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Più donne occupate, più un paese è civile

E’ l’ora delle donne a Piazza del Popolo: al centro del dibattito, Fattore D: una proposta di crescita per il paese, le donne e il loro potenziale non sfruttato. Celestina Dominelli, giornalista del Sole 24ore, ci presenta tre donne che si occupano dei diritti delle donne: Roberta Agostini, coordinatrice delle donne democratiche, Francesca Bettio, docente di economia del lavoro all’Università di Siena e coordinatore scientifico del network europeo EGGE (Employment and Gender Equality Issues),Cecilia Guerra, docente di Scienza delle Finanze e Direttore del Dipartimento di Economia Politica presso l’Università di Modena e Reggio Emilia e membro fondatore del CAPP, Centro di Analisi delle Politiche Pubbliche.
Cecilia Guerra entra immediatamente nel vivo della questione: “l’Italia spende per le prestazioni sociali l’1,8% del PIL, ovvero meno della metà di altri stati europei con la Germania e l’Inghilterra, il fondo per l’autosufficienza è scomparso e con la manovra la situazione peggiorerà ulteriormente poiché sono previsti tagli all’assistenza, per cui si spende già poco, circa 60 miliardi di euro, e si comprende che non è possibile tagliare ancora”. E prosegue definendo “miope” il governo in carica e “incapace di vedere nelle donne un importante potenziale per lo sviluppo del paese”.

Celestina Dominelli interviene portando l’esempio della Francia e rivolgendosi a Francesca Bettio chiede: “Può essere considerato un modello per l’Italia?” “Sì certo, la Francia ha riorganizzato il settore dell’assistenza lavorando molto per migliorarlo e ha creato un sistema che riduce il lavoro nero, tramite i voucher o buoni giornalieri, in 2 anni sono riusciti a creare 200 mila posti di lavoro – e prosegue parlando della situazione dell’Italia – nel nostro paese, invece, esiste un’alta speranza di vita per cui avrà sempre più persone con bisogno di cure”.

Roberta Agostini prosegue prospettandoci una drammatica situazione per la donna fornendoci importanti dati “nel Nord Italia solo una donna su due è occupata, al Sud addirittura una su tre, inoltre la donna subisce disparità salariali e trova difficoltà a migliorare la propria carriera, settori come la politica e l’università hanno ai vertici perlopiù uomini – e prosegue citando il volume “Fattore D” di Maurizio Ferrer secondo cui – “i paesi più evoluti e progrediti sono quelli ove il numero di donne occupate è maggiore, l’ultima manovra, infatti, scarica sulle donne tutto il peso della famiglia e chiede proprio a loro di restare a casa, contro il la loro volontà”.
Della medesima opinione risulta Cecilia Guerra la quale con impeto ci riferisce che “Il governo in carica ragiona ancora con l’idea di famiglia com’era nel Dopoguerra, ora non è più così. Le famiglie non sono più in grado di risparmiare e la donna non è tutelata nel momento in cui decide di avere un figlio”.

A questo proposito Roberta Agostini aggiunge che “dopo la nascita di un figlio l’occupazione femminile crolla, la donna sceglie di rimanere a casa poiché lo ritiene più conveniente – e continua mettendoci al corrente di come il PD si stia muovendo in tal senso – nel Piano Nazionale delle Riforme del PD, uscito la scorsa primavera, ci siamo posti come obiettivo quello di raggiungere il 60% di donne occupate, come chiede l’Europa stessa, inoltre desideriamo concedere aiuti economici alle mamme che lavorano e chiedere il congedo di paternità poiché la parola d’ordine deve essere condividere”.

A difendere le donne dunque non ci sono solamente le donne: ce lo dimostra Celestina Dominelli, citando una frase di Giorgio Napolitano, pronunciata in occasione dell’8 Marzo 2011. “La parità di genere non riguarda solo le donne (…) ma coinvolge chiunque assuma come propri i valori democratici”.

Redazione web Feste Democratiche – Laura Martinelli

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