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"Ecco come cambieranno i finanziamenti ai partiti", di Simone Collini

Controllo dei bilanci da parte della Corte dei conti, obbligo della pubblicazione su internet dei rendiconti finanziari, abbassamento della soglia per le donazioni anonime. E, per rendere stringente il tutto, sanzioni crescenti per chi non rispetti i criteri indicati dalla legge. È attorno a questi punti che Pd, Pdl e Terzo polo stanno siglando un’intesa per modificare in tempi rapidi le norme che regolano la trasparenza e i controlli dei bilanci di partiti. Bersani, Alfano e Casini ne stanno discutendo dalla scorsa settimana e nelle prossime ventiquattr’ore gli sherpa delle tre forze politiche che in Parlamento sostengono Monti definiranno una bozza da portare poi in commissione Affari costituzionali della Camera come proposta di legge.

Incaricati di mettere nero su bianco l’intesa raggiunta dai segretari sono Misiani e Bressa per il Pd, Della Vedova e D’Alia per il Terzo polo, Cicchitto e Calderisi per il Pdl. In attesa che nei prossimi colloqui vengano sciolti alcuni nodi, l’accordo è già stato trovato sulla necessità di affidare a un organismo che abbia funzioni giurisdizionali il controllo dei bilanci, visto che i revisori chiamati dal Parlamento a supervisionare i rendiconti, come loro stessi hanno scritto recentemente ai presidenti delle Camere, possono condurre verifiche solo «formali» e «insufficienti» a garantire la necessaria trasparenza.

Negli ultimi giorni si è discusso se affidare tale mansione ad una Authority ad hoc,mala necessità di stringere i tempi e di evitare appesantimenti burocratici ha fatto prediligere la scelta della Corte dei conti, che già oggi controlla i rendiconti elettorali (e il fatto che il presidente di questo organismo, Luigi Giampaolino, si sia espresso a favore di questa ipotesi ha convinto le forze politiche dell’opportunità della scelta).

Un altro punto su cui Pd, Pdl e Terzo polo non hanno avuto difficoltà a convergere riguarda la necessità di rendere noti i rendiconti. La pubblicazione su internet è apparsa a tutti la soluzione più semplice. Pd e Udc si sono trovati subito d’accordo anche sull’opportunità di abbassare la soglia per le donazioni anonime dagli attuali 50 mila euro a 5 mila euro. Subito d’accordo anche il Pdl sul fatto che per dare efficacia alle nuove norme si debba prevedere un sistemadi sanzioni via via più pesanti per i partiti che non rispettano la nuova legge.

Il Pd propone il decurtamento delle risorse garantite dal rimborso elettorale fino al loro completo azzeramento, ma la discussione è ancora aperta sia su questo che su come rendere tecnicamente possibile la cosa. C’è poi condivisione sul fatto che i partiti che non esistono più non debbano continuare a ricevere finanziamenti pubblici. Oltre a questo ci sono sul tavolo alcune altre proposte su cui i tre partiti stanno ancora discutendo.

L’Udc propone di inserire l’obbligo, in caso un partito voglia fare investimenti, di rendere l’operazione possibile solo per i titoli di Stato italiani (il che impedirebbe speculazioni immobiliari o l’approdo verso fondi finanziari stile Tanzania). Il Pd, che è d’accordo con questa proposta, chiede di prevedere tra le nuove norme, oltre al controllo da parte della Corte dei conti, anche la certificazione dei bilanci da parte di società di certificazione professionali (il partito di Bersani da tempo si affida all’inglese Pricewaterhouse Coopers, che certifica tra gli altri il bilancio della Banca d’Italia).

fIl Pdl chiede di dare il via libera a forme di finanziamento «all’americana », andando cioè verso un sistema in cui sarebbero possibili ingenti contributi da parte dei privati. La necessità di chiudere subito l’accordo e di scrivere una proposta di legge da far approvare in tempi rapidi consiglia però a tutti di evitare atteggiamenti rigidi. Così il Pd potrebbe accontentarsi del controllo da parte della Corte dei conti e rinunciare all’obbligo di bilanci certificati, mentre il Pdl potrebbe non insistere su una norma che obbligherebbe a discutere l’intero sistema dei finanziamenti. Argomento che, incassato il via libera sulle regole che dovrebbero garantire maggior controllo e trasparenza, potrà essere discusso nell’ambito delle proposte per l’applicazione dell’articolo 49 della Costituzione e la riforma dei partiti.

L’Unità 10.04.12