Mese: Giugno 2011

Bersani: «Gli elettori di sinistra e centro si sono già mischiati», di Aldo Cazzullo

Segretario Bersani, cosa rappresenta per lei questo voto? «Il segno di una riscossa civica, nel quadro di un problema sociale che si è fatto acuto e ha via via reso vulnerabili anche i ceti che finora si erano ritenuti al riparo dalle incertezze. È la prova che nell’incrocio tra questione democratica e questione sociale c’è l’evoluzione della crisi del Paese. Il rito personalistico e populistico si è mostrato inconcludente e menzognero di fronte ai problemi che prometteva di risolvere. Lo si vede più nettamente al Nord; cioè nel luogo più dinamico» . Bersani, è sicuro che il Pd abbia vinto? Pisapia e de Magistris non erano i vostri candidati. «In questo tam tam c’è la velina del terzismo: un colpo al cerchio e uno alla botte, se Atene piange Sparta non ride. Siamo l’unica democrazia al mondo in cui si ragiona così. In realtà, se uno perde ci dev’essere qualcuno che vince. I dati sono chiarissimi: su 29 vittorie, il Pd aveva 24 candidati; a Milano, su 28 consiglieri del centrosinistra il Pd ne ha …

"Soffia il vento del popolo sovrano", di Eugenio Scalfari

Venticinquemila persone hanno formato una lunghissima fila a Milano per poter stringere la mano al neo sindaco Giuliano Pisapia nel giorno del suo insediamento a Palazzo Marino. Un fatto simile non era mai accaduto né a Milano né altrove anche perché una fila lunga chilometri non somiglia ad una piazza affollata e urlante di passione e di insiemità. La fila invece è silenziosa e ciascuno sta con se stesso e con i propri pensieri tra i quali domina la decisione di testimoniare che un cambiamento è avvenuto e che il testimone l´ha vissuto con civica partecipazione. Segnalo questo episodio per rispondere a coloro che subito dopo i ballottaggi del 30 maggio si sono posti la domanda su chi abbia perduto e su chi abbia vinto le elezioni amministrative. La loro sentenza ha avvistato come perdente Silvio Berlusconi e la coalizione da lui guidata, ma non ha trovato alcun vincitore. O meglio, un vincitore secondo loro c´è stato ed è il popolo delle astensioni, schifato dalla politica e dalla casta che accomuna in un unico disprezzo …

"Dal social network all’inferno. A 13 anni", di Fabio Lupino

Li guardiamo, li scrutiamo, cerchiamo segnali per sentirci noi sicuri di loro. Ma non ci ricordiamo se veramente ci parliamo, se comunichiamo, se il nostro affetto arriva. Se siamo dalla loro parte, sempre e comunque. Noi, genitori, loro, i figli. I malfermi, gli insicuri siamo noi. Ed è così che quando irrompe l’imprevisto non sappiamo quasi mai reagire, se non autocommiserandoci. Nel mondo invisibile degli adolescenti entrano ed escono universi troppo grandi per loro. La cybervelocità crea crepe, fratture, miti e falsi miti ogni giorno. Marida Lombardo Pijola, giornalista, inviato del Messaggero, negli ultimi anni ha indagato questo territorio sconosciuto. Da qualche settimana è uscito Facciamolo a skuola, Storie di quasi bimbi, Bompiani, 14 euro. Si può dire idealmente il terzo capitolo di una trilogia iniziata con Ho12 anni, faccio la cubista, mi chiamano principessa, seguito da L’età indecente, di un anno e mezzo fa. Né romanzi né saggi, ma l’uno e l’altro insieme. Lo sforzo grande che l’autrice fa anche in questo libro è l’esatta rappresentazione del linguaggio degli adolescenti, quasi adolescenti. Coatto, ostentato …

"Il diritto di critica e le risposte mai date", di Luciano Gallino

Sergio Marchionne ha affermato che l´Italia deve cambiare atteggiamento nei confronti di Fiat Auto. L´Italia dovrebbe diventare più comprensiva nei confronti delle sue strategie. Più aperta al nuovo che esse rappresentano in tema di relazioni industriali e di piani produttivi. Da ciò si dovrebbe anzitutto dedurre che i suoi uffici gli passano da tempo una rassegna stampa largamente incompleta. Una pur rapida scorsa agli articoli pubblicati nell´ultimo anno o due, alle dichiarazioni dei politici, ai comportamenti di due dei maggiori sindacati su tre, porta a concludere che nove articoli su dieci dei maggiori quotidiani, quattro quinti degli accademici, l´intero governo, e perfino gran parte dei politici di opposizione si sono espressi con fervore dalla parte delle strategie di Fiat. Tutti d´accordo: chi critica Fiat si oppone al nuovo che avanza, ai dettami della globalizzazione, allo sviluppo industriale del paese. Quel che vuole l´ad più noto al mondo tra i costruttori d´auto (pochissimi tra il pubblico sanno chi sia l´ad di Volkswagen, del gruppo Peugeot-Citroen, di Ford, ma tutti sanno chi è il grande comunicatore a …

"Si chiama libertà ma è capitalismo", di Lelio Demichelis

«I confini della libertà economica»: è questo il tema intrigante e ambivalente del Festival dell’Economia di Trento che si chiude domani. Dove la parola-chiave sembra appunto «confini» (fisici, etici, culturali): importante ieri ma ancor più oggi, dopo quest’ultima crisi (ancora in corso) provocata da una corrotta idea di libertà economica che ha aperto le porte alla speculazione e ai disastri attuali. Portando allo stesso tempo il capitalismo a conquistare un’egemonia (in senso gramsciano) ormai globale. E apparentemente inattaccabile. Ma cos’è questo neoliberismo imperante da trent’anni? Il termine e seguiamo l’analisi critica dell’inglese David Harvey in L’enigma del capitale si riferisce «ad un progetto di classe mascherato da una buona dose di retorica sulle libertà individuali, responsabilità personale e virtù della privatizzazione, del libero mercato e del libero scambio», progetto che ha legittimato politiche «mirate a ristabilire e a consolidare il potere della classe capitalista». Delocalizzazioni, deregolamentazione, privatizzazioni, indebolimento e divisione del sindacato, ma anche rete e (aggiungiamo) società del divertimento: il «partito di Wall Street» ha conquistato il potere. Producendo quello che Harvey chiama il …

"La porta stretta della sinistra", di Miguel Gotor

Gli esiti di queste elezioni lasciano intravedere l´esistenza di un passaggio stretto, ma percorribile, verso una nuova fase della politica italiana. Al netto della propaganda e delle forzature interpretative i risultati sono chiari e assegnano al Pd una responsabilità imprevista e uno spazio di agibilità politica inedito, alimentati non dai desideri o dalle speranze, ma dai nuovi equilibri usciti dalle urne, i soli che contano per davvero. Si è avuto uno “sconfitto mascherato”, ossia il terzismo attendista, formato da quanti auspicavano la contemporanea dissoluzione dei due poli e l´apertura di uno spazio al centro che raccogliesse contemporaneamente le due frane tanto agognate: quella di Berlusconi e dei democratici. E di conseguenza c´è stato anche un “vincitore oscurato”, il Pd, che vede accresciuto il suo ruolo di perno di una possibile alternativa all´attuale blocco di potere: dai suoi voti, ossia dal suo consenso popolare, volenti o nolenti, bisogna passare. Quali sono i processi di fondo che caratterizzano gli albori di questa originale fase politica e perché, se il vecchio sole tramonta, il nuovo fatica a nascere? …