Mese: Giugno 2011

I luoghi comuni sulle «ali estreme», di Luigi Manconi

La vittoria di Pisapia e De Magistris sono state presentate come il successo della sinistra radicale Nulla di più falso: il sindaco di Milano è mediatore e garantista, quello di Napoli un estremista di centro. Il voto di Milano e di Napoli, e non solo (Cagliari, Trieste, Novara…), ha rappresentato il più bruciante “falò delle vanità” politiche e giornalistiche: il più fiammeggiante rogo dei luoghi comuni e degli stereotipi. Poteva essere un’ottima occasione per emendare il linguaggio pubblico, liberarlo da ragnatele polverose e da fallimentari schemi di lettura. Così non è stato. Peggio: il risultato del voto sembra alimentare una paccottiglia tardo ideologica e sotto culturale che, semplicemente, impedisce di capire. Per dirne una, l’elezione di Giuliano Pisapia e di Luigi De Magistris è stata interpretata da quasi tutti gli analisti come il prevalere delle “ali estreme” nella coalizione di centrosinistra. Nulla di più falso. Intanto perché tra i due non c’è alcuna, ma proprio alcuna, affinità culturale e politica. Con Pisapia, alla fine degli anni ’80, demmo vita a una micro associazione, autoironicamente denominata …

"Hanno vinto le primarie", di Mario Rodriguez

Anche dal punto di vista della comunicazione questa campagna elettorale ci dà alcune indicazioni importanti. La prima è che conta più quello che le persone si dicono che quello che i candidati, i loro dirigenti politici che li sostengono, dicono di sé. In pratica contano più le conversazioni, le relazioni personali, che gli slogan, i manifesti. Anzi, questi strumenti servono perché stimolano relazioni personali. Certo, contano anche gli impulsi che giungono dal sistema dell’informazione, guai a metterlo in ombra. Ma questi diventano chiacchiera, vita quotidiana, si impastano con le esperienze e creano i sentimenti diffusi, il clima d’opinione. Per questo le conversazioni in rete, i social network, hanno avuto importanza e ne avranno sempre di più. Ma l’hanno avuta quando è scattato il marketing virale spontaneo, la scintilla di Sucate, non quando la rete è stata usata come una bacheca sulla quale affiggere un volantino digitale. In secondo luogo, le scelte di voto, avendo a che fare con valori e identità, sono frutto di lente stratificazioni; la classica goccia che riempie un bicchiere e per …

"Essere all'altezza", di Carlo Galli

Il mondo festeggia l´Italia. La straordinaria quantità, e la qualità, delle presenze dei leader di tutto il mondo in occasione della festa della Repubblica, nel 150° anniversario dell´Unità d´Italia, è un omaggio, un riconoscimento, che solleva la nostra considerazione di noi stessi. Ci ricorda (mettendoci a contatto con il peso che la comunità internazionale ci conferisce) i nostri doveri verso noi stessi. E ci ricorda anche i nostri doveri verso le altre nazioni. Il dovere di essere all´altezza di ciò che possiamo essere, di ciò che l´Italia significa nel mondo. Dell´idea dell´Italia. Esiste infatti – ovviamente – l´Italia reale, governata ora da questo ora da quello, con i suoi interessi nazionali più o meno confliggenti e più o meno armonizzabili con quelli altrui; l´Italia della contingenza, anche della fatica e delle delusioni, che viene pesata senza sconti sulle bilance internazionali dell´efficienza, della potenza, e della credibilità. Ed esiste anche l´idea dell´Italia: nulla di metafisico, s´intende, e neppure di insopportabilmente retorico. È il disegno, la fisionomia del nostro Paese, quale esce dal lato positivo della nostra …

"Così si è spezzato l’incantesimo: la grande sconfitta della televisione", di Roberto Brunelli

Quorum quasi certo nonostante il blackout della tv generalista, voti in fuga nonostante interviste-spot, Berlusconi da Vespa e gli ascolti crollano. Colpa della «blog democrazia» e di un «sogno» andato in tilt… Il politologo Panarari «Tutto è nato da una minoranza che sa usare i nuovi mezzi». Anche la fabbrica mediatica del premier è entrata in crisi Sono oscure e tempestose le nubi che si addensano su quella incredibile simbolandia che è la televisione. Ha perso magicamente il suo potere, a quanto pare. Qualcosa di profondo si è incrinato. Prendete i referendum. La tv generalista praticamente non ne ha parlato, i pochi spot sono incomprensibili, i talk show stanno sulla luna, nonostante gli appelli dello stesso presidente della Rai e gli esposti all’Agcom. Eppure il «rischio» che si arrivi al quorum è elevatissimo. Cos’è successo? Come (e forse ancora di più) per le elezioni comunali, determinante è stata la cosiddetta «autocomunicazione di massa»: lo sono stati i social network, lo è stata la rete, la «democrazia dei blog». Insomma, la televisione è la grande sconfitta. …

"La sinistra del nord", di Gad Lerner

L´antidoto al berlusconismo non poteva che sprigionarsi dall´interno della società milanese. La nuova sinistra del Nord è nata nell´unico modo in cui poteva nascere, cioè come alternativa culturale a un sistema di potere ventennale che, proprio a Milano, appariva granitico, pur non essendolo, grazie all´organicità della sua ideologia. Una visione mercificata delle relazioni umane, in cui la parola “libertà” veniva disinvoltamente brandita per zittire le aspirazioni di “uguaglianza” e “fratellanza”; una “libertà” del privilegio rivolta perfino contro il vincolo comunitario della “legalità”. Facile dirlo, ora che è successo davvero: per liberare l´Italia bisognava cominciare dalla liberazione di Milano. Ma fino a ieri il senso comune prevalente era ben altro. Una visione spregiudicata, talvolta cinica, della politica come mera misurazione dei rapporti di forza, ereditata dalle scuole di partito novecentesche, liquidava come dilettantismo ingenuo questa prospettiva di crescita della partecipazione dal basso, valorizzata infine da un leader come Giuliano Pisapia: anticarismatico, ma con un netto profilo culturale alternativo. A lungo è prevalsa la convinzione che l´Italia potesse essere governata da sinistra nonostante Milano, solo accerchiandola e …

"Nuovo Pd, ci ha pensato la società", di Mario Lavia

Gli elettori hanno messo in discussione l’idea di una politica come bricolage, ossequiosa del primato degli accordi fra stati maggiori. E, dal punto di vista della vita del Pd, quella della strutturazione correntizia. Le due cose si possono vedere insieme: si integrano a perfezione. Nicola Zingaretti, uno degli homines novi del Pd, infatti le connette, tanto che correttamente il titolo della sua seria intervista al Corriere della Sera è “Basta con capicorrente e schemini sulle alleanze”. L’impressione insomma è che la società si sia incaricata di riformare ciò che il Pd, da sé, non riusciva a fare. Il voto di domenica e lunedì ha, per molti versi inaspettatamente, rimesso in pista il centrosinistra e il suo maggior partito, dati l’uno e l’altro per moribondi. Ancora si cerca una spiegazione compiuta che tenga insieme le ragioni della vittoria di personalità così diverse come Zedda e Fassino, Pisapia e de Magistris, Cosolino e Bosone, Merola e Pettinari: generazioni diverse, formazioni culturali diverse, appartenenze politiche diverse. Hanno vinto tutti. Perché l’elettorato di centrosinistra o più in generale antigovernativo …

"La sottile linea rossa tra Signori e Scilipoti", di Francesco Merlo

Quanto è grande la differenza tra Beppe Signori e Domenico Scilipoti o tra Daniela Melchiorre e Stefano Bettarini? E anche le note spese di Minzolini al Tg1 non sono, a modo loro, scommesse a centrocampo? E come si distinguono eticamente una notizia addomesticata e tre gocce di sonnifero nel tè del centravanti? La vendita delle lauree, il traffico dei concorsi e le assegnazioni delle cattedre sono maledettamente simili al totonero. E perché all´ex governatore della Banca d´Italia non è riservata la stessa sfrontata benevolenza sociale e gli stessi incredibili onori che vengono concessi a Luciano Moggi, ex governatore del calcio d´Italia? Forse gli istituti di credito su cui il primo metteva mano ci sono meno cari degli scudetti che il secondo intossicava? La verità è che l´associazione a delinquere che controlla il gioco del calcio sta dentro un recinto magico: la retorica del sogno domenicale è la sua rete di protezione. E forse sarebbe ora di accusare di concorso esterno, ovviamente soltanto morale, tutti i dirigenti che ieri, per l´ennesima volta, sono rimasti «sgomenti e …