attualità, politica italiana

"L'importanza della verità", di Adriano Prosperi

L´autunno italiano è triste, luttuoso, incerto. Gravano su di noi la maledizione della natura e l´irrisione del mondo intero. La lingua stessa sembra diventata di legno, equivoca, inservibile. Ma quando la usa il presidente della Repubblica tutti la capiscono. «Parliamoci chiaro, – dice oggi Giorgio Napolitano – nei confronti dell´Italia è insorta in Europa, e non solo in Europa, una grave crisi di fiducia. Dobbiamo esserne consapevoli e sentircene, più che feriti, spronati nel nostro orgoglio e nella nostra volontà di recupero». Dire la verità, dirla con chiarezza, con nettezza, in limpido italiano è il dovere d´ufficio che il capo dello Stato si è assunto. Oggi ne abbiamo avuto una nuova prova, tanto più importante quanto più amara è questa verità e più urgente la necessità che il Paese intero ne prenda coscienza. Da giorni, da anni, un altro uomo, uno che dice di governare l´Italia ma che è considerato da tutto il mondo un ostacolo alla credibilità di tutti noi come individui e come Paese, tenta di venderci la sua capacità di illusionista, mentre coi più meschini calcoli di potere personale rinvia le scelte necessarie e trascina sempre più in basso la credibilità del Paese avvolgendo nelle nebbie di messaggi vaghi la comunicazione con le istituzioni europee.
La parola di Napolitano giunge ancora una volta tempestiva in risposta alle incredibili dichiarazioni di un premier che cerca di raccontarci la sua favola preferita: quella dell´Italia paese ricco, dove abbondano i soldi e i consumi, dove i ristoranti e gli hotel traboccano di clienti, gli aerei di passeggeri. Dove se c´è qualche problema è per colpa dell´euro. A queste menzogne il Paese ha il torto di avere creduto nella sua maggioranza per troppi anni. Oggi scopre a carissimo prezzo di avere sbagliato: la voce dei pentiti non potrebbe essere più corale. E la verità è la medicina amara che deve prendere per guarire, per cessare di essere un burattino nelle mani di un manipolatore professionale dell´informazione.
Enorme è il conto che viene presentato all´Italia al risveglio dal suo lungo sonno. Ci vorranno generazioni intere per saldarlo – le generazioni dei nostri figli. Il nostro è oggi un Paese che va letteralmente in pezzi, giorno dopo giorno: qui se sono fatiscenti e abbandonati i ruderi del mondo antico, ancor più fragili sono le costruzioni recenti.
Mai come oggi l´idea che ci sia qualcuno che governa l´Italia appare surreale. È per questo che è necessario dire agli italiani che c´è una grave crisi di fiducia nel mondo che ci riguarda e che dunque tutti gli italiani debbono sentirsi chiamati a risalire questa china. Il Paese Italia resterà inaffidabile finché parlerà al mondo con la voce dell´attuale presidente del Consiglio. Dunque deve esserci un´altra voce che si faccia ascoltare e che parli a nome di noi tutti. Poi ci divideremo nella divisione dei debiti e nel conteggio di chi deve pagare. Ma non oggi.
Riconciliare le parole con la verità è il primo passo della ricostruzione che ci aspetta. Sarà una lunga fatica ma senza questo primo passo non si può nemmeno cominciare a rimboccarsi le maniche. Dunque è fondamentale che ci sia chi dice parole di verità: tanto meglio se lo fa con la garanzia di una credibilità che gli deriva non dalla sua pur altissima posizione istituzionale ma dal fatto di non avere mai mentito agli italiani e di avere saputo interpretare sentimenti e bisogni profondi del Paese. “La verità vi renderà liberi”, si legge nel Vangelo di Matteo. “La verità è rivoluzionaria”, scriveva Gramsci.

La Repubblica 05.11.11

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“Un atto di dignità”, di EZIO MAURO

Giunto al fondo della sua avventura, Silvio Berlusconi scopre di aver perso insieme la fiducia del suo Paese e del mondo. Il vertice G20 di Cannes è stato un calvario per il premier, isolato tra i Grandi e costretto a impersonare la parte del sorvegliato speciale dell´Occidente. Per anni Berlusconi ha ingannato l´Italia con una falsa rappresentazione della realtà. Ma oggi il quadro è cambiato perché la crisi espone il vuoto della sua politica davanti alla governance mondiale delle democrazie, dove valgono le regole e dove le anomalie non sono tollerate. L´Italia, dice Cristine Lagarde, ha un problema di credibilità: che investe il presidente del Consiglio in primo luogo, perché impersona le istituzioni di governo e una maggioranza che si sfarina, nella fuga dalla nave che affonda, quando soldi, ricatti e promesse non bastano più e la politica si vendica. Tutto è consumato. Il Premier ha un´unica strada per uscire di scena con dignità. Vada in Parlamento, ammetta di non avere la maggioranza, chieda aiuto all´opposizione per approvare il pacchetto di Risanamento europeo, annunciando un minuto prima che si dimetterà un minuto dopo il voto. Così si dimostrerà che l´Italia ha le energie e la responsabilità per salvarsi. E Berlusconi uscirà di scena, dopo tanti danni, con un gesto utile al Paese.

La Repubblica 05.11.11