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"Il regalo del buon ritorno", di Piero Graglia

Partire è un po’ morire, si sa. E mentre la ministra Gelmini lascia il suo solido posto all’Istruzione e Università, non ci pensa due volte e spera di essere ben ricordata. E quale miglior modo per essere ricordata che lasciare un regalino di addio?
Grazie alle risorse europee del Piano Operativo Nazionale Ricerca & Competività, decise nel 2007 dalla Commissione europea, incrementate di 250 milioni di euro di soldi italiani, il ministro uscente può elargire ben 650 milioni di euro a università e enti di ricerca nonché ONLUS delle quattro regioni inserite nell’obiettivo convergenza dell’Unione europea (Puglia, Calabria, Sicilia, Campania) (il documento è scaricabile qui).

Intendiamoci, alcuni progetti sono sicuramente degni di considerazione. Non ci si può pronunciare senza avere visto i progetti relativi ma colpisce l’entità delle risorse distribuite in alcuni casi, come ad esempio la Fondazione Mediterranea Terina, guidata dall’avvocato Giancarlo Nicotera (UDC), destinataria di ben 14.650.000 euro. Lo stesso dicasi per il progetto “Polo di innovazione Cyber Brain” – promosso da due fondazioni che si occupano a vario titolo di studi su malattie degenerative del cervello, la Fondazione Neuromed (presieduta dall’ex prefetto di Campobasso Marcello Palmieri, commissario di governo per la Regione Molise dal ’92 al ’96 e le cui competenze mediche sono ignote) e la Fondazione Neurone (un’impresa della famiglia Elena Costa e Niccolò Meldolesi, fondata e diretta dai due coniugi) – che si porta a casa ben 12 milioni e 400mila euro. Sorprende, peraltro, vedere in quello stesso progetto, accanto a due istituti di ricerca medica, anche l’Istituto euro-mediterraneo di Scienza e Tecnologia che ha una vocazione politico-sociale più che clinica, presieduto da Bartolomeo Sammartino, laureato in Scienze Politiche, già membro dell’Assemblea regionale siciliana, esponente della ex Alleanza Nazionale.

Insomma, mentre alcuni progetti sembrano “veri” (come ad esempio il generatore eolico dal conturbante nome GELMInCal), altri sembrano solo il classico modo per fare cassa (e il condizionale è d’obbligo).

Per carità, si dirà, tutti i progetti sono stati vagliati, valutati, verificati, ma un dubbio ci tormenta: nell’era Gelmini, quella proclamata come votata al merito e alla valutazione, c’era proprio bisogno di dare 8 milioni e 550mila euro alla Provincia Italiana Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione per un progetto che porta solo il nome della Casa farmaceutica IDI, fondata dalla stessa Congregazione?

E’ forse un modo per accumulare meriti sperando in un prossimo ritorno oppure per distribuire risorse in articulo mortis?

Ma, soprattutto, non ha nulla da dire a riguardo il nuovo ministro Profumo, membro del nuovo governo rigorista di Mario Monti che promette di avanzare lungo la strada del merito e della valutazione?

Ai posteri…

www.pierograglia.eu

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“Gelmini, scampoli di fine stagione fondi a pioggia, spesso agli amici”, di Corrado Zunino

Attivati in tutta fretta 650 milioni di fondi. Vanno a Istituti di ricerca, ma anche a fondazioni in Calabria o Sicilia passati a fedelissimi alleati del Pdl. E poi il colpo finale al Cnr: la nomina a consigliere all’ultimo minuto del discusso rettore di una università napoletana. Ecco i lasciti di Mariastella Gelmini, che quando era in pieno governo premiava con l’eccellenza gli istituti dietro casa (in provincia di Brescia, sì) e nelle ultime ore da ministro dell’Istruzione uscente ha prodotto una sventaglia di finanziamenti pubblici agli amici. Amici di centrodestra, ma non solo.

L’11 novembre scorso il direttore generale dell’Istruzione ha licenziato sotto dettatura politica un decreto ministeriale che sbloccava un finanziamento da 650 milioni – i mitici Pon, i programmi operativi nazionali – per la ricerca al Sud: in Campania, in Puglia, in Calabria e in Sicilia. Con questo budget pubblico (250 milioni è denaro di Stato, il resto arriva dall’Unione europea) oggi si possono finanziare 47 centri di ricerca pubblici, privati e confessionali (molti). Nell’elenco dei premiati ci sono atenei importanti e bisognosi, centri di ricerca avanzati e una pletora di “Congregazioni dei Figli dell’Immacolata”, “Università degli studi Suor Orsola Benincasa”. Infine, nell’elenco dei beneficiati ci sono tre amici della politica: hanno ricevuto finanziamenti che sembrano elargizioni, ottenuto consistenti assegni dopo aver servito la causa del centrodestra in sede locale.

Ecco, 14 milioni e 650 mila euro la Gelmini li ha consegnati alla Fondazione Mediterranea Terina, “costola operativa della Regione Calabria”. E’ un’autodefinizione. Sui suoi 40 ettari di terreno all’aperto la Fondazione controlla da vicino il progetto per la salvaguardia del miele calabro e della cipolla rossa di Tropea. Sulle mille poltroncine in velluto rosso, invece, allarga il più grande centro convegni della Calabria, pronto ad ospitare serrati dibattiti agroalimentari. Dopo una battaglia infuocata, il governatore Giuseppe Scopelliti, desideroso di estirpare gli uomini di Agazio Loiero nei subgoverni della Regione Calabria, era riuscito a piazzare alla presidenza della Fondazione Mediterranea Terina l’alleato Giancarlo Nicotera, avvocato di 41 anni, segretario di Lamezia Terme dell’Udc, soprattutto fautore di un accordo locale con il Pdl (che non è però riuscito a produrre l’ultimo sindaco della città). L’alleanza Pdl-Udc in Regione e quindi a Lamezia oggi produce i suoi frutti. Dal ministero è partito, sotto il controllo di Scopelliti e la regia del presidente del Consiglio regionale Franco Talarico, il bonifico da oltre 14 milioni per l’ente di ricerca che di suo produce utili al minimo ma possiede il dono di essere passato in mano al centrodestra.

Dodici milioni e quattro dalla Gelmini se li è presi, poi, il neonato Polo di innovazione Cyber Brain di Catania. E’ sostenuto da due istituzioni interessanti. Una è l’Istituto Euro-Mediterraneo di Scienza e Tecnologia, Iemest per gli addetti. Fondato nel 2009 a Palermo per “condividere e divulgare la conoscenza tecnologica”, oggi lo presiede l’ex graduato della finanza Bartolo Sammartino. Ha 43 anni, Sammartino, e ha assommato la carica di consigliere del Pdl alla Regione Sicilia (all’assemblea siciliana li chiamano deputati) nonché quella di vicesindaco di Palermo (dal 2001 al 2003). La sua militanza nell’agguerrita destra post-fascista Sammartino ama ricordarla istruendo corsi di studio intestati al maestro Vincenzo Fragalà attraverso la sua Accademia nazionale politica. Già ordinovista iscritto al Fuan, vicino a Pino Romualdi, l’avvocato Fragalà è stato ucciso a bastonate nel febbraio 2010 all’uscita del suo studio professionale. Per Sammartino, a cui non sono bastate la conoscenza fluente di tre lingue tra cui l’arabo e diverse docenze per essere nominato all’Antitrust, ora arrivano i dodici milioni abbondanti. I primi due anni di attività dell’istituto di ricerca li aveva sostenuti per intero la sua Accademia nazionale politica: può liberarsi di un peso, ai soldi adesso ci pensa la Gelmini.

L’altro bastione societario del Polo di innovazione Cyber Brain, quello che appunto si è beccato i dodici milioni di fine governo, è la Fondazione Neuromed di Isernia. La guida l’ex prefetto di Campobasso (e di Cosenza e di Modena) Marcello Palmieri, già commissario di governo per la Regione Molise, amico di Di Pietro ma anche dell’ala tardo dc del Partito democratico. Non si conoscono, fin qui, le competenze scientifiche del prefetto in pensione, pronto a fondersi con i post-fascisti del Pdl per garantirsi i finanziamenti pubblici.

Infine, al prestigioso Cnr, la ricerca nazionale del paese, Mariastella Gelmini è riuscita a piazzare in zona Cesarini un altro consigliere amico. Gennaro Ferrara, capogruppo Udc al Comune di Napoli, rettore dell’Università Parthenope. In quell’ateneo il rettore Ferrara era riuscito a sottoscrivere con la Uil un accordo per regalare sconti fino a 60 crediti agli iscritti del sindacato.

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