"Il Cavaliere si fa il monumento", di Filippo Ceccarelli
Chi si loda, s´imbroda. Eppure per anni il berlusconismo ha accumulato più potere e ottenuto più credito dei proverbi, che sono la saggezza dei popoli. Io sono il più bravo, il più ricco, il più charmantIl più amato, il più popolare, il più tutto. Non solo, ma occorre riconoscere che nel corso del tempo divertiva anche, quel vitalismo imperioso, quel narcisismo in caduta libera, quella faccia incredibilmente tosta. Io, io, io, e giù numeri, sondaggi, trovate, storielle, paragoni, scherzosi o meno che fossero, io l´Unto, io Cesare, io Giustiniano, io Napoleone, io De Gasperi, io de Gaulle, io Gesù, io e Dio che si lamenta perché in Paradiso «l´ho fatto vicepresidente», ah-ah. Per cogliere al meglio la dinamica adulatoria che di norma accompagna e incoraggia questo genere di spettacoli occorre osservare l´espressione concentrata e poi anche il sorriso inesorabilmente fantozziano con cui il ministro Alfano, ieri pomeriggio, nella sala stampa di Palazzo Chigi, ancora una volta ha accolto l´auto-magnificazione del Cavaliere e del suo governo. In un video di 2 minuti e 40 il presidente …