Mese: Giugno 2011

Brunetta attacca i precari. E diventa testimonial nello spot PD per la conferenza lavoro

Dopo l’attacco ai lavoratori precari definiti “l’Italia peggiore” la replica di Bersani: “Nelle espressioni estreme del ministro è evidente la profonda incomprensione di quanto sta avvenendo nella società”. Fassina: “Se avesse un minimo senso delle istituzioni si dovrebbe dimettere”. “Nelle espressioni estreme di Brunetta e non solo sue è evidente la profonda incomprensione di quanto sta avvenendo nella società e c’è da preoccuparsi perché dal governo non è arrivata alcuna autocritica sulla sua incapacità di agire davanti alla più grave crisi economica dal dopoguerra”. Questo è stato il primo commento del segretario del PD Pier Luigi Bersani dopo le gravi affermazioni del ministro Renato Brunetta che, non volendo rispondere a due lavoratrici precarie, le aveva apostrofate come “l’Italia peggiore” abbandonando un convegno pubblico. “Si tratta sempre – ha continuato Bersani – di quel divorzio tra governo e realtà che non legge quanto negli ultimi mesi si è mosso nella società: lo spontaneo movimento di lavoratori e insegnanti, il movimento delle donne, la manifestazione a piazza S. Giovanni, la trasmissione di Fazio e Saviano, le celebrazioni …

"Da stranieri a nuovi italiani la carica dei quarantamila", di Vladimiro Polchi

«Sono italiana: ora finalmente c´è scritto anche sui documenti, quello che sento di essere da anni. Per me vuol dire tanto: poter votare, festeggiare i 150 anni dell´Unità, dare alle mie figlie la nazionalità del Paese dove ho scelto di crescerle, vivere, lavorare e pagare le tasse». Lilia Quiroga è una nuova italiana: dopo oltre venti anni nel nostro Paese, ha ottenuto la cittadinanza per residenza. La sua più grande soddisfazione? «Quando mi fermano i poliziotti, e mi fermano spesso – confida – mi piace vedere la loro faccia mentre tiro fuori la mia bella carta d´identità, invece del permesso di soggiorno». È la carica dei nuovi italiani: ben 40mila nell´ultimo anno. Nonostante gli ostacoli, il numero dei neocittadini cresce costantemente. Basta uno sguardo agli anni passati: nel 2004 erano 11.945. Nel 2006 si è registrato un balzo (35.766 naturalizzazioni), seguito da leggeri aumenti. Fino ai 40.223 dell´anno scorso. Una montagna restano però le domande in attesa di risposta: ben 146 mila. Non solo. L´Italia rimane molto indietro rispetto alle altre grandi nazioni del continente. …

Governo, 15 ore di lavoro in 3 mesi – La marcia a singhiozzo del "governo del fare", di Carlo Bertini

Riunioni scarse e velocissime, molti provvedimenti arenati in Parlamento. Un dramma che tocca un nervo scoperto come le competenze delle Regioni che devono avere voce in capitolo su tutto. Assenti Berlusconi e Bossi, che con l’aria che tira forse hanno preferito marcarsi a distanza, il Consiglio dei ministri, presieduto dal ministro più anziano Altero Matteoli, non è approdato a nulla. E dire che in questi tre mesi, malgrado la paralisi legislativa delle Camere dovuta ai numeri traballanti, il «governo del fare», come lo chiama Berlusconi, qualcosa invero lo ha fatto. Con esiti disparati. Quattordici riunioni, una media di 65 minuti l’una, 905 minuti nel complesso e cioè 15 ore e passa di lavoro, con record di rapidità – 10 minuti il 31 maggio, 20 minuti il 19 maggio – e picchi di impegno: come le due ore e 15 minuti dedicate il 5 maggio al decreto sviluppo e al codice del turismo voluto dalla Brambilla. Il 3 marzo via al decreto legislativo sul federalismo municipale, bocciato in precedenza dalla Bicameralina e oggi fonte di lamentazioni …

"Parlar d´altro nel salotto di Vespa", di Michele Serra

Lunedì sera, mentre una larga maggioranza di italiani festeggiava il suo poker di Sì, o perlomeno ne discuteva, Bruno Vespa dedicava il suo “Porta a porta” a un cocktail di delitti riscaldati, le povere Sarah e Melania, se non confondo gli ingredienti. Fatta salva la scelta professionale, rimane il fatto che la rete ammiraglia del servizio pubblico ha devoluto le sue due ore di approfondimento serale a già approfonditissimi delitti, preferendo non occuparsi di un evento politico forse storico, certamente nevralgico. Si tratta, in fin dei conti, di coerenza. Silenzio prima dei referendum, silenzio dopo, forse per un´applicazione molto estesa, e molto malintesa, del concetto di “silenzio elettorale”. Va aggiunto che Vespa non ha compiuto una scelta particolarmente eccentrica. A parte la Sette, Rai tre e la tivù satellitare, il ventaglio dei palinsesti in chiaro non è parso molto coinvolto da ciò che aveva appena coinvolto la sua utenza. Tanto da rafforzare l´impressione di uno scollamento progressivo e inesorabile tra i centri di potere (la tivù lo è sicuramente, tanto più a Berlusconia) e gli …

"«Accordo o legge», sui contratti il bivio della Confindustria", di Giuseppe Vespo

«Una chiacchierata, un giro d’orizzonte » di oltre due ore quello che ha visto ieri faccia a faccia Emma Marcegaglia e Susanna Camusso. La leader degli industriali e quella del sindacato si confrontano su rappresentanza e contratti di lavoro. L’intento è di trovare un accordo che, senon dovesse arrivare, potrebbe spingere Confindustria anche a «ragionare su una legge» che regoli i contratti, così come proposto dal ministro Sacconi. Il tavolo scotta. I temi forti del mondo del lavoro si fanno sempre più spinosi, soprattutto alla luce degli ultimi sviluppi che vogliono la Fiat in continua smania di «flessibilità nelle realtà industriali» – anche a costo di uscire da Confindustria – e la Uil che ha già disdettato gli accordi del 1993, proprio quelli che regolavano la contrattazione in azienda. Binari paralleli percorsi dall’impresa che conta e dai sindacati decisi a proseguire sulla scia dell’accordo separato del 2009 e, magari, a smarcarsi da Corso Italia. Marcegaglia ha fatto sapere che su questi temi ci sarà modo di dibattere tutti insieme dalla prossima settimana: mercoledì la leader …

"Riforma Gelmini a rischio su aule e classi", di Enza Loddo

Il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso del ministero dell’Istruzione e del ministero dell’Economia contro la sentenza n. 552 del Tar Lazio con la decisione 03512 del 9 giugno 2011. Si tratta della prima class action vinta contro la pubblica amministrazione. La sesta sezione del Consiglio di stato, infatti, ha ordinato ai due ministeri l’emanazione del piano generale di edilizia scolastica previsto dall’articolo 3, comma 2 del Dpr n. 81 del 2009 («Norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane»). Con questa decisione si mette a rischio la riforma della scuola targata Gelmini che si basa proprio sull’aumento del rapporto alunni/docente all’interno di un quadro nazionale di istituti non a norma in termini di sicurezza, se non addirittura fatiscenti (secondo le associazioni che tutelano i cittadini oltre il 50%). Il ministero adesso dovrà approntare un piano di riqualificazione degli edifici scolastici in tempi da record o si profila il commissariamento. «Se il ministro non ottempera alle disposizioni chiederemo la nomina di un commissario ad acta», ha …

"Una palese discriminazione la Consulta la boccerebbe", di Marina Cavallieri

La proposta della Lega scatena polemiche, divide gli insegnanti, acuisce le contrapposizioni, ma nessuno alla fine sembra veramente credere che si realizzerà. Scettici i sindacati, stanchi i professori. A nord e a sud. «L´emendamento della Lega ha il solo obiettivo di scoraggiare i precari meridionali, inseriti nelle graduatorie ad esaurimento a trasferirsi nelle province del nord, dove ci sono più posti a disposizione», dice Corrado Baracchetti, della Cgil scuola Lombardia. «Il “bonus” di 40 punti dato a coloro che avessero deciso di restare “a casa loro” rappresenta una volgare e travestita discriminazione. Sapendo che oggi, regioni come la Lombardia assorbono oltre il 25% di precariato, la continuità non c´è nei fatti». Il provvedimento però divide. «Le possibilità di lavoro per chi non è abilitato si riducono sempre di più, per questo vedo tra i miei colleghi che anche chi non è favorevole tende a pensare che così sarà più protetto», dice Serenthà Madaleine, insegnante di sostegno, precaria di 37 anni, che lavora a Macherio, provincia di Monza e Brianza. «La stabilizzazione nella scuola però non …