Mese: Giugno 2011

"Contratti, scontro aperto sul nodo delle deroghe", di Roberto Giovannini

Sembra una questione di lana caprina e poco comprensibile, ma in realtà la partita aperta dalla nota del vicepresidente di Confindustria Alberto Bombassei – in risposta alle perplessità della Fiat di Sergio Marchionne sull’utilità dell’adesione del Lingotto a Confindustria – rischia di incendiare di nuovo il fronte sociale e sindacale. Ecco in sintesi, la proposta di Bombassei: contratti aziendali approvati a maggioranza dai lavoratori, pienamente vincolanti per tutti i sindacati, e soprattutto alternativi ai contratti nazionali di categoria validi per tutto un settore industriale. Il tutto blindato da una norma di legge approvata dal Parlamento. «Le scelte di Confindustria aveva scritto Bombassei – sono ispirate all’unico criterio di creare le migliori condizioni perché le aziende possano essere competitive oggi». Un’idea che ha lo scopo di mantenere tutti (una Fiat sempre più riluttante compresa) sotto l’egida di Confindustria. Ma che sta sollevando molte tensioni. Se ogni azienda può stipulare un contratto aziendale diverso e specifico – molti si chiedono – allora a che serve Confindustria e i suoi contratti nazionali, peraltro ancora graditi alla maggioranza degli …

"La maschera del cavaliere", di Adriano Prosperi

La settimana che si apre è quella del referendum. Non è un appuntamento pacifico. Si leggono ogni giorno interventi appassionati e opinioni molto diverse. Non è l´acqua il vero problema del referendum: e non lo è nemmeno il fuoco della fissione nucleare anche se proprio intorno al nucleare il governo ha ingaggiato una sorda battaglia: non sul merito, visto che il Pdl ha dichiarato di lasciare liberi i suoi seguaci, ma sulla questione preliminare se il quesito debba o no essere sottoposto al voto. Domani la Corte Costituzionale dovrà rispondere al ricorso presentato dal governo attraverso l´Avvocatura di Stato, con l´argomento che la sospensione per dodici mesi del programma nucleare italiano varata dopo la tragedia giapponese del reattore di Fukushima avrebbe modificato sostanzialmente la situazione rendendo improponibile il referendum. La matassa apparentemente complessa del ricorso si dipana facilmente. Il fatto è che nel contesto della tragedia di Fukushima, la domanda relativa al nucleare posta dai promotori del referendum si profila chiaramente come quella più capace di realizzare le due condizioni indicate dall´articolo 75 della Costituzione: …

"Una reazione morale contro l'indifferenza", di Giorgio Napolitano

Caro Magris, lei ha dolorosamente ragione. Tocca noi tutti («pure me stesso mentre sto scrivendo queste righe» : lei ha voluto sottolineare nell’articolo sul Corriere di sabato) l’assuefazione alle tragedie dei «profughi in cerca di salvezza o di una sopravvivenza meno miserabile» che periscono in mare. Le notizie relative ai duecento, forse trecento esseri umani scomparsi giorni fa in acque tunisine non riuscendo a salvarsi da un barcone travolto dalle onde, sono sparite dai giornali e dai telegiornali prima ancora che si sapesse qualcosa di più sull’accaduto. E con eguale rapidità è sembrata cessare la nostra inquietudine per un fatto così atroce. N on si è trattato — lo sappiamo— di un fatto isolato, ma di un susseguirsi, negli ultimi mesi, di tragedie simili. Lei ha spiegato con crudezza come miseria della condizione umana l’acconciarsi a convivere con quella che diviene orribile «cronaca consueta» . Ma se in qualche modo è istintiva l’assuefazione, è fatale anche che essa induca all’indifferenza? A me pare sia questa la soglia che non può e non deve essere varcata. …

"Chi ci guadagna dai referendum", di Mario Tozzi

Sappiamo veramente su cosa andiamo a votare fra sette giorni? Al di là dello specifico giuridico dei quesiti referendari, e prima di dividerci in favorevoli e contrari, la questione è se sappiamo valutarne esattamente contenuti e conseguenze. Cominciamo dall’acqua. Andiamo davvero a votare per stabilire se l’acqua italica perderà il suo carattere pubblico e potrà essere mercificata come altri beni? La risposta è no, quello che invece succederà è che la gestione dei servizi idrici avrà una corsia preferenziale per i privati. Ma è invece giusto domandarsi se questo porterà vantaggi per i cittadini, per l’ambiente e, infine, per la risorsa acqua in sé. Oggi l’acqua in Italia costa circa un euro ogni mille litri, una cifra davvero irrisoria, e viene garantita alla stragrande maggioranza della popolazione pulita e abbondante, tanto che, se lasciassimo aperti tutti i rubinetti di casa 24 ore su 24, l’acqua continuerebbe a esserci servita per tutto il tempo. Per questa ragione sembra difficile migliorare il servizio idrico: escluso che si possa fornire acqua colorata o profumata o gassata al rubinetto, …

Cavillo atomico: «Il referendum deve saltare», di Claudia Fusani

Altro che «voto inutile» e «libertà di coscienza». Altro che neutralità ostentata. La verità, ormai palese, è che premier e maggioranza hanno una fifa blu del referendum sul nucleare. Tanto che palazzo Chigi e l’Avvocatura di stato hanno fatto ricorso alla Consulta contro la decisione della Cassazione. Il ricorso sarà discusso martedì, la prima udienza – tra l’altro – presieduta dal nuovo Presidente che sarà eletto, per l’appunto, domani. Insomma, un intreccio di “casualità”, da una parte, – la nomina di Alfonso Quaranta alla presidenza che sicuramente segna una svolta alla Corte – e, dall’altra, i toni e i contenuti del ricorso, rischiano di mettere seriamente e nuovamente a rischio il voto sul nucleare. Dal che, se ancora avessimo avuto dei dubbi, si deduce quanto faccia paura e dia fastidio, specie in termini di accordi commerciali, il voto popolare di domenica prossima. L’Avvocatura ha presentato il ricorso venerdì sostenendo che l’ordinanza della Corte di Cassazione del primo giugno deve essere considerata «inammissibile» perché alla Cassazine spetta solo una verifica formale dei requisiti e non anche …

"Una buona occasione per salvare i referendum", di Michele Ainis

Primo turno, ballottaggi, referendum: e tre. Ci vorrà un atto d’eroismo per metterci in fila davanti ai seggi elettorali, quando ce lo chiedono per la terza volta in quattro settimane. Perché il governo ha rifiutato d’accorpare i referendum alle amministrative, anche a costo di gettare al vento 300 milioni. Perché ci mandano a votare senza spiegarci a che serve il nostro voto, tanto che l’Agcom ha preso carta e penna per inviare una solenne rampogna a mamma Rai. Perchémagari si tratterà d’una fatica inutile, dato che gli ultimi 24 referendum hanno fatto cilecca, dato che da 14 anni nessuna consultazione popolare ha più raggiunto il quorum. E perché infine i 4 referendum che ci aspettano al varco cadono in un clima surreale, mentre i partiti si esibiscono in una sagra delle ipocrisie. Qual è infatti l’oggetto dei quesiti? Nucleare, acqua pubblica, legittimo impedimento. Ma sullo sfondo si staglia a lettere maiuscole una domanda più generale, più assorbente. Questa domanda investe la popolarità del quarto gabinetto Berlusconi, la sua capacità di riflettere gli umori prevalenti del …

"La nuova militanza", di Alfredo Reichlin

Guardando gli spostamenti elettorali ciò che più mi colpisce è la difficoltà di capire, anche a sinistra, cosa è successo di veramente nuovo e di profondo. Sembra che improvvisamente sia emerso un mondo sconosciuto. Ma come? Non si era detto (un coro assordante) che il Pd era ormai ridotto a un fatto appenninico, tosco-emiliano, e che dovevamo solo cercare di imitare la Lega che certamente avrebbe vinto le elezioni perché rappresentava l’anima e il nuovo blocco sociale del Nord? E adesso si scopre che il Pd è nettamente il primo partito e che, col centrosinistra, governa non le valli alpine ma tutta l’area metropolitana della Padania, da Torino a Milano, da Genova a Venezia, da Trento a Bologna e Trieste. Ma come? Non eravamo ridotti al punto che per sopravvivere dovevamo accettare un «Papa straniero»? Mi scuso per questo piccolo sfogo polemico. In realtà esso mi serve per capire meglio la novità e la portata del messaggio che questo voto manda anche a noi. Parlo senza nessuna iattanza perché conosco l’enorme difficoltà dei problemi e …