"La vittoria del centrosinistra. La scossa forte e l’euforia fuori luogo", di Claudio Magris
«Tempo di demolire, tempo di costruire; tempo di lutto, tempo di baldoria» , dice l’Ecclesiaste. È giusto festeggiare il risultato di queste elezioni amministrative, che fa intravvedere la possibilità di voltar pagina, una pagina politica italiana finora improntata a una crescente indecenza. Sarebbe tuttavia irresponsabile prolungare l’euforia oltre la sera di festa, perché per i vincitori di queste elezioni non comincia una marcia trionfale assicurata bensì una dura e incerta prosa di lavoro quotidiano. Forse sperabilmente è iniziato un nuovo corso del Paese, ma non c’è alcun futuro felice garantito. Queste elezioni il centrosinistra le ha vinte certo pure per la qualità, l’equilibrio e la civiltà che hanno contrassegnato la sua campagna elettorale e lo stile dei suoi candidati vincenti. Ma le ha vinte anche per gli errori degli avversari e soprattutto del presidente del Consiglio, che trasformando queste elezioni amministrative in un referendum politico su se stesso ha accresciuto l’importanza della propria sconfitta, divenendo, con molti atteggiamenti oltre ogni misura e inaccettabili per molti elettori di centrodestra, una caricatura perfino di se stesso. Ma …