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"Caos tra cattedre scoperte e stipendi sempre più bassi", di Elena Iannone

Come ogni anno arrivano i dati della ricerca di Eurydice sugli stipendi degli insegnanti. Come ogni anno arrivano i dati della ricerca di Eurydice sugli stipendi degli insegnanti europei, e come ogni anno viene confermato che l’Italia, con un divario notevole rispetto ai colleghi delle nazioni limitrofe, è tra i paesi che peggio retribuisce i propri insegnanti. Quest’anno però la ricerca arriva proprio dopo le numerose polemiche sugli abbassamenti di stipendio che subiranno i nuovi lavoratori previsti dal piano di assunzione per il triennio 2011-2013.
Un’estate bollente, al di là delle temperature, quella che precede gli inserimenti, con contratto a tempo indeterminato, di oltre 66mila lavoratori fra personale docente e personale Ata previstam nel piano triennale del decreto dello scorso 4 agosto. Si registranom grandi ritardi nell’assegnazione delle cattedre. I rappresentati sindacali, ad esclusione di Flc Cgil, hanno firmato un accordo che consente l’eliminazione del primo scatto di carriera dei nuovi assunti. Questo significa che un precario che firmerà a settembre l’agognato contratto a tempo indeterminato dovrà attendere la bellezza di 8 anni prima di godere del primo scatto salariale: «Una vera e propria operazione di riduzione dello stipendio per chi, già precario, ottiene finalmente il contratto a lungo inseguito». Così risponde Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc sul motivo che ha indotto la rappresentanza Flc Cgil a non firmare l’accordo: «C’erano le risorse dei fondi contrattuali che avrebbero compensato naturalmente le nuove assunzioni, ma da parte del governo c’è stata la volontà ferrea di andare a incidere sulle retribuzioni». Il decreto legge prevede in tutto un’infornata di contratti per
un totale di 95.000 nuove assunzioni fra tutto il personale scolastico e divise su tutte le tipologie di istituti fino a colmare i posti vacanti. E il ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini ieri ha ammonito i professori intimando loro di «rispettare le regole» per quel che concerne il caro libri. Attacco che è sembrato ingiustificatoalla luce dei dati che vogliono solo il 5% delle scuole a sforare il budget, e mai oltre il 10% del tetto della spesa. Quanto agli inseganti, proprio i loro stipendi, secondo i dati di Eurydice, non sembrano esattamente adeguati alla media europea: mentre un docente italiano della scuola secondaria superiore guadagna da un minimo di 24.669 curo e un massimo di 3 8.745 annui e un maestro d’infanzia ad inizio carriera arriva appena a 22.903 curo (con speranza di scatto massimale fino a 33.740 curo dopo 35 manni di servizio), un suo collega austriaco percepisce un minimo di 3 8.182 curo fino a un massimo, per gli insegnanti liceali, 72.065 curo all’anno. Un insegnante del Lussemburgo può arrivare a guadagnare anche 125.671 curo, somma che insieme a quella dei paesi scandinavi rimane tra gli stipendi più elevati. Più moderati, ma non per questo meno dignitosi, sono invece i salari a cui possono ambire gli insegnanti tedeschi con un massimo di 63.985 curo.

IL Riformista 27.08.11