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"La campanella è muta. Tra decreto Gelmini e nuove Finanziarie in arrivo l'ennesima mazzata per l' istruzione pubblica italiana", di Donatella Coccoli

I tagli agli enti locali si riflettono su mense, trasporti. Ed è emergenza per la sicurezza degli edifici: non ci sono soldi per la manutenzione. Come dentro un cappio che si stringe sempre di più, la scuola pubblica italiana si dibatte per poter sopravvivere. Tremonti ha detto che la seconda manovra non prevede tagli all’istruzione? Balle. La mannaia sulle risorse destinate alla scuola, c’è, eccome. E si vedrà da subito, appena partirà il nuovo anno scolastico. «Intanto la prima manovra e anche questa seconda afferma Mimmo Pantaleo segretario generale Flc Cgil colpisce, e pesantemente, il sistema d’istruzione del nostro Paese. La prima prevede tagli di spese per i prossimi anni per 6 miliardi. Questi si aggiungono ai tagli del decreto 133/2008 della Gelmini che prevedono 140mila insegnanti in meno, e che colpiscono anche l’università e il sistema della ricerca. Insomma, siamo alla canna del gas. La seconda manovra poi è devastante». «Dopo il blocco dei contratti sino al 2014, dopo la cancellazione degli scatti di anzianità nella scuola continua Pantaleo adesso si aggiungono i due interventi sul tfr e sulla tredicesima; inoltre sulla scuola si inserisce una finestra per cui dal 2012 si ritarda di un anno l’andata in pensione. E in più ci sono i tagli agli enti locali con conseguenze drammatiche, perché circa il 17 per cento delle spese d’istruzione oggi è a carico di Regioni, Province e Comuni». Mense, trasporti, edilizia scolastica: questi non sono aspetti secondari, incidono profondamente sulla qualità dell’insegnamento. «È un dramma afferma Giovanni Di Fede, assessore Pd alla Pubblica istruzione della Provincia di Firenze -. Noi abbiamo 37mila studenti, 100 istituti e 42 edifici. Un patrimonio ingente a cui quest’anno abbiamo destinato 10 milioni di euro per la manutezione e ampliamenti. Il prossimo anno c’è solo un milione e 200mila euro, nel quinquennio 2004-2009 la spesa era in media di 26 milioni di euro». E poi ci sono le classi pollaio. «Adesso siamo sui 30 alunni in spazi dentro edifici storici in cui è davvero complicato riuscire a fare lezione». Tutto questo, e lo dimostrano vari ricorsi al Tar, contraddice con le norme di sicurezza. Ma il ministero, dice Di Fede, ha adottato «un modo furbo per aggirare le norme: è stata calcolata tutta la superficie scolastica, compresi i corridoi e le palestre». L’assessore fiorentino spiega che una soluzione ci sarebbe. «Si tratterebbe, come è stato proposto all’assemblea nazionale del Pd sull’edilizia scolastica, di tenere fuori dal patto di stabilità le spese per l’edilizia scolastica». In questo modo si potrebbero creare anche dei nuovi posti di lavoro, con vantaggi per lo Stato che risparmierebbe sugli ammortizzatori sociali. Francesca. Puglisi responsabile nazionale Pd scuola ritorna sui tagli. «Il prossimo anno va a regime la terza tranche: 19.700 insegnanti e 14.500 operatori Ata in meno. La qualità della scuola, tra accorpamenti, sovraffollamento, compresenze eliminate nella primaria ed emergenza nell’edilizia scolastica, sarà sempre più scadente. A questo dice si aggiunge l’attacco alle famiglie con la cancellazione delle detrazioni fiscali riservate alle spese per l’istruzione dei figli». Il Pd intanto mette in cantiere la seconda edizione della festa nazionale della scuola a Modena fino al 19 settembre. «Abbiamo chiamato tutti coloro (dai partiti alla società civile, dai genitori ai docenti) che credono ai valori della Costituzione: qui occorre un passo in più se vogliamo cambiare pagina», conclude Francesca. Puglisi. Ma perché tanto accanimento nei confronti dell’istruzione pubblica che dovrebbe garantire anche il futuro economico di un Paese? Al di là di una incapacità a governare, cosa c’è dietro le manovre del centrodestra? «Il primo obiettivo risponde Pantaleo è l’idea di superare il dettato costituzionale sull’uguaglianza di tutti i cittadini, per cui addio alla scuola di massa. Il secondo, è quello di prevedere un modello di sviluppo senza innovazione e ricerca, abbassando i diritti delle persone. Il terzo obiettivo conclude il sindacalista Cgil comprende l’ossessione e l’odio verso tutto ciò che è pubblico, visto come un ostacolo all’idea totalitaria della società. Non dimentichiamo che conoscenza è democrazia».

da Left Avvenimenti 26.08.11