza. Tanto da rafforzare l´impressione di uno scollamento progressivo e inesorabile tra i centri di potere (la tivù lo è sicuramente, tanto più a Berlusconia) e gli …

"«Accordo o legge», sui contratti il bivio della Confindustria", di Giuseppe Vespo

«Una chiacchierata, un giro d’orizzonte » di oltre due ore quello che ha visto ieri faccia a faccia Emma Marcegaglia e Susanna Camusso. La leader degli industriali e quella del sindacato si confrontano su rappresentanza e contratti di lavoro. L’intento è di trovare un accordo che, senon dovesse arrivare, potrebbe spingere Confindustria anche a «ragionare su una legge» che regoli i contratti, così come proposto dal ministro Sacconi. Il tavolo scotta. I temi forti del mondo del lavoro si fanno sempre più spinosi, soprattutto alla luce degli ultimi sviluppi che vogliono la Fiat in continua smania di «flessibilità nelle realtà industriali» – anche a costo di uscire da Confindustria – e la Uil che ha già disdettato gli accordi del 1993, proprio quelli che regolavano la contrattazione in azienda. Binari paralleli percorsi dall’impresa che conta e dai sindacati decisi a proseguire sulla scia dell’accordo separato del 2009 e, magari, a smarcarsi da Corso Italia. Marcegaglia ha fatto sapere che su questi temi ci sarà modo di dibattere tutti insieme dalla prossima settimana: mercoledì la leader …